Gli italiani preferiscono le Smart City, ecco i risultati di una ricerca Intel

Uno studio condotto da Intel in collaborazione con Pepe Research mostra che gli italiani preferiscono vivere in Smart City.

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a cura di Antonello Buzzi

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Stando a uno studio condotto da Intel in collaborazione con Pepe Research, il concetto di Smart City è familiare a circa metà degli italiani, soprattutto se si prendono in considerazione le fasce più giovani, socioeconomiche e culturali medio-alte, ma rimane un termine piuttosto oscuro all’altra metà. Una Smart City deve essere al passo con l'innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale, ma l'età, a quanto pare, fa porre l'accento su diverse problematiche. Mentre le persone più mature danno maggiore peso alla sicurezza, i più giovani, la cosiddetta generazione Z, dimostrano maggiore attenzione (+10% rispetto alla media) all’ambiente.

Andrea Toigo, EMEA IoT Manager di Intel, ha commentato i risultati in questo modo:

Le città moderne crescono rapidamente, con un 55% della popolazione mondiale che vive in una città e una crescita prevista del 13% entro il 2050. Le città vivono la sfida di fornire servizi di migliore qualità e più sostenibili, di migliorare la sicurezza pubblica, di affrontare problematiche ambientali e di promuovere l’economia locale. Per ottenere tutto questo si guarda a soluzioni tecnologiche. Tecnologie quali la Internet of Things (IoT), l'intelligenza artificiale (AI) e il 5G possono sostenere le città nel migliorare i servizi, la sicurezza, l’ambiente e la pianificazione urbana. La portata e l’impatto sono ampi, ma ogni applicazione comporta un miglioramento nella qualità della vita dei cittadini.

Purtroppo, sembra che le città italiane vengano mediamente considerate poco "smart", con una media di 5/10, ma, ovviamente, ci sono anche le eccezioni. Il 13% del campione ritiene infatti di vivere già in una città “molto smart”: in cima alla classifica troviamo Milano con una valutazione media di 6,2/10, seguita da Bologna e Padova con 6/10, successivamente si posizionano Napoli, Genova e Catania, mentre Roma è riuscita a strappare solo una valutazione di 4,3/10. Per quanto riguarda il futuro, fortunatamente prevale l'ottimismo, visto che il 68% del campione ritiene che la propria città sarà notevolmente più smart fra 10 anni.

Elena Salvi, Partner di Pepe Research, ha aggiunto a riguardo:

Gli italiani sono legati al loro territorio, tuttavia l’idea della Smart City è effettivamente attraente, con un 60% di cittadini che si dichiara disposto a trasferirsi in una Smart City se si trovasse nella sua regione. Attualmente gli italiani riconoscono un livello di “smartness” alle loro città quando si tratta di economia locale, servizi e mobilità, ma sono convinti che sia necessario ancora parecchio lavoro per quanto riguarda l’ambiente e la cittadinanza attiva. Ora è il momento giusto per portare avanti piani di intervento intelligente sull’ambiente, un elemento fondamentale nel rendere più attrattive le nostre Smart City.

La maggior parte del pubblico intervistato (ben l'87%) sarebbe disposta a trasferire le proprie attività in una Smart City, se questa fosse a mezz’ora di distanza dalla loro località di residenza. Con l'aumentare della distanza, diminuisce il numero di cittadini italiani disposti a spostarsi, con il 57% del campione che sarebbe disposto a spostarsi quotidianamente verso una Smart City se questa fosse un’ora di distanza, mentre il 29% sarebbe anche disponibile a una trasferta di due ore per accedere a uno stile di vita più “smart”. Inoltre, il 68% dei cittadini dichiara di essere disposto a sostenere un costo economico per vedere la propria città diventare una Smart City, a partire da circa 150 euro in più all'anno.

Ultimo, ma non certo per importanza, il tema dello Smart Working, reso popolare dalla pandemia nel corso degli ultimi due anni, con il 79% delle persone che ha apprezzato molto l'esperienza e vorrebbe continuare a lavorare in questa modalità, ma secondo molti le attuali pratiche dovrebbero essere migliorare per rendere davvero più "smart" il lavoro.