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3081

70 anni di evoluzione. Ripercorriamo la lunga storia dei mainframe.

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 24/09/2009 alle 11:46 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:15
  • La storia dei supercomputer, dal 1936 a oggi - Parte 2
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3081

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Alla fine degli anni '80 IBM rappresentava il simbolo incontrastato delle aziende tecnologiche, il culmine del successo, e quanto di buono potesse esserci nel settore. Ecco il ricordo di un operatore al primo giorno di lavoro:

"Durante il primo giorno di lavoro, fui messo di fronte a una macchina presentata nel 1981, il 3081. Avevo maturato un po' di esperienza con il vecchio Univac 1100/63 al college, ma prima di quel momento, ero più a mio agio con i micro-computer, che meglio si avvicinavano all'80386 e 68030. La mia prima impressione sui mainframe non fu molto positiva. Anche per gli standard dei micrcomputer dei tempi, l'interfaccia era molto primitiva e meno intuitiva rispetto a quella dei PC. Non rimasi impressionato. "

"La stanza era piena di una dozzina di 3081 e un grande numero di DASD. Avevamo sei stampanti, enormi, quasi quanto i mainframe. C'erano tre set di console, una per l'area stampanti e una per l'area dei supporti d'archiviazione, mentre i computer erano monitorati dalla console principale."

"Avevamo tre interfacce all'MVS, come era chiamato il sistema operativo, che significava Multiple Virtual Storage, mentre scherzosamente noi lo chiamavamo “Man Versus System”. C'era la console di sistema, disponibile essenzialmente per le operazioni TSO (Time Share Option) e OPC (Operation Planning and Control). TSO era quella che le persone usavano per fare il loro lavoro, mentre l'OPC serviva principalmente per la programmazione dei lavori che giravano sul sistema. Molti programmatori preferivano lavorare sul VM, che era un altro sistema operativo offerto da IBM per il 3081, prima di trasferire il lavoro alla macchina MVS."

"La nostra sede era responsabile per il CMR (Customer Master Record), che era usato da molte applicazioni e, a volte, anche direttamente dalle persone. Questo sistema funzionava su un'applicazione interna di IBM, chiamata AAS, che non fu mai venduta. C'erano anche alcune applicazioni su CISC, che era il prodotto venduto da IBM, ancora usato oggi da molte aziende. Molte di queste applicazioni erano critiche, e ogni down time era estremamente costoso. Infatti, si diceva che costasse a IBM un milione di dollari al minuto mentre era down. Dopo che queste applicazioni online andavano offline (solitamente attorno alle otto di sera), il processo di batch iniziava. I lavori erano programmati sull'OPC e inviati al Job Control Language (JCL). Il JCL poteva avviare molti esecutivi in un unico lavoro e specificava le risorse e gli ordini per gli eseguibili. Non si diceva esplicitamente nell'eseguibile a quale DASD accedere, poiché era il JCL a definire l'input e gli output. Come detto, i lavori erano tracciati nell'OPC, e gestiti in base al tempo o le dipendenze. Venivano inviati poi al Job Entry System (JES), e da li venivano eseguiti."

"Come detto, le interfacce erano povere rispetto ai PC dell'epoca, ma l'affidabilità del sistema operativo era superiore a quella dei derivati di Windows NE che usiamo oggi. Era una cosa che iniziai ad apprezzare con il tempo. Il 3081 era basato su un design diadico, ciò significa che era dotato di due processori che condividevano la stessa cache. Non potevano essere divisi in due computer, poiché erano inseparabili. Tuttavia, la sofisticazione del sistema operativo era tale che se uno dei processori si guastava, il sistema avrebbe continuato a lavorare. L'applicazione che stava usando il processore che si era guastato crashava, ma in maniera diversa dal solito, poiché il sistema operativo riconosceva il guasto e inviava l'applicazione in una determinava posizione, così potevamo intervenire. Non era, però, una situazione che si verificasse spesso.

I DASD invece si danneggiavano spesso, anche se nella maggior parte dei casi accadeva al momento dello spegnimento e accensione periodica. Questa situazione era abbastanza conosciuta, e disponevamo dei Team per le riparazioni.

Ogni processore 3081 lavorava a una velocità di 38.5 MHz. Secondo le misurazioni - ottimistiche - di Intel, il modello base era 21 volte più veloce del 3033UP, mentre il modello di punta (K), era 30 volte più veloce. L'uniprocessore 3083, per esempio, in verità lavorava il 15% più velocemente del 3081, quando il carico di lavoro non chiamava in causa il secondo processore del 3081. Il 3084 faceva parte dell'estensione di questa linea, e godeva di un paio di processori diadici. Diversamente dal 3081, poteva essere diviso in due sistemi separati. Un altro miglioramento rispetto al 3081 era la possibilità di indirizzare più di 16 MB, usando un indirizzamento a 31-bit, superiore a quello a 24-bit del 3033. Considerando che fu rilasciato quattro anni dopo il 3033, rappresentava un sostanziale miglioramento. L'hardware era buono e la stabilità del software incredibile.

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