Upload Stagione 2, recensione

L’11 marzo sarà disponibile Upload Stagione 2, la sit-com fantascientifica di Prime Video con Robbie Amell.

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a cura di Roberto Richero

Dall'11 marzo sarà disponibile su Prime Video Upload Stagione 2, la sit-com fantascientifica dall’autore vincitore di un Emmy Award Greg Daniels (The Office, Parks and Recreation).

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Restarting upload: dove eravamo rimasti?

Nel 2033 la tecnologia permette di caricare in ambienti virtuali le coscienze degli individui: nascono in questo modo aldilà digitali dove le persone si trasferiscono quando sono prossimi alla morte. Nathan Brown (Robbie Amell, attualmente atteso nel seguito di Code 8) è uno sviluppatore software che, a seguito di un improbabile incidente in auto, viene caricato in "Lakeview", un aldilà di lusso pagato dalla sua ricca fidanzata, Ingrid (Allegra Edwards).

[ATTENZIONE: il seguito di questo paragrafo contiene spoiler sulla prima stagione; se non l’avete vista passate direttamente alla sezione seguente dell’articolo]

Dopo un primo periodo di assestamento Nathan scopre che parte della sua memoria è stata manomessa e che la sua morte non è effettivamente un incidente. Con l’aiuto di una ragazza dell’assistenza clienti (Nora Anthony, interpretata da Andy Allo, con cui entrerà in una sorta di relazione virtuale) scopre non solo di essere stato assassinato, ma anche di aver truffato il suo ex socio e quindi di essere stato, in vita, una persona alquanto discutibile.

Una pista già battuta

Il successo della prima stagione di Upload si basa su un delicato equilibrio fra elementi comedy, investigazione, romanticismo (poco), componenti nerd e situazione assurde o grottesche. La seconda stagione (di sole sette puntate, tre in meno della stagione precedente) segue fondamentalmente questa linea, cercando un nuovo equilibrio nonostante l’evoluzione subita dai personaggi e l’impossibilità di ricalcare le stesse gag nerd usate in precedenza. Il risultato è un prodotto che rimane sostanzialmente fedele a se stesso pur smussando gli spigoli che avevano caratterizzato la stagione precedente; in particolare l’uso del grottesco è meno presente e la parte nerd sicuramente più sfumata.

Upload Stagione 2: una evoluzione inevitabile

La prima stagione si è concentrata molto sulla presentazione dei due mondi, quello virtuale e quello futuristico reale. La realizzazione di questa seconda stagione è durata non poco, tanto che le prime indiscrezioni risalgono a ben due anni fa. Così, in questa nuova informata di puntate gli elementi innovativi si sono concentrati molto sul mondo reale, in quanto il mondo virtuale era stato sostanzialmente esplorato in ogni sua sfaccettatura; oltre a diverse assurde invenzioni (tipo i muri massaggianti), si dà finalmente uno sguardo agli scettici dell’Upload e ai movimenti contrari alla scelta di estendere la vita di una persona oltre ai limiti dettati dalla fisicità.

Come sempre la serie non si tira indietro nella presentazione di posizioni estreme, mettendo al centro del dibattito moltissimi temi; si parte dal sempre attuale tema del fine che giustifica i mezzi: fin dove chi protesta ha il diritto di intervenire? Quando l’atto di proteggere certi valori diventa una regressione dei diritti civili? E’ particolarmente importante in tal senso la posizione nei confronti di una nuova tecnica sperimentale già presentata nella prima stagione, quella del download: è giusto, nel momento in cui avviene il decadimento del proprio fisico, “rifugiarsi” in un mondo virtuale per poi tornare in un nuovo corpo?

Tema centrale rimane il “money divide”: se la prima stagione mostrava gli eccessi demenziali cui si poteva andare incontro in un mondo virtuale (l’estremizzazione degli “acquisti in app” raggiungeva limiti paradossali), oggi il racconto si concentra sul come questo mondo virtuale può influenzare quello reale, fino a creare delle vere e proprie storture sociali e nuovi metodi di sfruttamento.

Un ultimo argomento trattato in maniera molto più leggera (e che ben si presta all’elemento comedy della serie) è quello della privacy e di come in realtà sia molto sottile la linea che divide la riservatezza dei pensieri personali quando si è un soggetto virtuale all’interno di un’infrastruttura virtuale appartenente a qualcun altro.

Squadra che vince non si cambia

Il cast è rimasto sostanzialmente invariato, anche se è stato dato un po’ più di spazio all’ottimo Owen Daniels (l’AI tuttofare di Lakeview) e sono stati introdotti un paio di nuovi comprimari di rilievo (Peter Bryant, attore di grande esperienza, e Paulo Costanzo, già famoso come coprotagonista di Royal Pains).

Owen Daniels passa anche stabilmente in sala scrittori e firma ben cinque dei sette episodi, sempre sotto il controllo del padre Greg (The Office, Parks and Recreation, Space Force, nominato a ben venti Emmy e vincitore di quattro) autore della serie.

La continuità di cast, autori e regia è sicuramente uno degli elementi che garantisce la similarità di tono e temi delle stagioni.

Conclusioni

Upload Stagione 2 non tradisce le aspettative e conserva quel tono canzonatorio e irriverente che caratterizzava le prime dieci puntate, pur conservando anche gli elementi di sorpresa e la critica spietata. Il format da sit-com con puntate di circa 20-25 minuti, unito al tono comedy aiutano a mantenere leggera la visione, permettendo una visione senza troppo impegno nonostante gli argomenti trattati. Sicuramente una visione obbligatoria per i fan della prima stagione; una scelta in più per chi non ha mai visto nemmeno una putata del titolo.