La realtà non è come CSI, l'IA non migliora magicamente i video

Qualcuno sembra davvero credere che l'IA possa migliorare video e immagini come si vede in CSI, ma non funziona proprio così.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Avete presente quando, nelle serie poliziesche, usano un algoritmo sofisticatissimo che migliora incredibilmente la qualità di immagini e video, permettendo di scoprire dettagli prima praticamente invisibili? Bene, l'intelligenza artificiale non permette di fare cose del genere (almeno non per il momento), ma sembra che diverse persone la pensino diversamente. 

Un giudice dello stato di Washington si è trovato a dover bloccare l'uso di prove video "migliorate" dall'IA, sollevando questioni cruciali sull'affidabilità e sull'etica dell'utilizzo di tali tecnologie nei procedimenti legali.

I difensori dell'imputato hanno tentato di introdurre come prova un video registrato da un telefono cellulare di un passante, successivamente modificato con l'uso dell'intelligenza artificiale, nella speranza di ottenere dettagli più chiari delle immagini. Tuttavia, le implicazioni dell'utilizzo di tale tecnologia sono state rapidamente messe in discussione.

C'è la convinzione errata che l'IA possa rivelare informazioni visive nascoste o non chiaramente visibili in foto e video.

Il giudice Leroy McCullough, della contea di King, ha espresso preoccupazioni significative riguardo al processo non trasparente e ai metodi "opachi" utilizzati dall'IA per modificare il video, evidenziando come tali interventi potessero in realtà confondere ulteriormente le questioni anziché chiarirle. La sentenza del giudice McCullough sottolinea la possibilità che l'introduzione di prova "migliorata" dall'IA avrebbe potuto non solo confondere le testimonianze oculari, ma anche prolungare il processo con dibattiti tecnici sulla validità dei metodi dell'IA, non verificabili in modo indipendente.

L'avvocato della difesa aveva affidato il compito di migliorare il video a un perito in produzione video creativa, il quale, nonostante non avesse precedenti esperienze in casi penali, aveva utilizzato un tool di IA sviluppato da Topaz Labs, un'azienda con base in Texas. Questa decisione ha sollevato questioni fondamentali sull'accessibilità e l'applicabilità di tale tecnologia nel campo della giustizia.

L'avvento di strumenti di imaging potenziati dall'IA ha portato a diffuse incomprensioni riguardo alle capacità effettive di questa tecnologia. Vi è la convinzione errata che l'applicazione dell'IA a foto o video possa rivelare informazioni visive nascoste o non chiaramente visibili nell'originale. Contrariamente a questa credenza, i software di IA aggiungono informazioni mancanti, creando quindi dettagli che non erano presenti, il che potrebbe portare a interpretazioni distorte della realtà.