Wrestling, intervista a Luca Franchini e Michele Posa, le voci italiane della WWE

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Michele Posa e Luca Franchini, le voci italiani della WWE da ormai vent'anni. Ecco cosa ci hanno raccontato.

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a cura di Luca Carbonaro

20 anni di telecronache, partecipazione al primo e unico taping televisivo di Monday Night Raw a Milano nel 2007 e commento a bordo ring in quel di WrestleMania 31, nel 2015. Sono soltanto alcuni dei grandi traguardi raggiunti da Luca Franchini e Michele Posa, storiche voci della WWE in Italia. Da The Rock a "Stone Cold" Steve Austin, da Eddie Guerrero a Shawn Michaels, fino ad arrivare a John Cena, Roman Reigns e tutte le stelle della generazione attuale, il duo di commentatori ha narrato le gesta di alcuni dei più grandi campioni che abbiano mai calcato il ring. Un lavoro apprezzato anche da Stephanie McMahon, WWE Chief Brand Officer, che si è congratulata con i due su Twitter. Dopo l'esperienza a SKY, Franchini e Posa sono attualmente i commentatori della programmazione WWE su DMAX e Discovery.

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Siete le voci della WWE in Italia da ormai 20 anni, prima su Sky, ora su DMAX. Potete raccontarci il vostro primo approccio al tavolo di commento insieme e con quale evento avete iniziato la vostra avventura?

Luca Franchini: La nostra prima avventura dietro ad un microfono è avvenuta in un'assolata domenica di settembre dell'anno 2000 nella sede di una televisione che ha scritto la storia delle tv locali e della tv commerciale in genere, Antenna 3 Lombardia. In quel mitico edificio, alla fine degli anni settanta ed all'inizio del decennio successivo, fecero capolino personaggi del calibro di Enzo Tortora, Teo Teocoli, Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Zuzzurro e Gaspare e compagnia bella. Io e Michele ci ritrovammo in quegli studi a fare la nostra prima telecronaca di Wrestling con una puntata di WCW Nitro, federazione che all'epoca era concorrente della WWF/WWE perchè l'allora direttore di Sport Stream, il nostro mentore e scopritore Fabio Guadagnini, conduceva insieme al mitico Maurizio Mosca la trasmissione domenicale Antenna 13, dove venivano seguite le partite di calcio.

In quell'occasione Fabio portò i nastri da Roma, dove avrebbe fatto poi ritorno alla sera come ogni settimana dopo lo show, e io e Michele andammo in scena per quello che inizialmente doveva essere una sorta di provino definitivo, ma che diventò poi a tutti gli effetti un "buona la prima". Quelle prime telecronache furono trasmesse un paio di giorni dopo su Sport Stream e da allora io e il Bardo siamo in onda ininterrottamente con il Wrestling, su una televisione nazionale, da quasi 21 anni, o se preferite da 246 mesi, o se vi piace di più da 1076 settimane.

  Michele Posa: Ai tempi della prima telecronaca, avvenuta nel settembre del 2000 per Stream, ci conoscevamo solo per precedenti esperienze sul web. I rapporti non erano del tutto distesi, ma la possibilità di realizzare un sogno comune generò una chimica di squadra che con il tempo si è affinata e perfezionata, tanto da permetterci di creare frasi, tormentoni, modi di dire e tempi di inserimento del tutto particolariLo show inaugurale sul quale depositammo la voce credo fosse un WCW Nitro, e ce la cavammo anche discretamente bene. Quella registrazione avrebbe dovuto essere il provino definitivo per permettere a Stream di decidere a chi affidare l’incarico di narrare le gesta dei campioni del ring, invece finì con l’andare in onda un paio di giorni dopo. Insomma, era piaciuta parecchio, al netto di inesperienza e acerbità, e ci fece sbaragliare la concorrenza offerta da altre opzioni in valutazione dall’emittente

https://www.youtube.com/watch?v=K1w4XRbxg7w

Siete stati grandi protagonisti della prima e unica registrazione televisiva di Monday Night Raw in Italia, nel 2007. Cosa ricordate di quell'esperienza? Siete riusciti a incontrare anche Vince McMahon di persona?

Luca Franchini: La trasmissione di WWE Raw dall'allora Dutch Forum di Milano avvenuta il 16 Aprile 2007 è senza ombra di dubbio, insieme alla nostra prima partecipazione del vivo a WrestleMania 31 nel 2015 col nostro tavolo di commento a bordoring, il punto più alto della nostra ventennale carriera come telecronisti WWE. L'emozione di essere in diretta mondiale di fianco ai commentatori americani più iconici di sempre, Jim Ross e Jerry Lawler, fa venire la pelle d'oca al solo pensiero. E che dire dalla straordinaria ovazione che gli oltre 12 mila presenti ci tributarono in occasione della nostra entrata in scena? E poi, i cori straordinari del pubblico, Santino Marella che vince il titolo intercontinentale al suo match di debutto. Brividi, brividi brividi. Ricordi straordinari ed indelebili.

Per quanto riguarda Vince McMahon sì, l'abbiamo incontrato. Due volte. La prima quando stavamo per entrare in scena. Lo abbiamo visto al buio in un piccolo tunnel al fianco dei fidati collaboratori Gerald Brisco e Pat Patterson, farci un cenno di intesa prima di ricevere il boato del Forum. La seconda volta lo abbiamo incrociato, sempre al Forum, nel backstage di Smackdown, che venne sempre registrato a Milano il giorno successivo a Raw, quando ci fece i complimenti per la nostra “prestazione” al tavolo di commento la sera prima.

Michele Posa: Vince McMahon ci augurò buona fortuna nel backstage, ma io indossavo i miei soliti occhiali da sole e mi accorsi solo successivamente di chi si trattava. Ricordo la tensione prima di andare in scena, che è un mio difetto classico. Non stavo fermo, consumavo le suole delle scarpe. Dovevo muovermi. Poi, una volta arrivati alla nostra postazione, fu tutto in discesa.

Nel corso degli anni, avete incontrato alcune delle più grandi superstar della WWE. Quali sono stati i momenti che più di tutti visono rimasti nel cuore?

Luca Franchini: Ogni intervista con le superstar WWE è indimenticabile. Ma in cima a questa lista non può che esserci John Cena, con il quale abbiamo condiviso un viaggio aereo Milano-Roma e ritorno e di cui abbiamo co organizzato l’unico suo concerto in Italia nell’autunno del 2005, qualche mese prima della sua presenza al Festival di Sanremo dell’anno successivo. Personalmente metto sul podio anche l’intervista che ho realizzato a Brock Lesnar a New York nel 2016 in occasione della presentazione del videogioco ufficiale WWE di cui il sindaco di Suplex City era l’uomo copertina. Farlo ridere, non fu affatto facile. Ma ribadisco, tutti e proprio tutti i gladiatori del ring meritano una citazione. Da Kurt Angle a Rey Mysterio, da Sheamus a Santino Marella. Da Stephanie McMahon a Batista passando per Ric Flair e Roman Reigns. E come ciliegina sulla torta cito il mio preferito di tutti i tempi, Bret The Hitman Hart, intervistato in Italia nel 2006 in occasione dell’uscita del DVD ufficiale a lui dedicato.

Michele PosaOgni atleta WWE che abbiamo intervistato si è rivelato unico e inimitabile. Da John Cena, che ogni volta ricordava i nostri nomi, a Batista, sempre disponibile a rispondere alle domande più bizzarre. E come non citare l’allegria contagiosa di Santino Marella, la faccia tosta di The Miz, Carlito che sputa la mela in faccia ad un nostro collaboratore, o ancora lo sguardo magnetico di Jeff Hardy? Abbiamo cantato con Charlotte Flair, riso con Lana, ricevuto un bacio sulla guancia da Summer Rae, fatto parlare Elias in italiano, ascoltato Titus O’Neil raccontarci delle sue meritorie opere di beneficienza, parato i rigori calciati da Rey Mysterio e intervistato con il nostro inglese maccheronico Stephanie McMahon. Quanta roba. Come faccio a redarre una classifica? E’ stato tutto bellissimo. Tra le mie esperienze personali più care ricordo comunque con particolare piacere una chiacchierata con Daniel Bryan, dalla quale traspariva la sua grande passione per il wrestling e per lo studio che ha sempre riversato sulla disciplina per migliorarsi come performer.

https://www.youtube.com/watch?v=bu6PpS4mjlQ

20 anni di telecronaca, un segno indelebile nel mondo della WWE in Italia. Quali sono i vostri piani per il futuro? Avete mai pensato a un'età in cui ritirarvi?

Luca Franchini: Nel mio futuro vedo altri venti anni come telecronista WWE. Almeno. Perché anche nel mio e credo nel nostro ventunesimo anno di telecronache, l’entusiasmo è quello del primo giorno. Io sono conscio di avere il privilegio di portare tramite la mia voce, il mio urlare, il mio tradurre, il mio raccontare, il grande spettacolo della WWE nelle case degli italiani e intendo farlo molto molto molto a lungo ancora. La pensione, può aspettare.

Michele Posa: Io ho sempre voglia di fare. E mi piacerebbe continuare in eterno, sino a che reggono testa e cuore, quello che è sempre stato il mio sogno sin da bambino. Volevo essere come Mike Bongiorno, scrivere libri e fare il telecronista di Wrestling. Crescendo con l’età, ho sostituito il grande Mike con Fiorello, insomma, con un altro personaggio inarrivabile per talento e capacità. Ma ciò premesso, le altre due strade sono riuscito a percorrerle e camminarci sopra è esaltante. Non avverto la ruggine della consuetudine inceppante. Mi piacerebbe che fosse sempre così, che a farmi vivere sia la fiamma, corrisposta, di questo inspiegabile amore.