The Beatles: Get Back, recensione della docuserie sui The Beatles

The Beatles: Get Back è disponibile su Disney+, qui potete leggere la nostra recensione della docuserie firmata da Peter Jackson.

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a cura di Mabelle Sasso

The Beatles: Get Back, la docuserie in tre parti sui The Beatles, è disponibile a partire da oggi, 25 novembre, su Disney+. Il documentario che ripercorre la genesi dell’album Let It Be è stato meticolosamente assemblato dal regista Peter Jackson utilizzando materiale audio e video inedito fino a ora custodito negli archivi Apple Corps.

Abbiamo avuto l’opportunità di visionare in anteprima l’intera docuserie: di seguito potete leggere le nostre considerazioni riguardo questa testimonianza unica. Oltre a questa recensione potete anche recuperare l’articolo sul nostro incontro con Peter Jackson, in cui il regista ci ha raccontato come è stato lavorare alla docuserie.

Let it Be: il testamento postumo della band

I The Beatles rappresentano una delle rock band più rilevanti della storia della musica moderna, che ha dato vita ad alcune delle canzoni più amate e conosciute globalmente a distanza di oltre cinquanta anni dalla loro separazione.

La prolifica carriera del quartetto di Liverpool ha attraversato per intero gli anni ‘60 del secolo scorso, tra controversie, fan adoranti e una crescita artistica che li ha portati da comporre melodie orecchiabili e testi prevalentemente d’amore a brani più complessi e sperimentali. Il lascito artistico dei quattro “Scarafaggi” annovera brani immortali come All You Need is Love, She Loves You, Penny Lane, Help, Hey Jude e moltissimi altri. La lista potrebbe essere davvero lunga, ma tra queste trovano spazio alcune delle canzoni presenti su Let it Be, comunemente considerato l’ultimo disco dei Beatles, e che sono state create durante un periodo particolarmente complesso e travagliato, nelle cosiddette Get Back Sessions.

L’esito di quell’esperienza non fu delle migliori e la maggior parte di quanto prodotto durante quel particolare momento venne accantonato. Il 1969 divenne così l’anno di Abbey Road (link Amazon), che diventerà così l’ultimo studio album del gruppo. Il disco Let it Be ha visto infine la luce nel 1970, poco dopo lo scioglimento ufficiale del gruppo, avvenuto il 10 aprile dello stesso anno. Let it Be nasceva come un progetto ambizioso che prevedeva inizialmente un concerto dal vivo in tv, uno special televisivo dietro le quinte e ovviamente la realizzazione di un nuovo album. Purtroppo, come testimonia il documentario, il progetto iniziale non fu portato mai a compimento, trasformandosi invece qualcosa di molto diverso.

In termini di storia della band le Get Back Sessions avranno un collegamento diretto con gli eventi che porteranno allo scioglimento della band: The Beatles: Get Back offre quindi la possibilità, sia per i puristi sia per chi semplicemente apprezza l’opera artistica del gruppo, di assistere a un momento particolarmente significativo della loro carriera.

Get Back Sessions: 20 giorni di passione

The Beatles: Get Back è una docuserie titanica, basata su oltre 150 ore di registrazioni audio e 60 di riprese video prodotte dal regista Michael Lindsay-Hogg, incaricato di realizzare lo special televisivo a corredo del concerto. Il compito di Jackson come regista, ma prima ancora come fan, è stato quello di rendere fruibile per tutti gli eventi dettagliati dalle telecamere e dai microfoni di Lindsay-Hogg, con l’intento di rendere nel modo più oggettivo possibile fatti e personaggi.

In questo senso The Beatles: Get Back permette di entrare in contatto anche con alcune persone che in modo più o meno diretto hanno fatto parte della storia dei Beatles e hanno avuto un ruolo di rilevanza durante le Get Back Sessions; uno di questi personaggi è senz’altro il già citato Michael Lindsay-Hogg, una presenza persistente senza la quale questo documentario non esisterebbe.Se Lindsay-Hogg rappresenta una presenza fissa, con la quale i Beatles hanno dovuto imparare a convivere, un altro personaggio è invece significativo attraverso la sua assenza. Ci riferiamo a Brian Epstein, insostituibile manager della band purtroppo scomparso nel 1967. L'assenza di Epstein è una sensazione che permea l’intero apparato dell’operazione con una conseguente disorganizzazione diffusa nella gestione di ogni singola necessità del gruppo e la sua capacità di mediare e disciplinare le personalità dei quattro Beatles.

The Beatles: Get Back è un documentario stratificato in grado di presentare contemporaneamente più storie, a partire dalle prove della band, fino ai momenti tesi e concitati causati da frustrazioni e insofferenze dovute soprattutto alle modalità e alle tempistiche che il progetto iniziale prevedeva, preambolo di una separazione annunciata. Si tratta quindi di una visione che richiede una certa dose di impegno, in quanto ognuno dei tre episodi ha una durata ben superiore alle 2 ore, durante le quali per la maggior parte del tempo è dedicato al processo artistico di creazione delle canzoni. Il processo creativo, paragonabile a una sorta di flusso di coscienza musicale, rimane comunque il focus affascinante di quest’esperienza mirata a far conoscere il lato più personale di questi artisti.

Conclusioni

Per gli appassionati di musica The Beatles: Get Back è una docuserie preziosissima, possibile solo grazie alla dedizione adamantina di Jackson nel creare una testimonianza autentica e veritiera di questi quattro musicisti leggendari: The Beatles: Get Back accompagna gli spettatori lungo un percorso irto di imprevisti e tensioni ma anche di arte, bellezza e momenti significativi.

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