La polizia di Londra sta testando un software per predire il futuro e capire chi, quando e dove potrebbe commettere un crimine. Impossibile non pensare al film Minority Report e all'omonimo racconto d0 Phillip K. Dick, ma non siamo ancora a quel livello.
L'esperimento riprende attività simili già svolte altrove nel mondo, anche in Italia (vedi anche Esercito USA, al lavoro sulla previsione del futuro e La Polizia Italiana si attrezza per prevedere il futuro). Si basa su un software sviluppato da Accenture che raccoglie dati sull'individuo da diverse fonti - dagli archivi della polizia stessa ai social media – e poi vi applica un algoritmo che dovrebbe indicare le probabilità che il soggetto si renda colpevole di un crimine.
Minority Report
Janoowalla (Accenture) spiega che è uno strumento mirato all'ottimizzazione delle risorse, perché permette alla polizia di controllare più minacce possibili con investimenti ridotti rispetto a oggi. Lo studio in questione è stato incentrato sui membri di alcune gang criminali attive nella capitale britannica in un periodo di cinque anni.
Praticamente si sono esaminati quattro anni di dati, mettendo poi a confronto le previsioni del software con i fatti che si sono effettivamente verificati nel quinto per capire quanto è accurato il software. Secondo Janoowalla l'esperimento è stato un successo, ma non sono stati diffusi dati più precisi.
Minority Report |
Inevitabile la reazione allarmata delle associazioni che difendono la privacy e i diritti civili, sempre più preoccupate che si sviluppino veri e propri stati di polizia basati su strumenti di sorveglianza globale – su cui la Gran Bretagna tra l'altro è particolarmente avanzata rispetto al resto del mondo.
Il gruppo Big Brother Watch, in particolare, chiede che la polizia sia più trasparente riguardo ai dati utilizzati, i risultati ottenuti e i gruppi messi sotto controllo, oltre che sui modi in cui sarà usata questa tecnologia. Janoowalla ha risposto che il governo inglese già usa strumenti predittivi, e che l'unica differenza in questo caso è che il programma Accenture è pensato specificamente per le gang violente.
In effetti il prodotto Accenture è uno dei tanti che al momento sono usati in via sperimentale un po' in tutto il mondo. L'obiettivo è sempre ampliare la portata del controllo riducendo le spese, a cominciare dal personale operativo sulle strade. Il timore diffuso è che si passi da esaminare solo i criminali a monitorare tutti i cittadini.
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Questi strumenti permettono una vastissima raccolta di dati, che già ora non è necessariamente circoscritta alle persone sospette o potenzialmente pericolose. L'analisi dei volti con le telecamere sulle strade, la registrazione delle targhe in circolazione, l'elaborazione dei big data tramite strumenti potentissimi ci riguardano tutti, e questo mette molti in allarme.
"È chiaro che raccogliere e analizzare grandi set di dati può semplificare il lavoro della polizia", ha affermato il gruppo Statewatch, "ma tuttavia ciò non basta a giustificarne l'uso. Ci sono poteri di ogni sorta che si potrebbero dare alle autorità, ma non lo facciamo perché è necessario proteggere i diritti individuali e la legalità. L'efficacia (di uno strumento) non dovrebbe mai essere l'unica misura con cui si decide quali strumenti dare alle autorità".
"Obiettivi come l'individuazione del crimine, la prevenzione e la riduzione non possono da soli giustificare la raccolta e l'elaborazione di dati indiscriminati, conclude il documento teso a difendere la privacy e i diritti individuali. Siete d'accordo?