ChatGPT lavora al posto mio, così ora faccio un secondo lavoro

Per alcuni gli algoritmi sono una minaccia al posto di lavoro, ma per altri una notevole risorsa

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Che ChatGPT sia uno strumento utile per molti lavori ormai è cosa nota, ma alcuni casi sono più notevoli di altri. In particolare, ci sono lavoratori ai quali ChatGPT risulta così utile che hanno potuto iniziare un secondo lavoro. E, in almeno un caso, è stato proprio l’algoritmo a facilitare la seconda assunzione. Il tutto, ovviamente, all’oscuro del datore di lavoro principale.

È quanto emerge da una serie di intervista svolte dai reporter di Vice, a professionisti e lavoratori che usano ChatGPT su base quotidiana.

Il punto di partenza è un fenomeno precedente: durante la pandemia, con il diffondersi del lavoro da casa, in molti si sono ingegnati per farci stare un secondo lavoro - arrivando in alcuni casi a un vero e proprio sovraccarico.

Più di recente, invece, qualcuno ha pensato di fare la stessa cosa ma usando l’algoritmo come assistente personale. Un assistente prezioso, visto che è stato usato anche per scrivere le lettere di presentazione.

"È l'unica ragione per cui ho ottenuto il lavoro quest'anno", ha detto Ben (nome inventato) a Vice. "ChatGPT fa tipo l'80% del mio lavoro, se devo essere sincero". E ha aggiunto: "Posso semplicemente dirgli di creare una storia e lui la fa per me, in base al contesto che gli ho dato" - ma specifica poi che “a volte” il testo generato ha bisogno di ulteriori modifiche.