AltroConsumo critica il bando Wimax

La nota associazione dei consumatori si rivolge al TAR del Lazio per fermare il bando Wimax.

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a cura di Dario D'Elia

Anche l'associazione AltroConsumo si è schierata contro la delibera AGCOM che regolamenta l'assegnazione delle frequenze Wimax. Nel procedimento, presso il TAR del Lazio, che vede coinvolta MGM Production e l'Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni (AGCOM), gli avvocati Carmelo Giurdanella e Guido Scorza di Altro Consumo hanno espresso in dettaglio ogni criticità.

Tre gli elementi chiave che giustificherebbero questa presa di posizione ci sono:

- si consente agli operatori già detentori di licenze UMTS di partecipare alla gara per l'assegnazione dei nuovi diritti d'uso per il Wimax; infatti, solo uno dei tre diritti d'uso posti a gara viene riservato ad operatori che non detengano già diritti d'uso relativi alla rete UMTS, con la conseguenza di consentire un rafforzamento dell'oligopolio di TIM, Vodafone, Wind e H3G nel settore della telefonia mobile;

- non si impedisce all'incumbent, Telecom Italia, di partecipare alla gara di assegnazione dei diritti d'uso delle nuove frequenze, consentendo all'ex monopolista di rafforzare la propria posizione dominante;

- si adotta il sistema della gara con aggiudicazione alla migliore offerta economica, senza valutare in alcun modo i migliori piani di investimento e di sviluppo (come invece avviene nella maggior parte degli altri paesi europei), sistema - quest'ultimo - che consentirebbe di ridurre i costi finali per gli utenti-consumatori.

AltroConsumo, in pratica, sostiene che "la delibera dell'Autorità e il successivo bando del ministero delle Comunicazioni impongono limitazioni anacronistiche all'utilizzo della nuova tecnologia, come l'impossibilità delle antenne Wimax di collegarsi tra loro come ponti radio". Ed anche che "… il limitato numero di concessioni previste e la mancata adozione di licenze libere open spectrum, sistema che avrebbe consentito la destinazione di una porzione di banda larga liberamente utilizzabile a determinati servizi al cittadino, come i servizi erogati online dalle Pubbliche Amministrazioni, da fruire per via telematica, senza essere gravati da costi di connessione".

Insomma, come si legge sul comunicato ufficiale dell'associazione "Sfuma così, miseramente, l'opportunità di diminuire sino a eliminare il digital divide che marca alcune regioni d'Italia, dove la banda larga non è stata impiantata per scelte industriali di Telecom Italia, legittime dal punto di vista del business ma ovviamente non ispirate dall'obiettivo super-partes di far crescere tecnologicamente tutto il Paese".