La sequenza di caratteri FCKGW-RHQQ2-YXRKT-8TG6W-2B7Q8 potrebbe sembrare un codice casuale, ma per chiunque abbia vissuto l'epoca d'oro della pirateria informatica rappresenta molto di più: è la chiave che ha mandato in frantumi il sistema di protezione di Windows XP prima ancora che il sistema operativo arrivasse nei negozi. Dave W. Plummer, il leggendario sviluppatore Microsoft che ha creato il Task Manager e il sistema di attivazione dei prodotti Windows, ha finalmente svelato la verità dietro quello che considera "un disastroso leak" piuttosto che un brillante attacco informatico. La rivelazione, arrivata attraverso un post su X, getta nuova luce su uno degli episodi più imbarazzanti nella storia della sicurezza software di Microsoft.
Il sistema che doveva essere inviolabile
Il Windows Product Activation rappresentava all'epoca una rivoluzione nel campo della protezione software. WPA funzionava generando un ID hardware basato su processore, memoria RAM e altri componenti del computer, inviandolo poi a Microsoft insieme alla chiave del prodotto per la validazione. Qualsiasi chiave sospetta o non corrispondente avrebbe immediatamente segnalato l'installazione come pirata, creando quello che sembrava un muro invalicabile contro la copia illegale.
L'ironia della situazione emerge dalle parole stesse di Plummer: il sistema non fu mai realmente violato da hacker esperti. La famosa chiave era infatti una Volume License Key completamente legittima, inserita nella whitelist della logica di attivazione di XP. Quando gli utenti selezionavano l'opzione "Sì, ho una chiave del prodotto" e inserivano il codice, WPA semplicemente saltava il processo di attivazione, interpretando la situazione come una licenza aziendale volume che non necessitava di "telefonare a casa".
Cinque settimane di anticipo sul mercufficiale
Il gruppo warez 'Devil's Own' riuscì a mettere le mani sulla chiave ben cinque settimane prima del rilascio ufficiale di questa versione seminale di Windows. Microsoft aveva evidentemente sottovalutato i rischi di fornire ai grandi clienti aziendali chiavi VLK e supporti speciali, senza considerare adeguatamente le possibili fughe di notizie. Il risultato fu che la chiave divenne conoscenza comune nella comunità l33t ancora prima che Windows XP arrivasse al pubblico.
La situazione si aggravò quando i gruppi di pirateria riuscirono a ottenere anche i "supporti speciali" necessari. Come spiega Plummer, la chiave FCKGW era una chiave di licenza volume valida, quindi bastava abbinarla ai supporti volume speciali. Alla fine, entrambi gli elementi furono raggruppati e messi online dai pirati, creando un pacchetto completo che bypassava completamente le protezioni Microsoft.
L'epoca dei modem 56K e delle lunghe attese
Per comprendere l'impatto di questa fuga di notizie, bisogna ricordare il contesto tecnologico del 2001. La banda larga era ancora agli albori, con solo una famiglia su cinque che utilizzava connessioni internet sempre attive. Con un modem 56K, scaricare i 455,1 MB della release warez di XP "pre-attivato" richiedeva teoricamente un'intera giornata di download continuo. Gli appassionati più fortunati, dotati di una modesta linea ADSL da 512K, potevano completare l'operazione in circa due ore prima di masterizzare l'immagine ISO su CD.
Oggi, gli appassionati di retrocomputing possono ancora utilizzare questa famigerata chiave per far funzionare XP su vecchi sistemi o macchine virtuali. Tuttavia, Plummer avverte che FCKGW-RHQQ2-YXRKT-8TG6W-2B7Q8 è stata inserita nella blacklist anni fa, e le chiavi VLK sono state completamente rimosse con SP2 e versioni successive. Per chi fosse interessato a sperimentare con XP, le versioni più recenti come SP3 offrono maggiore stabilità e supporto per i driver moderni.