Appena scartato lo Slate 21 suscita un po' di curiosità, certo, ma la prima impressione non è delle migliori. Plastiche economiche e un assemblaggio superficiale rendono infatti questo oggetto poco affascinante. Ancora prima di accenderlo poi si nota un difetto che probabilmente comprometterà l'ergonomia: lo schermo è circondato da una cornice un po' più alta del pannello stesso. Si crea così un "gradino" che renderà gli scorrimenti del dito scomodi, soprattutto per chi è abituato a un moderno smartphone. E purtroppo l'esperienza d'uso ha confermato questa prima impressione, anche se il problema è meno grave di quanto previsto.
 | HP Slate 21 |
Non è molto bello da vedere, ma comunque può stare su un tavolo nello studio o nella camera dei ragazzi senza distruggere l'estetica dell'ambiente. Sul lato destro ci sono cinque tasti di controllo (volume, luminosità e accensione) facili da raggiungere, ma bisognerà farci l'abitudine. Una barretta in rilievo aiuta a individuarli senza guardare. A sinistra abbiamo invece la presa per le cuffie, lo slot per schede di memoria e una USB 2.0.
Altre due USB – sempre 2.0 - sono sul retro, accanto alla porta Ethernet e al collegamento per l'alimentazione. Questo gruppo di connettori è sotto a uno sportellino rimovibile: una buona idea, perché una volta collegati i cavi non ci si dovrà rimettere più mano. Le due USB infatti sono idealmente quelle da usare per tastiera e mouse.
L'HP Slate 21 è sostanzialmente un grosso tablet Android privo di batteria, che si sostiene su una staffa piuttosto versatile: l'inclinazione minima infatti lo porta a circa 30 gradi sul piano del tavolo, e quella massima a poco più di ottanta. Passando alla parte frontale, intorno allo schermo c'è una cornice bianca non proprio bella da vedere. In alto, in posizione centrale, abbiamo la webcam e il microfono, mentre la parte inferiore o occupata da una griglia grigia che nasconde gli altoparlanti.
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Finito il primo esame, è tempo di accendere lo Slate 21 e cominciare a usarlo.