Il colosso di Santa Clara si trova ad affrontare una situazione tanto inaspettata quanto indicativa delle dinamiche attuali del mercato dei semiconduttori: la domanda di processori server e client sta superando la capacità produttiva dell'azienda. Una problematica che secondo le ultime dichiarazioni del Chief Financial Officer David Zinsner si protrarrà fino al primo trimestre del 2026, quando le scorte di chip rischiano di esaurirsi completamente. Si tratta di una carenza che paradossalmente testimonia la rinnovata competitività di Intel in segmenti dove aveva progressivamente perso terreno.
Durante una conversazione con Barron's, Zinsner ha evidenziato come il primo trimestre del 2026 rappresenterà il periodo più critico per soddisfare le richieste del mercato. La fonte di questa pressione produttiva risiede principalmente nell'incremento delle adozioni della piattaforma Xeon per data center, un settore che Intel aveva visto progressivamente conquistare da competitor come AMD negli ultimi anni. Il ritorno di interesse verso le soluzioni x86 del produttore californiano sta creando un effetto domino sulla capacità manifatturiera complessiva.
La lineup Xeon 6 'Granite Ridge' rappresenta l'offerta di punta di Intel per il segmento dell'intelligenza artificiale nei data center. Questo rinnovato interesse ha spinto l'azienda ad espandere le linee di produzione anche per tecnologie considerate ormai mature, come il nodo produttivo Intel 7. Nonostante gli sforzi per allineare la capacità produttiva alla domanda crescente, i vertici aziendali prevedono che i prodotti continueranno a scarseggiare per diversi mesi.
Come dichiarato durante la conference call sui risultati del terzo trimestre, il gruppo dirigenziale sta lavorando a stretto contatto con i clienti per massimizzare l'output disponibile. La strategia include aggiustamenti sui prezzi e sul mix di prodotti, orientando la domanda verso quei chip per cui esistono sia disponibilità produttiva che necessità da parte dei clienti. Un approccio pragmatico che testimonia la delicatezza dell'equilibrio tra diverse linee di business.
Sul fronte dei processori consumer, la famiglia Raptor Lake (come l'Intel Core i9-13900KS, acquistabile qui) sta sperimentando vincoli di capacità che non derivano esclusivamente da una domanda elevata. Il vero motivo risiede nella prioritizzazione della produzione di CPU server sui nodi come Intel 7, una scelta strategica che ha portato l'azienda ad aumentare i prezzi dei processori desktop. L'obiettivo è bilanciare le esigenze di entrambi i mercati, sebbene sia evidente che il segmento data center stia ricevendo la massima attenzione da parte del management.
L'ottimismo emerso dalla chiamata trimestrale con gli investitori riflette anche un aspetto cruciale della catena di approvvigionamento dell'AI: i volumi di produzione complessivi. Il CEO Lip-Bu Tan e il CFO Zinsner hanno dedicato ampio spazio a questa tematica, consapevoli che la capacità di soddisfare la domanda rappresenta un fattore determinante per riconquistare quote di mercato. La carenza di chip, pur costituendo una sfida operativa immediata, segnala parallelamente opportunità di crescita significative per la divisione foundry.