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a cura di Dario D'Elia

Come si fa a non trasformare un articolo in un marchettone per un grande brand? Non lo so, ci provo. Venerdì scorso ho avuto la possibilità di assistere alle prove del Motomondiale. Una di quelle opportunità che ai comuni mortali possono capitare veramente poche volte. Insomma, partenza dalla sede centrale IBM/Lenovo di Milano, destinazione Mugello. In compagnia di altri giornalisti delle più note testate cartacee ICT attacco con la chiacchiera, e scopro che per gli addetti ai lavori si tratta quasi di ordinaria amministrazione. L’ICT è diventato importante anche per il Motomondiale; per la F1 è scontato, ma nel mondo dei centauri non pensavo proprio.

Il primo impatto… e non si vede neanche l’hospitality

Sulle moto fondamentalmente c’è solo una centralina per il controllo dei parametri del motore, niente di più. E a quanto pare nessuno ancora elude i regolamenti con sistemi elettronici per il controllo della trazione, come avviene da altre parti.

Nella valle del Mugello il sole picchia, e sebbene sia solo una giornata di prove il pubblico è già bello che assiepato. Non si contano i camper, le motociclette, le roulotte… Entriamo con i nostri bei pass e percorrendo una scalinata metallica arriviamo nel cuore pulsante del backstage. Tir, hospitality, box, venditori ambulanti… il suk del motomondiale.

La mitica clinica mobile del Dott. Costa

IBM/Lenovo sponsorizza il team Aprilia LCR della 250, gestito dal simpatico Lucio Cecchinello. I piloti sono Roberto Locatelli e l’australiano Casey Stoner. L’impatto con il box è strano. Fondamentalmente sembra di essere in un’officina meccanica, con profumi di olii – non essenziali – e carburante. Di solito in televisione sembrano degli allegri appartamenti che casualmente al centro invece di avere un divano dispongono di una motocicletta sui cavalletti. Beh, saranno 30 al massimo 40 metri quadri di attrezzatura, dove i meccanici si muovono come ballerine. In 10 minuti un ospite è in grado di urtare qualsiasi cosa… In un’altra stanzetta ci sono le "macchine", ovvero i computer portatili che servono ad analizzare i dati della telemetria scaricati – rigorosamente via cavo – dalle motociclette. Aprilia LCR, ovviamente, disponeva di IBM/Lenovo Thinkpad T42 Thinkpad T42. Senza particolari customizzazioni o taroccamenti da modder, svolgevano egregiamente il loro lavoro, almeno a detta dei tecnici. La prima considerazione riguarda la mancanza del sistema wireless: ebbene chiacchierando in giro ho scoperto che neanche in F1 lo utilizzano per i dati sensibili da elaborare. Il timore di infiltrazioni è altissimo.

Il massimo che si possa catturare con una normale 3 Megapixel di marca a circa 150 metri

Per la cronaca vedere questi bolidi sfrecciare sul circuito è impressionante. La televisione, e forse anche le tecniche di videoripresa, nonché registiche, non danno assolutamente la sensazione di quello che realmente avviene sull’asfalto. Diciamo che qualche videogioco è sicuramente più simile alla realtà. Il rumore dei finali, poi, completa lo spettacolo trasmettendo all’udito quei fantomatici 290 cavalli di alcune MotoGP. Quando le moto passando dai box i piloti tirano prontamente la leva della frizione, oltre che quella del freno: sembra di ascoltare lo sferragliamento di un treno. Ma non quello cadenzato, dato dalle giunture dei binari; una versione più irregolare con le stesse tonalità.

La più casinosa è sembrata la Kawasaki, insieme alla Ducati; la più delicata sicuramente la Suzuki, almeno in MotoGP. Le altre classi sono tutte più sopportabili.

Il dottore fuori dal MotorHome

Per quanto riguarda il fenomeno Valentino Rossi, certamente forse questo non è il luogo più adatto per una disquisizione sportiva. L’unica certezza è che è considerato un talento inavvicinabile – per bravura – anche dagli stessi addetti ai lavori. Sentirsi dire da un pilota, o ex pilota, che nessuno dispone delle stesse abilità fa un certo effetto. Per quanto riguarda il suo acerrimo rivale,che non nominerò per delicatezza, non mi esprimo sebbene abbia potuto aggiornarmi con qualche indiscrezione… fondamentalmente tutto ciò che pensano gli appassionati, non drogati dalle considerazioni regionalistiche, appartiene alla realtà.

E il futuro tecnologico del Motomondiale cosa nasconde? La prima novità potrebbe essere legata alla tecnologia bi-direzionale, ovvero quella che già in F1 permette ai tecnici del box di ricevere dati e intervenire sulle regolazioni del mezzo; qui si utilizza il wireless, ma pare che le semplici istruzioni non arrechino danno anche se intercettate . Il problema però è che i piloti di moto potrebbero non gradire soprattutto perché ogni piccola variazione di setting rischierebbe di metterli in pericolo nella curva seguente. Il rapporto uomo-macchina è più importante che in F1. Almeno per ora non vedrete mai un Daemon Hill vincere per caso il Campionato. E poi di solito, come ha già sentenziato la storia, non è sempre la motocicletta più potente o più semplice da guidare quella che ottiene la corona, giusto Honda?

Un’altra interessante novità sembra essere legata all’Aprilia. Pare che stiano sviluppando un particolare simulatore che dovrebbe permettere l’emulazione dei test su pista direttamente in laboratorio. Una soluzione hardware, software e di modelli in scala che potrebbe rivoluzionare il sistema di sviluppo delle nuove motociclette da competizione, e domani quelle per il mercato normale.

Il team Aprilia LCR

Ultima chicca. Alla mia domanda: "Ma come fa Lucio Cecchinello a parlare con noi e fra cinque minuti mettere la tuta e andare in pista per fare il tempo?" Risposta sorridente e sguardo obliquo: "Lui è il team manager, ha smesso di correre da qualche anno". Speriamo che mi invitino un’altra volta.