Dopo la memoria flash, ecco i punti quantistici

Per aggregare velocità e bassi consumi, dei ricercatori tedeschi stanno studiano la possibilità di impiegare delle serie di "punti quantistici" per l'archiviazione dati non volatile.

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a cura di Andrea Ferrario

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La memoria flash è ormai alla base di tutti i dispositivi elettronici portatili che necessitano di spazio per l'archiviazione dei dati. Tuttavia, rispetto alla memoria DRAM, quella flash ha dei tempi d'accesso molto lenti, ma è più parsimoniosa in termini di energia necessaria per il funzionamento. Per aggregare velocità e bassi consumi, dei ricercatori tedeschi stanno studiano la possibilità di impiegare delle serie di "punti quantistici" per l'archiviazione dati non volatile.

Un punto quantistico è una piccola serie di atomi confinati in uno spazio tale che limita il movimento degli elettroni, costringendo l'insieme a comportarsi come un unico atomo. Le proprietà del punto quantistico possono essere modificate cambiandone la dimensione o interagendo sugli atomi costituenti.

I ricercatori si sono concentrati sugli atomi che compongono il punto quantistico, effettuando esperimenti sul silicio e il germanio, e misture più complicate di gallio, indio, arsenide, alluminio e antimonio. Le misurazioni effettuate hanno rilevato che il punto quantistico avrebbe tempi di accesso di circa 10 ns, e un tempo di refresh non superiore ai 0.7 Hz. Inoltre, nel migliore dei casi, una memoria di questo genere sarebbe in grado di mantenere le informazioni memorizzate per un milione di anni.

Queste potenzialità sarebbero date dalla malleabilità della struttura quantistica, di molto superiore rispetto a quella classica delle memorie flash. Ora rimane da vedere se questi studi si concretizzeranno in veri dispositivi per l'archiviazione dati.