Il raffreddamento a immersione si prepara a fare il salto dai server ai componenti di storage enterprise. Goodram Enterprise, azienda polacca specializzata in soluzioni per data center, ha annunciato un SSD QLC da 123TB progettato nativamente per funzionare completamente sommerso in fluidi dielettrici.
Goodram DC25F adotta il fattore di forma E3.S/E3.L, standard emergente per storage ad alta densità nei server di nuova generazione. Con i suoi 122,88TB di capacità, non detiene il record mondiale (che appartiene a un modello da 245TB), ma rappresenta probabilmente il primo SSD di questa classe di capacità con supporto ufficiale e certificato per l'immersione in liquidi refrigeranti. La differenza non è banale: mentre tecnicamente qualsiasi SSD può sopravvivere temporaneamente in fluidi dielettrici, Goodram garantisce test approfonditi e protezioni specifiche per assicurare affidabilità a lungo termine.
Le prestazioni del drive riflettono la natura QLC della memoria NAND utilizzata: velocità sequenziali di 14.600 MB/s in lettura e 3.200 MB/s in scrittura, con operazioni random che raggiungono 3.000 IOPS in lettura e 35.000 IOPS in scrittura. La resistenza è calibrata per carichi di lavoro read-intensive, con 0,3 scritture complete del drive al giorno su un ciclo di vita quinquennale. Si tratta di specifiche tipiche per storage di massa in ambito cloud e object storage, dove la priorità è massimizzare la densità per terabyte piuttosto che le prestazioni di scrittura sostenute.
L'azienda polacca non si limita al modello flagship: il portafoglio di SSD compatibili con l'immersione include anche formati M.2 2280/22110, E1.S e U.2/U.3, utilizzando sia memoria QLC che TLC. Questa diversificazione suggerisce una strategia a lungo termine, non un singolo prodotto dimostrativo. Tutti i modelli hanno superato i test di compatibilità con Shell S5X e Chevron Synfluid PAO 4, i due fluidi dielettrici più diffusi nelle installazioni enterprise che adottano il raffreddamento a immersione.
Il timing dell'annuncio non è casuale. I data center dedicati all'addestramento e all'inferenza di modelli di intelligenza artificiale stanno affrontando una crisi termica: GPU come le NVIDIA H100 e le imminenti B200 generano carichi termici nell'ordine delle centinaia di watt per chip, con rack interi che superano i 100kW di dissipazione. I sistemi di raffreddamento a liquido tradizionali, basati su cold plate e circuiti chiusi, faticano a tenere il passo, mentre l'aria condizionata convenzionale è ormai inadeguata ed energeticamente insostenibile.
L'immersione completa dei server in fluidi dielettrici non conduttivi offre coefficienti di trasferimento termico superiori di ordini di grandezza rispetto all'aria e competitivi con i sistemi a liquido diretto. La tecnologia non è nuova – è stata sperimentata fin dagli anni '80 – ma solo recentemente le economie di scala e la pressione sui costi energetici l'hanno resa commercialmente attraente per deployment su larga scala. Aziende come Microsoft, GRC e LiquidStack stanno già testando o implementando soluzioni di questo tipo nei loro data center.
Gli SSD tradizionali non richiedono tipicamente raffreddamento così aggressivo, operando comodamente con dissipazione passiva o attiva limitata. Tuttavia, in un ambiente dove l'intero server è immerso, ogni componente deve essere compatibile con il fluido refrigerante. Goodram si posiziona anticipando questa transizione: quando e se il raffreddamento a immersione diventerà mainstream, i suoi drive saranno pronti per l'integrazione immediata senza compromessi su affidabilità o garanzia.
Resta da vedere quanto velocemente il mercato adotterà queste soluzioni. I fluidi dielettrici di qualità enterprise hanno costi significativi, e l'infrastruttura richiede riprogettazione completa rispetto ai data center tradizionali. Ma con le roadmap di NVIDIA, AMD e Intel che promettono GPU e CPU sempre più affamate di potenza nei prossimi anni, il raffreddamento a immersione potrebbe passare da nicchia sperimentale a necessità operativa più rapidamente di quanto molti prevedano.