Unlocked, recensione: un thriller mozzafiato sui pericoli della tecnologia ora su Netflix

Se già temete di perdere il vostro smartphone, Unlocked trasformerà questo timore in puro terrore: e se finisse nelle mani smagliate?

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a cura di Lucia Lasorsa

-Redattrice

Unlocked è il nuovo thriller coreano distribuito da Netflix il cui focus è lo strumento tecnologico divenuto ormai indispensabile nella vita di tutti noi: lo smartphone. Le primissime scene del film, della durata complessiva di circa due ore, ci mostrano la protagonista, Lee Na Mi, mentre lo utilizza per tutto l'arco della giornata nei modi più disparati: telefonare, scattarsi selfie da pubblicare sui social, chattare... Questi minuti iniziali sono essenziali per la costruzione dell'atmosfera di tensione e terrore che proverete per tutta la durata del film, poiché evidenziano non solo quanto sia importante il suo smartphone per Lee Na Mi, ma anche tutte le informazioni che è possibile estrapolare da esso. Fin da subito, infatti, vi ritroverete a pensare ai tanti modi in cui le informazioni contenute in quello smarphone potrebbero essere usate contro di lei da un malintenzionato, se dovesse malauguratamente ritrovarselo fra le mani. Cosa che, in effetti, accade.

Unlocked: un thriller mozzafiato sui pericoli della tecnologia

Una sera, mentre sta tornando a casa in uno state mentale alterato dall'alcol, Lee Na Mi perde il suo smartphone. La telecamera si sofferma qualche secondo sul telefono in terra, in attesa che arrivi una misteriosa figura che non vediamo in volto chinarsi e raccoglierlo. Poco dopo, iniziamo a conoscerlo un po' meglio. Si tratta di un ragazzo decisamente solitario e schivo, che però ha modi affabili e gentili. Vediamo subito che sa perfettamente quello che fa, così inizia pian piano a mettere in moto una macchina che trascinerà la povera protagonista e le persone che le stanno vicino in un vortice di follia e dolore.

Prima di mettere in atto il suo piano, il misterioso stalker deve prima raccogliere un bel po' di informazioni sulla sua vittima, che appunta con grande cura. Il tutto inizia in maniera all'apparenza molto naturale e graduale, dando proprio il senso di incredibile abilità dello stalker non solo con la tecnologia, ma anche con le macchinazioni. Ed è proprio questa gradualità nella discesa agli inferi di Lee Na Mi a conferire non solo maggiore realismo, ma anche un senso di oppressione e di inquietudine sempre costante e crescente.

La stessa immagine qui in alto è emblematica della struttura narrativa stessa di Unlocked, poiché mostra entrambi i personaggi principali della storia: la vittima e il suo carnefice. Questo perché il film, anche se ci mostra le vicende principalmente dal punto di vista della vittima, ci mostra spesso anche il suo carnefice. In questo modo, conosciamo il suo modus operandi e, sapendo prima della protagonista cosa stia facendo il suo stalker, vi ritroverete a chiedervi quali effetti potrebbero avere le sue azioni; pur sapendo cosa ha fatto, proverete la stessa sorpresa della protagonista, nello scoprire gli effetti delle azioni dello stalker.

L'escalation di follia, tensione, dolore e violenza è inarrestabile: fino alla conclusione del film, le cose non accenneranno mai ad andare meglio per la protagonista, anzi: man mano che il film prosegue, la situazione peggiorerà sempre più, coinvolgendo sempre più persone in sempre più modi, il tutto in pieno accordo con il perverso e malvagio piano di un personaggio che resta sempre vagamente avvolto nel mistero.

Un altro punto a favore di Unlocked è la rete di legami che collega fra di loro i diversi personaggi, rete che tende spesso a subire delle alterazioni a causa degli interventi non desiderati dello stalker. L'espressività degli attori, per quanto a tratti possa sembrare un po' troppo accentuata, contribuisce a creare un genuino senso di tensione che emula, in qualche modo, l'inquietudine provata dalla protagonista stessa del film.

Conclusioni

L'alternarsi dei punti di vista di vittima e carnefice e una costante escalation di tensione sono i punti forti di Unlocked, insieme a una sceneggiatura ben orchestrata e a una regia che riesce a trasmettere tensione anche semplicemente indugiando su alcuni dettagli salienti per la narrazione, come oggetti, ma anche gli sguardi dei personaggi. La fotografia predilige i toni caldi in situazioni e ambienti familiari e confortevoli, mentre le  situazioni più tese e le scene in cui vediamo come protagonista principale lo stalker hanno tonalità fredde, rispecchiando così la freddezza del criminale.

Inoltre, le prove attoriali sono decisamente buone, anche se, come accennato in precedenza, a volte le loro espressioni sono accentuate, sopra le righe, risultando così un po' meno verosimili.

Unlocked è disponibile per la visione in esclusiva su Netflix, in lingua originale coreana con sottotitoli in italiano. Per guardare questo e altri contenuti, acquistate Fire TV Stick con telecomando vocale Alexa.