Larrabee a metà 2010, LGA 1156 per oltre due anni

Abbiamo intervistato Intel per fare un punto sulla situazione odierna e dare uno sguardo al futuro.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Larrabee a metà 2010, LGA 1156 per oltre due anni

TH: Intel ha in cantiere da diversi anni il progetto Larrabee. Ancora non c'è nulla di concreto e in molti si domandano cosa sta succedendo. Possiamo fare il punto della situazione e fare qualche promessa ai nostri lettori?

AT: Il progetto Larrabee sta procedendo. Si tratta di un progetto per un processore many-core ad alte prestazioni la cui prima versione sarà principalmente dedicata alla grafica di fascia alta; di fatto una GPU ad altissime prestazioni. Le prime schede grafiche basate su questa nuova famiglia di microprocessori vedranno la luce nella seconda metà del 2010, anche se le prime dimostrazioni delle capacità grafiche di questi prodotti sono già state dimostrate durante lo scorso Intel Developer Forum.

TH: Intel è accusata di cambiare socket troppo rapidamente, contrariamente ad AMD che assicura la compatibilità estesa negli anni. Cosa possiamo aspettarci da LGA 1156?

AT: da LGA 1156 possiamo aspettarci che sia il socket di riferimento per i processori "mainstream" di Intel per i prossimi 24/30 mesi e che sia la base unica per processori con grafica integrata e discreta.

TH: Passando alla tecnologia WiMAX, su cui Intel si è molto concentrata, nel nostro paese sembra essere ancora una chimera, mentre in altre nazioni del mondo è già realtà. Quali sono gli ingredienti mancanti, secondo voi, per il vero inizio di una diffusione su larga scala? Dobbiamo forse aspettare l'arrivo di una nuova tecnologia più "convincente"? (LTE)

AT: WiMAX è una tecnologia già matura la cui diffusione su larga scala è soggetta alle politiche dei singoli Paesi. In Italia abbiamo una infrastruttura dedicata alla comunicazione senza fili già molto evoluta e che copre una grandissima percentuale del territorio e dei suoi abitanti; WiMAX non si pone come alternativa alla rete presente, ma come integrazione in grado di contribuire, facilmente e a costi abbastanza contenuti, a colmare il cosiddetto digital divide tra aree metropolitane e zone rurali.