Bitcoin è una bolla? Cerchiamo la risposta nella Storia

Bitcoin è ancora la criptomoneta più forte, e ormai non passa ora senza che qualcuno parli di bolla. Nessuno in verità può prevedere il futuro, ma possiamo guardare alla storia per farci un'idea di come stanno andando le cose.

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a cura di Andrey Vedishchev

È opportuna una premessa. Le prime righe di questo articolo sono state riscritte molte volte. Così tante volte, in effetti, che se volessimo contarle sulle dita delle mani ci vorrebbero quelle dell'autore, del nonno e dello zio. Succede a tutti quelli che scrivono per mestiere, arriva il giorno in cui ti interroghi sulla tua capacità di essere imparziale - a volte anche i migliori falliscono, figuriamoci se si tratta di me. Mi sono sforzato quanto più possibile per essere più super partes.

LCalek
Bolle di sapone: LCalek / Depositphotos

Tempo fa ebbi il piacere di apprezzare una teoria quantomeno singolare, la "Teoria dei corsi e dei ricorsi", formulata da Giambattista Vico - filosofo e giurista vissuto tra il XVII e il XVIII secolo. Questa teoria sosteneva che alcuni accadimenti si ripetessero con le stesse modalità, anche dopo anni, decadi, secoli. E ciò non avveniva casualmente, ma era un disegno della divina provvidenza. Un'idea che sembra curiosamente adeguata al tema di cui si occupiamo oggi.

Il carbone nel canale

Torniamo per un istante nell'Inghilterra di fine diciottesimo secolo: venivano posti i primi tasselli per l'inizio della prima rivoluzione industriale che sarebbe poi divampata di lì a qualche decade, certo, ma l'attenzione ricadrà oggi su un altro fenomeno: la cosiddetta "Canal Mania". Mania dei canali.

A partire dal 1750 circa, si fece piuttosto pressante il problema del trasporto del carbone. Le ferrovie si starebbero sviluppate solo alcuni anni dopo, e il cavallo non era sufficiente. Così il duca di Bridgewater pensò di rispolverare l'antica arte della costruzione di canali e collegare così Manchester e Liverpool, grandi città industriali già all'epoca.

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Grand Junction Canal e stazione di Berkhamsted (Wikimedia)

Detto, fatto. Il prezzo del carbone praticamente dimezzò, ma il patrimonio del duca aumentò drasticamente negli anni successivi grazie a questa intuizione. Nacque una vera e propria moda: i canali sembravano lo strumento più idoneo per trasportare grandi quantità di merci. Venne addirittura costituita una borsa valori a Liverpool (il London Stock Exchange nasce solamente nel 1801) per scambiarsi azioni che avrebbero costituito quote di partecipazioni in opere di quel tipo.

Le azioni del "Grand Junction Canal", schizzarono nel solo mese di ottobre 1792 da 100 a ben 472 sterline. Un aumento decisamente vertiginoso. La febbre però non sarebbe durata a lungo: nel gennaio dell'anno successivo la Francia dichiarò guerra all'Inghilterra e, si sa, le guerre sono il nemico numero uno dello sviluppo economico. Le conseguenze furono brutali: il mostro dell'inflazione portò il costo della vita alle stelle e gli investitori liquidarono in fretta e furia i loro investimenti in quote di canali portando il prezzo delle stesse azioni ad un prevedibile tracollo.

Potremmo dire che le azioni Grand Junction Canal, dunque, furono una bolla economica vera e propria. Ma saremmo più adeguato parlare di bollicina, in proporzione a ciò che sarebbe accaduto dopo.