AdBlock Plus non fa estorsione, bloccare la pubblicità è un diritto

Un giudice tedesco si è pronunciato in favore di AdBlock Plus e della società Eyeo. L'accusa affermava che si tratta di uno strumento illegale e anticoncorrenziale, ma il giudice ha risposto che gli utenti hanno il diritto di decidere cosa visualizzare sui propri schermi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

AdBlock Plus (ABP) non pratica l'estorsione, come ha certificato la corte di Amburgo sulla causa intentata da alcune società tedesche. Secondo l'accusa Eyeo, la società dietro ABP, avrebbe sfruttato il famoso strumento che blocca la pubblicità online per estorcere denaro alle aziende.  

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Come alcuni sapranno infatti AdBlock Plus permette alle aziende di pagare per far inserire i propri annunci in una lista (whitelist) di pubblicità tollerabili – sempre che seguano le linee guida. All'utente resta sempre la possibilità di bloccare anche questi "annunci accettabili". I due querelanti, Die Zeit e Handelsblatt, speravano che il giudice avrebbe messo fine a questa pratica, contando anche sul fatto che Eyeo è tedesca e sarebbe stata più semplice un'azione diretta sull'azienda.

Si chiedeva quindi al giudice che a Eyeo fosse proibito legalmente di bloccare le pubblicità sui siti gestiti dalle due società, ma il tentativo è fallito. Anzi, il giudice ha affermato che gli utenti hanno l'ultima parola su ciò che compare sui loro schermi. "Un diritto ovvio", ha commentato Ben Williams di Eyeo.

"Ora che le questioni legali sono fuori discussione", ha concluso Williams, "vogliamo metterci in contatto con altri editori, inserzionisti e creatori di contenuti per incoraggiarli a lavorare insieme ad AdBlock Plus invece che contro di loro. Sviluppiamo insieme nuove forme di annunci non intrusivi che risultino davvero utili e piacevoli per gli utenti; scopriamo nuovi modi di fare pubblicità migliori; spingiamo per creare un ecosistema Internet più sostenibile per tutti. Sapete dove trovarci".

Se Eyeo sta già guardando avanti comunque non è detto che la vicenda sia chiusa. L'accusa ha intenzione di fare ricorso e le due aziende citate sono "ancora convinte che AdBlock Plus sia uno strumento illegale e anticoncorrenziale".

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"Va contro la libertà di stampa. E per questo attenderemo le motivazioni della sentenza, le analizzeremo e prenderemo in considerazione le implicazioni di una procedura di appello", si legge nel comunicato stampa citato da Leo Kelion per BBC News.

AdBlock Plus poi sta affrontando altre cause tanto in Germania quanto in altri paesi. Williams quindi ha probabilmente esagerato dicendo che le questioni legali sono chiuse, ma di certo si è stabilito un precedente in favore di Eyeo.

Sarà senz'altro interessante vedere cosa c'è nelle motivazioni che hanno portato il giudice a decidere in favore di ABP. È stato sancito il diritto dell'utente a decidere cosa visualizzare sul proprio schermo, e questo è senz'altro importante, ma almeno per ora non è stato detto nulla riguardo all'uso della Whitelist come strumento per farsi pagare dalle aziende.

Sta di fatto che alcune tra le società più grandi del mondo, tra cui Google, Microsoft e Amazon hanno deciso di pagare. È chiaro che l'hanno fatto per tutelare il proprio fatturato, e molti dipingono questo quadro come un vero e proprio racket mafioso per l'estorsione – una definizione che secondo Eyeo è "imprecisa e sbagliata".

Ecco, su questo aspetto non si è detto nulla di definitivo e di certo se ne parlerà ancora parecchio. Eyeo da parte sua sottolinea il successo di ABP, già scaricato oltre 400 milioni di volte, e fa notare che l'inclusione nella Whitelist è gratis per blog e siti di piccole e medie dimensioni.