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The Resistance: Benvenuti nella Rivoluzione, recensione

Benvenuti nella Resistenza, il primo capitolo di The Resistance, è il nuovo fumetto di Straczynski, che offre una lettura perticolarmente attuale.

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Avatar di Manuel Enrico

a cura di Manuel Enrico

Pubblicato il 26/02/2021 alle 08:38
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In sintesi

Benvenuti nella Resistenza, il primo capitolo di The Resistance, è il nuovo fumetto di Straczynski, che offre una lettura perticolarmente attuale.

  • Pro
    • - Fortuitamente calato nell'attualità
    • - Costruzione emotiva coinvolgente
    • - Alcune tavole sono strepitose
  • Contro
    • - Mancanza di originalità
    • - Deodato deludente in alcuni passaggi

Il verdetto di Tom's Hardware

The Resistance è la nuova avventura fumettistica di J Michael Straczynski, dai toni particolarmente attuali ma la cui trama paga un debito eccessivo a tante storie già lette, dando vita a un primo capitolo poco convincente.


Informazioni sul prodotto

Immagine di The Resistance: Benvenuti nella Resistenza

The Resistance: Benvenuti nella Resistenza

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Chissà se quando J. Michael Stracziynski ha pensato al suo The Resistance avrebbe mai immaginato che quanto raccontato nel volume avrebbe echeggiato la nostra attualità. La nostra convivenza con il Covid-19 è oramai giunta al suo primo anno di vita, dodici mesi in cui abbiamo modificato, anche a livello inconscio, il nostro modo intendere una quotidianità un tempo data per scontata, ma i cui assiomi sono stati rielaborati alla luce delle esigenze imposte dalla pandemia. Per un’opera come The Resistance uscire in un momento simile è un punto di forza, considerato come le nostre esperienze dirette con una malattia così diffusa e dilagante diventano un megafono per quanto raccontato nella serie.

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Certo, il tema del virus come incipit di una storia non aveva bisogno del Covid-19 per palesarsi. Al cinema e nei fumetti questo concept è già stato usato più volte, adattandosi alla fantascienza o al dramma umano. Straczynski si appoggia quindi a uno spunto rodato e noto, con cui i lettori hanno una familiarità nata dalla fruizione di prodotti precedenti, che viene ulteriormente amplificata dall’essere, in un certo senso, all’interno del contesto narrativo di The Resistance. O almeno, delle prime pagine della storia.

The Resistance, un morbo per la nascita dei superuomini

Benvenuti nella resistenza, primo dei sei volumi che andranno a comporre il ciclo di The Resistance, nelle prime pagine sembra una fotografia dei momenti più duri dell’ultimo anno. Straczynski immagina che il mondo diventi vittima di una malattia inspiegabile e inarrestabile, le cui origini non possono essere tracciate, ma che dilaga a una velocità disarmante, contagiando indiscriminatamente chiunque. Non esistono cure, il virus XV1N1 ha un tasso di mortalità spaventoso, al punto che il mondo si prepara ad affrontare la fine della razza umana.

I governi mondiali sono impreparati e incapaci di reagire, in America le elezioni vengono vinte da un candidato indipendente ultra-conservatore, che applica una politica fortemente repressiva, animato da uno spirito che pare andare in contrasto con quello che è stato lo slancio sociale aperto delle precedenti amministrazioni. In questo clima teso e pessimista, improvvisamente il miracolo: il virus XV1N1 diventa dormiente. I contagi si azzerano di colpo, i malati guariscono e non si registrano più vittime del morbo.

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Il mondo, grato di questo miracolo, continua a interrogarsi sul virus, ma al contempo deve affrontare le conseguenze di questa improvvisa salvezza: una parte dei contagiati, come reazione alla guarigione, ha sviluppo poteri sovrumani. Alcuni hanno scoperto di avere capacità incredibili che li elevano al rango di dei, altri invece, ribattezzati Falene, possono scegliere di attivare questi poteri godendone al massimo, ma accorciando drasticamente la propria vita. La presenza di questi super-uomini, ovviamente, sconvolge la comunità umana, che vede in questi esseri straordinari un pericolo.

Una visione condivisa dal presidente americano, che non esista, al pari di altri governi, nell’istituire un ferreo controllo su questi superumani, regolando rigidamente la loro esistenza, creando un’apposita agenzia che ne organizza la vita, trasformandoli in personaggi folkloristici da copertina o perfetti per cerimonie pubbliche.

Ovviamente, un simile approccio non viene accettato da tutti, e The Resistance racconta la lotta di quei superumani che scelgono di opporsi a queste imposizioni. Benvenuti nella Resistenza è la genesi del movimento rivoluzionario, composto da superumani e simpatizzati umani, che si oppone alle mosse dei governi, che vorrebbero controllare e, all’occorrenza, sfruttare questi potenti esseri.

Straczynski, un ritorno non pienamente riuscito

Straczynski sceglie di tornare nel mondo dei comics affidandosi a un concept narrativo che, nonostante l’assonanza alla situazione di reale pandemia, non riesce a scrollarsi di dosso una sensazione di già visto. The Resistance si colloca, infatti, all’interno di una tradizione narrativa che può vedere in personaggi come gli X-Men i propri capostipiti. Il tema del diverso, della sua percezione agli occhi degli altri e la paura che avvolge le loro interazioni sono aspetti narrativi affrontati più volte dai tempi della Silver Age, divenendo dei fondamenti stessi del genere supereroico. Assiomi che sono stati più volte rielaborati in opere come Black Hammer o Invincible, che grazie ad autori ispirati come Kirkman e Lemire hanno trovato nuova linfa.

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The Resistance sembra non cogliere particolari slanci innovatori per questo filone narrativo. Le idee messe in campa da Staczynski in certi momenti sembrano l’ombra di felici intuizioni lette in altre opere, come The Boys o The Umbrella Academy. Se narrativamente non si rimane sorpresi dalla presa piega dagli eventi narrati in Benvenuti nella Resistenza, dal punto di vista emotivo questo primo capitolo di The Resistance colpisce il lettore, ritraendo dei momenti di straziante intimità o dando ai suoi personaggi una spiccata personalità, supplendo dignitosamente l’assenza di originalità narrativa.

Una costruzione narrativa, quella di The Resistance, che si avvale della mano di un maestro del calibro di Mike Deodato Jr. Da un artista di questa portata ci si aspetta sempre il massimo e le tavole di The Resistance non mancano di mostrare l’abilità di Deodato, che non disdegna di ispirarsi ad attori celebri come Ed Harris e Harvey Keitel. Pur ammirando il lavoro di Deodato non si può fare a meno di notare che in alcuni passaggi il disegnatore non riesce a evitare alcune sbavature, tra cui una certa difficoltà nel ritrarre le mani dei suoi protagonisti. Pur ammirando l’operato e il talento di Deodato, è difficile non notare queste piccole incrinature.

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Nonostante questi piccoli difetti, Benvenuti nella Rivoluzione è un interessante primo capitolo per The Resistance, che si rivela comunque una lettura avvincente, soprattutto per coloro che cercano una storia che unisca atmosfere note a una situazione sociale vissuta in prima persona.

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