Nel 2025, il colosso di Cupertino prevede di integrare nei suoi dispositivi oltre 19 miliardi di chip prodotti sul suolo americano, segnando un importante traguardo per la filiera tecnologica statunitense. Durante l'ultima conference call con analisti e investitori, Tim Cook ha rivelato che una porzione significativa di questi componenti proverrà dagli stabilimenti TSMC in Arizona, rafforzando la strategia di diversificazione produttiva di Apple al di fuori dell'Asia. Questa mossa si inserisce in un più ampio piano di investimenti che vedrà l'azienda impegnare 500 miliardi di dollari nelle proprie strutture americane nei prossimi quattro anni, consolidando ulteriormente la presenza tecnologica USA nel panorama globale dei semiconduttori.
Sebbene i processori di punta come gli Apple Silicon (che potete trovare sulla linea MacBook Air disponibile su Amazon) continuino ad essere fabbricati principalmente negli impianti taiwanesi di TSMC, l'azienda di Cupertino sta gradualmente ampliando la sua catena di approvvigionamento sul territorio americano. "Ci approvvigioniamo anche di vetro utilizzato nell'iPhone da un'azienda americana. In totale, collaboriamo con oltre 9.000 fornitori negli Stati Uniti, distribuiti in tutti i 50 stati", ha dichiarato Cook, sottolineando l'impatto economico di Apple sull'industria nazionale.
Il Fab 21 di TSMC in Arizona, pur producendo solo "decine di milioni" dei 19 miliardi di chip previsti, rappresenta un primo significativo passo verso una maggiore indipendenza dalla produzione asiatica. Questo stabilimento si concentrerà su processi produttivi a 4nm e 5nm, tecnologie che, seppur non all'avanguardia come i 3nm utilizzati negli ultimi dispositivi Apple, rimangono essenziali per numerosi prodotti dell'azienda che continuano a vendere milioni di unità.
La strategia produttiva di Apple riflette la crescente tendenza alla regionalizzazione delle catene di approvvigionamento tecnologiche, accelerata dalle tensioni geopolitiche e dalle lezioni apprese durante la pandemia. Tuttavia, è importante notare che la maggior parte dei processori progettati internamente da Apple continuerà a essere fabbricata a Taiwan, almeno nel breve termine.
Ma quali sono esattamente i chip che Apple acquista già negli Stati Uniti? Mentre i componenti principali come SoC, memoria, modem e sensori fotografici provengono ancora principalmente da produttori asiatici come TSMC, Micron, Samsung, SK hynix e Sony, i dispositivi Apple contengono decine di circuiti integrati più semplici che non richiedono tecnologie di fabbricazione all'avanguardia e che vengono già prodotti in America.
Questi componenti meno appariscenti ma fondamentali includono amplificatori, circuiti di gestione dell'alimentazione (PMIC), driver per display, moduli front-end radio (FEM), microcontrollori, retimer, moduli Wi-Fi/Bluetooth, controller Ethernet e molti altri. La loro produzione è distribuita tra diversi stati americani, contribuendo significativamente al conteggio totale di 19 miliardi di chip citato da Cook.
L'impegno di Apple per rafforzare la sua presenza produttiva negli Stati Uniti va oltre l'approvvigionamento di chip. Il recente annuncio di un investimento di 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni nelle proprie strutture americane testimonia la volontà dell'azienda di consolidare la propria impronta industriale nel paese.
Questo massiccio piano di espansione coinvolgerà diversi stati, tra cui Michigan, Texas, California, Arizona, Nevada, Iowa, Oregon, Carolina del Nord e Washington. L'azienda prevede di ampliare le operazioni esistenti e assumere nuovo personale in queste località, creando migliaia di posti di lavoro qualificati nell'industria tecnologica americana.
Tra i progetti più significativi figura la costruzione di una nuova struttura in Texas dedicata alla produzione dei server AI di Apple, un settore strategico in cui l'azienda sta investendo massicciamente per competere con rivali come Microsoft e Google. Questa mossa sottolinea l'impegno di Apple non solo nel rafforzare la propria catena di approvvigionamento, ma anche nel mantenere la leadership tecnologica in settori emergenti e ad alto valore aggiunto.
La strategia di Cook si allinea perfettamente con le politiche federali di incentivazione della produzione di semiconduttori sul suolo americano, come il CHIPS Act, che stanzia miliardi di dollari per rafforzare l'industria dei chip negli Stati Uniti. In questo contesto, la collaborazione con TSMC in Arizona rappresenta solo l'inizio di un più ampio processo di reshoring tecnologico che potrebbe ridisegnare la geografia produttiva del settore nei prossimi anni.
Se i chip Apple sono quasi tutti realizzati con l'ultimo PP disponibile e quindi fatti a Taiwan, qui si parla solo delle briciole con margini risibili per le fabbriche USA. Un sacco di parole e comunicati per dire che finché TMSC non porterà il PP di punta in USA o che un competitor (Intel) di TMSC compaia sul radar non c'è trippa per gatti: gli USA non avranno la leadership nella produzione di chip e tantomeno il bonus dei margini.
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