MacBook Pro con Touch Bar, inutile secondo un ex Apple

Un ex dipendente Apple di lungo corso ha criticato sul proprio blog la scelta di imporre la TouchBar sui MacBook Pro di fascia alta. "Apple vende soluzioni a problemi, non tecnologie". E questa avrà un futuro?

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a cura di Alessandro Crea

È passato quasi un anno da quando Apple ha introdotto in pompa magna sui suoi nuovi MacBook Pro la Touch Bar, una tecnologia che sin da subito ha diviso consumatori e addetti ai lavori tra chi la ama e chi la trova un orpello inutile (qui la nostra opinione). Tra i detrattori c'è anche Chuq Von Rospach, ex dipendente che ha lavorato per 17 anni in Apple, che sul suo blog ha criticato apertamente le scelte fatte dall'azienda.

A Rospach non piace soprattutto la decisione di aver inserito la Touch Bar di serie in tutti gli allestimenti più costosi, senza dare ai clienti la possibilità di scegliere. È vero che esistono sia modelli da 13 che da 15 pollici senza Touch Bar, ma chi vuole i MacBook Pro più performanti deve prendersi anche la Touch Bar a scatola chiusa, con un costo aggiuntivo di cui magari non sentiva il bisogno.

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Certo, si potrebbe facilmente liquidare la questione tirando in ballo la classica giustificazione del dente avvelenato dell'ex, ma usando un minimo di raziocinio non si può dire che le critiche espresse da Rospach siano del tutto infondate, anche se tirano in ballo un modus operandi, per quanto riguarda le politiche di prezzi e modelli, applicato da sempre dall'azienda di Cupertino. Critica "tardiva" quindi, ma non per questo meno vera.

Il vero punto del contendere però è l'utilità della Touch Bar: se fosse davvero indispensabile, la sua presenza "forzosa" non sarebbe criticabile, anzi bisognerebbe richiederne l'estensione anche ai modelli più economici. Così però non è. Come detto all'inizio ai tanti che ne sono rimasti entusiasti ne corrispondono altrettanti che non ne comprendono l'utilità e questo è già di per sé sufficiente a mettere in forse un'innovazione che non riesce unanimemente a imporsi come tale.

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Non a caso  Rospach afferma che "Apple vende soluzioni a problemi, non tecnologie" e si domanda in particolare questa che futuro possa avere. Il punto di vista di Rospach è interessante, perché la premessa è che spesso, a differenza dell'azienda che pianifica sulla lunga distanza, utenti ma anche giornalisti non riescono ad andare al di là dell'oggi. Oggi dunque la Touch Bar è una tecnologia interessante che però non si traduce in uno strumento di cui non si possa fare a meno. Ma domani?

Ovviamente la risposta a questa domanda forse ce l'ha solo Apple. È possibile che presto si assista a una sua sorprendente evoluzione, con i pezzi del puzzle che vanno tutti al proprio posto rivelando uno scenario d'uso che a ottobre del 2016 non era intuibile. Oppure Apple la eliminerà silenziosamente, magari non subito, come accaduto già in altre occasioni. Non è dato saperlo. Secondo Rospach le potenzialità ci sono, ma affinché siano davvero sfruttate dagli sviluppatori, la Touch Bar dovrebbe essere diffusa attraverso l'intero ecosistema.

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Per questo l'introduzione della nuova famiglia di Mac secondo l'ex dipendente dirà qualcosa di decisivo sulla Touch Bar. Se farà la sua comparsa, ad esempio sulle tastiere, allora si potrà pensare a un futuro più roseo in cui acquisti mano man un senso.  Se invece così non dovesse essere allora avremmo la conferma che qualcuno nel quartier generale si fosse infatuato del giocattolo, perdendo di vista l'obiettivo ultimo dell'azienda, che è offrire soluzioni semplici a problemi complessi, non introdurre "sfiziosità" fini a se stesse. E a voi la Touch Bar piace?


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