Lovable, la più famosa tra le piattaforme di vibe coding, si avvicina agli 8 milioni di utenti. L'azienda svedese, fondata appena un anno fa a Stoccolma dal CEO Anton Osika, ha raccolto 228 milioni di dollari di finanziamenti e raggiunto una valutazione di 1,8 miliardi di dollari lo scorso luglio.
La startup genera quotidianamente 100.000 nuovi prodotti sulla sua piattaforma, ma non si sa quasi nulla su quanto fatturato stiano effettivamente generando. Un dettagli che smorza gli entusiasmi dovuto al numero di utenti, almeno un po'.
Un'analisi di Barclays pubblicata in estate ha rilevato un calo del 40% nel traffico verso Lovable rispetto ai picchi raggiunti nei primi mesi del 2024, un trend condiviso con competitor come v0 di Vercel. Gli analisti della banca d'investimento britannica si sono interrogati se il segmento abbia già raggiunto il suo apice o stia semplicemente attraversando una fase di consolidamento prima di una nuova espansione.
Osika ha evitato di rivelare l'annual recurring revenue durante un'intervista al Web Summit di Lisbona. L'ultimo dato pubblico risale a giugno 2024, quando la società dichiarò di aver superato i 100 milioni di dollari di ARR. La reticenza appare significativa in un contesto in cui circolano voci su nuovi investitori interessati a una valutazione di 5 miliardi di dollari, anche se il CEO ha dichiarato che l'azienda non è vincolata da necessità di capitale e ha declinato di commentare eventuali piani di raccolta fondi.
La strategia commerciale di Lovable combina livelli gratuiti e a pagamento, mirando a un pubblico molto più ampio degli sviluppatori professionisti. Osika sostiene che il 99% delle persone non sa programmare, identificando in questa maggioranza il vero bacino di mercato. La base utenti risulta effettivamente eterogenea: oltre la metà delle aziende Fortune 500 utilizza la piattaforma, mentre tra i casi citati figura un undicenne portoghese che ha creato un clone di Facebook per la sua scuola e una startup svedese che genera 700.000 dollari annui dopo soli sette mesi di attività.
La questione della sicurezza rappresenta un tallone d'Achille per l'intero settore. Interrogato su un recente incidente in cui un'applicazione sviluppata con strumenti di vibe coding ha esposto 72.000 immagini complete di dati GPS e identificativi degli utenti, Osika ha ammesso la criticità del problema. L'azienda sta accelerando le assunzioni nel reparto sicurezza e ha implementato controlli multipli prima del deployment, anche se applicazioni sensibili come quelle bancarie richiedono ancora l'intervento di esperti esterni, esattamente come nello sviluppo tradizionale.
Il posizionamento competitivo appare complesso. OpenAI e Anthropic, i giganti dell'AI i cui modelli alimentano Lovable, hanno recentemente rilasciato propri agenti di codifica, trasformandosi da fornitori in concorrenti diretti. Osika ha adottato una postura diplomatica, sostenendo che il mercato sia abbastanza ampio per ospitare molteplici vincitori e che l'obiettivo comune di democratizzare la creatività umana meriti celebrazione indipendentemente da chi lo raggiunga.
L'azienda ha superato i 100 dipendenti e sta importando talenti manageriali da San Francisco per rafforzare il quartier generale svedese. La traiettoria di Osika, trentenne ex fisico delle particelle e primo dipendente di Sauna Labs, riflette l'accelerazione tipica dell'ecosistema startup: da sviluppatore open source a fondatore con finanziamenti miliardari nel giro di dodici mesi. GPT Engineer, il tool open source che ha dato origine a Lovable, è diventato virale tra gli sviluppatori, ma il pivot verso gli utenti non tecnici ha ridefinito completamente il mercato di riferimento.
La filosofia aziendale dichiarata contrasta con la cultura dell'iperlavoro della Silicon Valley. Osika enfatizza un approccio mission-driven piuttosto che basato su orari estenuanti, citando membri del team con figli che non lavorano sei giorni alla settimana per dodici ore. Una dichiarazione che, pur temperata dall'ammissione che "è comunque una startup, quindi probabilmente lavorano più della maggior parte dei lavori", riflette un tentativo di differenziazione culturale rispetto al modello californiano.
La visione a lungo termine punta a sostituire le presentazioni tradizionali con prototipi funzionanti, incarnando il principio "demo, don't memo" sempre più diffuso tra i product leader. Rimane da verificare se il modello economico reggerà oltre l'entusiasmo iniziale e se la base utenti continuerà a crescere o si stabilizzerà, una volta esaurita la fase di hype. La distanza tra la valutazione miliardaria e la trasparenza limitata sui fondamentali economici solleva interrogativi familiari nell'era post-ZIRP, quando gli investitori tornano a scrutinare con maggiore attenzione la redditività oltre alla crescita.