C'è chi ha clonato un gruppo di amici usando l'IA

Un data scientist di nome Izzy Miller ha provato a clonare la sua chat di iMessage con l'IA e il risultato è sorprendente.

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Si può ricreare un gruppo di messaggistica, composto da alcuni nostri amici, con un'intelligenza artificiale? È la risposta che ha cercato di dare Izzy Miller, data scientist che ha preso più di 500 mila messaggi provenienti da un suo gruppo chat di ben 7 anni per allenare un'intelligenza artificiale e permettergli di ricreare... i suoi amici.

Sfruttando LLaMA, il modello di linguaggio di Facebook trapelato qualche tempo fa e con circa le stesse capacità di GPT-3 di OpenAI, Izzy Miller ha creato un gruppo chat iMessage praticamente identico al suo gruppo reale di amici, con i messaggi che si sono scambiati nel corso di questi 7 anni, sin dai giorni del college. Per realizzare questo esperimento ci sono voluti un centinaio di dollari e qualche fine settimana, ma è bene chiarire che è molto più complesso di quanto si pensi e solo una persona con delle competenze concrete sull'intelligenza artificiale potrebbe ricrearlo, anche se comunque è drasticamente più semplice rispetto a diversi anni fa quando servivano mesi di lavoro e un team dedicato.

Per crearlo, infatti, si parte da un modello linguistico di grandi dimensione chiamato LLM, un sistema che agisce su enormi quantità di testo prelevato da una fonte o dal web. Successivamente lo stesso modello, che nasce grezzo, viene perfezionato manualmente. Nello specifico caso di Miller, il sistema ha ordinato i 500 mila messaggi per autore, chiedendogli successivamente di replicare la personalità delle singole persone.

A ogni modo, l'esperimento ha funzionato così bene da lasciare sorpreso lo stessi Miller, che ha dichiarato "Sono rimasto davvero sorpreso del grado di conoscenza di chi eravamo, non solo del nostro modo di parlare" ha poi continuato "Sa cose su chi frequentiamo, dove siamo andati a scuola e il nome della casa in cui abbiamo vissuto". Non solo, a quanto pare il data scientist ha anche specificato che gli amici artificiali usavano le stesse espressioni e modi di fare di quelli reali, elemento che rendeva le conversazioni molto reali. Ovviamente il modello non è ancora perfetto: per esempio, le IA considerano ex ragazze come partner attuali, o impieghi del passato come lavori odierni.

Miller ha fatto notare che l'idea dei fatti del sistema non si basa su una comprensione olistica della chat, ma sul volume dei messaggi. In altre parole, più si parla di qualcosa, più è probabile che i bot vi facciano riferimento. Un risultato inaspettato è che i cloni dell'intelligenza artificiale tendono a comportarsi come se fossero ancora all'università, dato che è il periodo in cui la chat di gruppo era più attiva.

Nel momento in cui il progetto è stato condiviso su Hacker News, gli utenti del sito si sono spaventati e hanno ipotizzato come questi sistemi potrebbero essere utilizzati per scopi inquietanti, come per esempio lo sfruttamento da parte delle grandi aziende per replicare copie digitali degli utenti.

Insomma, certamente un'idea carina e divertente, ma che inevitabilmente potrebbe generare polemiche e dissensi da parte di molti utenti. Dopotutto questo potrebbe aiutare a combattere la solitudine, ma anche generare altri problemi.