L'annuncio da parte di Apple del nuovo MacBook Pro 2025 equipaggiato con chip M5 (acquistabile qui su Amazon) aveva enfatizzato una caratteristica particolare: velocità di lettura e scrittura dell'SSD raddoppiate rispetto alla generazione precedente. Una promessa che sulla carta sembrava ambiziosa, ma che i test sul campo hanno dimostrato essere addirittura conservativa. Le prestazioni reali del sistema di archiviazione interno superano infatti quanto dichiarato ufficialmente dalla casa di Cupertino, con risultati che ridefiniscono gli standard per i computer portatili professionali.
Il canale YouTube Max Tech ha condotto un'analisi comparativa diretta tra il MacBook Pro con M4 e la nuova versione con M5, aprendo fisicamente entrambi i dispositivi per mostrarne l'architettura interna. Sorprendentemente, la configurazione hardware risulta identica: stesso sistema di raffreddamento con ventola singola e un'unica heatpipe, stessi due moduli NAND da 256 GB ciascuno. La differenza nelle prestazioni non deriva quindi da una modifica strutturale, ma presumibilmente da un controller più evoluto capace di sfruttare meglio la memoria flash.
I risultati del Blackmagic Disk Speed Test hanno rivelato numeri impressionanti. La velocità di lettura dell'SSD nel MacBook Pro M5 ha toccato i 6.323 MB/s, un valore che polverizza i 2.031 MB/s del modello M4. Non si tratta semplicemente del doppio come dichiarato da Apple, ma di un incremento superiore al 211%, equivalente a oltre tre volte la velocità precedente. Anche se il MacBook Pro M4 non può certo definirsi lento in termini assoluti, il salto generazionale appare notevole.
Sul fronte della scrittura, il divario si riduce leggermente ma rimane comunque sostanzioso. L'M5 raggiunge 6.068 MB/s contro i 3.293 MB/s dell'M4, traducendosi in un miglioramento dell'84,31%. Mediando i due risultati, l'incremento complessivo si attesta intorno a 2,5 volte, superando comunque le aspettative basate sulle dichiarazioni ufficiali.
Questi numeri si allineano alle prestazioni tipiche degli SSD NVMe PCIe Gen4 utilizzati nei PC desktop di fascia alta, suggerendo che Apple abbia finalmente colmato il divario tecnologico in questo specifico ambito. L'architettura dei chip Apple prevede l'allocazione di quattro linee PCIe per l'SSD sulle varianti base, raddoppiate a otto nelle versioni Pro, Max e Ultra. Tale configurazione permette ora di esprimere il pieno potenziale della tecnologia di archiviazione implementata.
Per i professionisti del video editing e della produzione multimediale, queste velocità di trasferimento superiori ai 6.000 MB/s in entrambe le direzioni si traducono in flussi di lavoro più fluidi, specialmente negli scenari limite che coinvolgono file di grandi dimensioni e risoluzioni elevate. Ma i benefici non si limitano alle operazioni sequenziali: anche le velocità di lettura e scrittura casuale dovrebbero risultare migliorate, rendendo l'intero sistema operativo più reattivo nelle operazioni quotidiane.
L'attenzione di Apple alla configurazione dell'archiviamento rappresenta anche una risposta implicita alle critiche ricevute nel 2023. Il MacBook Pro M2 Pro nella versione base era stato al centro di polemiche quando si scoprì che utilizzava un singolo chip NAND da 512 GB invece di due moduli da 256 GB, causando un drastico calo delle prestazioni di archiviamento. La scelta attuale di mantenere la configurazione a doppio modulo anche sul nuovo M5 dimostra che l'azienda ha recepito il feedback negativo e ha deciso di non compromettere le prestazioni nemmeno sui modelli di ingresso della gamma professionale.