Facebook traccia tutti su Internet, anche chi non è iscritto

Una ricerca dimostrerebbe che Facebook traccia praticamente chiunque usi Internet in aperta violazione con le vigenti leggi europee sulla protezione dei dati personali. Il social network afferma che lo studio ha delle imprecisioni ma per ora non ha dato risposte più specifiche.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Facebook traccia tutti noi in violazione delle norme europee. Questa è la conclusione a cui sono giunti Brendan Van Alsenoy e  Günes Acar, ricercatori dell'università belga di KU Leuven (Interdisciplinary Centre for Law and ICT, ICRI/CIR).

Il social network infatti mette cookie traccianti sul computer di chiunque visiti una pagina su Facebook o anche un sito che integri il pulsante "mi piace", e usa poi questi cookie per mostrare annunci pubblicitari mirati (all'interno di Facebook). Il tracciamento non riguarda solo gli utenti Facebook registrati, ma anche chi non è loggato e persino chi non ha un account.

timeline facebook privacy gestione

Ci sarebbe una violazione perché la legge europea obbliga ad avvisare l'utente e a ottenerne il consenso informato. Dopodiché i ricercatori hanno scoperto che Facebook continua con il tracciamento anche dopo che l'utente ha esplicitamente chiesto il contrario tramite una pagina dedicata.

La ricerca fa seguito a una prima indagine secondo la quale l'accordo che Facebook propone agli utenti viola le norme europee, nella revisione pubblicata lo scorso 30 gennaio. Già diverse settimane fa i ricercatori avevano sottolineato che agli utenti è richiesto troppo sforzo per trovare l'opzione da selezionare per bloccare il tracciamento.

Un articolo comparso ieri su The Guardian è molto critico verso Facebook e afferma senza mezzi termini che l'azione di tracciamento è apertamente illegale, perché manca d'informare adeguatamente l'internauta e non fornisce una procedura semplice per manifestare il proprio dissenso.

"Crediamo che Facebook abbia il dovere legale di sviluppare i propri servizi in modo che favoriscano la privacy", ha commentato Brendan Van Alsenoy, per poi suggerire al social network di creare strumenti specifici che soddisfino la normativa europea.

I rappresentanti del social network hanno risposto ai report del Guardian e affermano che la ricerca "contiene inaccuratezze", e sottolineano il fatto di non essere mai stati contattati dagli autori così da poter dare spiegazioni. Gli autori non hanno nemmeno invitato Facebook a commentare la ricerca dopo la pubblicazione.

Esiste comunque un indirizzo email per inviare i propri commenti direttamente agli autori. "Al momento non siamo stati contattati da Facebook né abbiamo ricevuto richieste d'incontri. Non ci sorprende che Facebook abbia un'opinione diversa riguardo alle richieste delle leggi europee sulla protezione dei dati. Ma se Facebook crede che la nostra pubblicazione contenga degli errori, saremo felici di valutare ogni commento specifico che vorrà fare".