La nuova casta italiana degli installatori di router

Assoprovider è sul piede di guerra contro la nuova normativa che riguarda gli installatori di prodotti di rete. Si rischiano aumenti di prezzi e ostacoli al libero mercato. In ogni caso bisognerà aspettare il parere del Consiglio di Stato.

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a cura di Dario D'Elia

La patente che abilita all'istallazione di dispositivi di rete rischia di favorire la casta dei professionisti della vecchia scuola. Questo in sintesi il parere di Assoprovider, l'associazione dei piccoli provider. Secondo il presidente Bortolotto le nuove regole per l'istallazione e manutenzione degli apparati di rete (Montare un router in casa? Sì, ma solo alle prese) non solo aumenteranno i costi per le aziende e i consumatori, ma disattendono gli stessi principi della UE in materia di libero mercato.

La Patente

Attualmente la consultazione pubblica, che precede il vaglio definitivo del Consiglio di Stato, ha raccolto il parere negativo sia delle associazioni dei consumatori che dei piccoli operatori. Il problema è che secondo Bortolotto solo i vecchi installatori saranno avvantaggiati da questa normativa. Sebbene in molti casi le operazioni si siano estremamente semplificate, viene richiesta l'iscrizione a un albo. L'effetto collaterale è quello di consolidare la casta degli specialisti e sottendere al loro volere l'intero mercato.

Assoprovider stima un prezzo di 70/80 euro a chiamata per i privati, anche di fronte a "semplici" (gli spazi di manovra sono indicati nel testo, NdR) operazioni di configurazione. Il testo normativo insomma andrebbe modificato: perché oltre i 10 apparati connessi bisognerebbe chiamare un tecnico. Qual è la ratio?