Conclusioni: con Sandy Bridge l'overclock diventa efficiente

Recensione - Test in overclock del processore Core i7-2600k, basato su architettura Sandy Bridge.

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a cura di Tom's Hardware

Conclusioni: con Sandy Bridge l'overclock diventa efficiente

In questo articolo non abbiamo cercato la frequenza più elevata raggiungibile da un processore Sandy Bridge. Per farlo avremmo dovuto usare un sistema di raffreddamento più aggressivo, tensioni più elevate e lasciar perdere l'efficienza. Restando entro i limiti che ci siamo preposti, i BIOS in circolazione permettono comunque frequenze fino a 5,7 GHz, con il moltiplicatore 57x, e un più che discreto incremento del BCLK. Questo è il massimo per ora, anche se gli ingegneri Intel ci hanno detto che intendono spostare ulteriormente il limite del moltiplicatore.

In pratica dovreste riuscire a raggiungere una frequenza tra circa 4.5 e 5 GHz con raffreddamento ad aria su tutti i processori Core della serie K basati sull'architettura a 32 nm Sandy Bridge.

Dai nostri test possiamo trarre tre conclusioni:

1. Sandy Bridge si overclocca bene

Non serviva certamente questo articolo per vedere che i processori Sandy Bridge si overcloccano bene, almeno per quanto riguarda i processori Core i5/i7 della serie K. Superare i 4 GHz è facile, anche senza un incremento di tensione; e il nostro sample è rimasto stabile fino a 5 GHz con il dissipatore standard.

2. L'overclock non baratta più l'efficienza per le prestazioni

I processori di generazione precedente sacrificavano l'efficienza se overcloccati, ma con SandyBridge i consumi scalano quasi linearmente con la frequenza. L'overclock quindi non pesa sui consumi totali, almeno se si resta entro i limiti della PCU.

Se aumentate la velocità del processore, consumerete più energia, ma il carico di lavoro si completerà più rapidamente, tempo quindi il consumo totale è simile. Il consumo è quindi simile sia a frequenze standard sia in overclock, grazie anche a consumi in idle praticamente costanti.

3. Overclocking per tutti

È in corso un cambiamento di paradigma, infatti le prestazioni non sono più indicate tassativamente dalla frequenza di clock, ma dal limite di consumo del processore. Tale limite serve a mantenere il processore entro i limiti del TDP, e da questo si può capire che la l'unità di controllo energetico è una sorta di "rete di sicurezza" per l'overclock. Se si applica alla CPU un sistema di raffreddamento adeguato si può creare una configurazione affidabile anche a frequenze estreme, che ridurrà automaticamente le frequenze se i consumi – quindi il calore prodotto – diventano eccessivi.

La prossima architettura di Intel sarà a 22 nm, e avrà il nome in codice Ivy Bridge. Non ci aspettiamo cambiamenti fondamentali nell'architettura, ma siamo curiosi di vedere se Intel continuerà a migliorare l'efficienza energetica. Il miglioramento dell'efficienza farà sì che l'architettura Haswell a 22 nm, successore di Ivy Bridge, farà ripartire la corsa ai Ghz? Diteci la vostra opinione nei commenti!

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