Maker: perchè l'Italia ha una rivoluzione da raccontare

Oggi Tom's Hardware inaugura una sezione dedicata ai maker, i cosiddetti "artigiani innovativi". Scopriamo insieme quali sono i concetti base dietro a questo filosofia.

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a cura di Pino Bruno

Il mondo dei maker – inventori, designer, artigiani, startupper, creativi – è in pieno fermento e questa rivoluzione non la ferma più nessuno. Bit che si trasformano in atomi e atomi che vivono una nuova vita grazie ai bit, alla condivisione, all'open source. È la rivoluzione industriale prossima ventura, anzi già in corso, come sostiene il presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama, che al movimento maker ha dedicato un ampio passaggio nel suo ultimo Discorso sullo Stato dell'Unione. 

Tom's Hardware, che ha raccontato il fenomeno fin dagli albori, ha deciso di aprire un canale dedicato ai Maker e ne ha affidato il coordinamento a uno di loro: Nicholas Caporusso. Il nuovo hub sarà pronto a gennaio, e nelle prossime righe Nicholas ce ne anticipa approccio editoriale e contenuti. A proposito, Nicholas ha 32 anni e questo è uno stringato CV:

Nato nel 1981. Nel 2004: laurea in Informatica con tesi su "Un sistema per la comunicazione e l'interazione per persone sordocieche" (110 e lode e plauso della commissione); nel 2007: Laurea specialistica in Informatica con tesi su "Feedback multimodale per sistemi portatili di interfaccia cervello-computer" (110 e lode), lavoro premiato dall'Associazione Italiana per il Calcolo Automatico (A.I.C.A.) come miglior tesi tecnologica del 2008. In seguito ha sviluppato ricerche nell`ambito delle tecnologie assistive con il laboratorio di Neurofisiopatologia dell'I.R.C.C.S. Fondazione Santa Lucia di Roma, con il laboratiorio IVULab del Dipartimento di Informatica di Bari e con il Politecnico di Milano.

Nel 2008 ha vinto il concorso di Dottorato in Computer Science and Engineering (IMT - Institute of Advanced Studies, Lucca). Nel 2009 ha lavorato a Singapore, presso l`Agency for Science Technology And Research (A*STAR), dove ha svolto ricerche sulle Interfacce Cervello-Computer. Nel 2011 studia Technology entrepreneurship presso la Santa Clara University grazie a una borsa Fulbright BEST. È un imprenditore sociale: coordina QIRIS, un'acceleratore di imprese innovative; è fondatore e AD di INTACT, un'azienda che sviluppa tecnologie per persone in condizioni di svantaggio.

Pino Bruno


Oggi Tom's Hardware inaugura una sezione dedicata ai maker, i cosiddetti "artigiani innovativi". E per iniziare questa avventura non poteva mancare una citazione di buon auspicio. Curiosamente, non si tratta del ben noto "Makers" di Chris Anderson, ma di un brano di un libro un po' datato, che racconta di un burattino di legno. Perchè? Proviamo a comprenderlo insieme.

Nicholas Caporusso

"Stamani m'è piovuta nel cervello un'idea (...) ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno; ma un burattino maraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino; che ve ne pare?" - "Le avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi.

Insomma, l'italianissimo mastro Geppetto impersonifica l'archetipo del maker: ovvero, un hacker del fai-da-te. La sua ribelle creatività è portatrice di una visione di cambiamento che combina passione e spirito imprenditoriale. In sostanza, rappresenta l'icona perfetta per i maker. Come il Geppetto di Collodi, gli artigiani innovativi sono pionieri di una rivoluzione industriale tutta da raccontare e allo stesso tempo esploratori di una tradizione che immerge le proprie radici in un passato da riscoprire e rivalutare. In questa contraddizione si trova la vera forza di un movimento che nasce dal basso a partire dalla consapevolezza di quattro concetti fondamentali.

Il primo: è necessario un approccio frugale. Sul pianeta siamo tanti e le risorse (e.g., acqua, combustibili fossili, ma anche il lavoro), così come vengono attualmente concepite, iniziano a diventare scarse, a scomparire, come ricorda Jeremy Rifkin nel suo libro "The Third Industrial Revolution". Invece, già nella propria etimologia, la parola "risorsa" ha in sé l'imperativo della rinascita. E gli artigiani lo sanno molto bene.

Per questo da sempre propongono un modello frugale che sovverte le dinamiche dell'usa-e-getta e che ama prendersi cura di tutto ciò che ha una storia. E continuano a farlo in forme nuove, come proposto dal "Self-repair manifesto" di iFixit, che ci esorta  a "connetterci alle cose" e a riparare gli oggetti piuttosto che sostituirli al primo malfunzionamento. O grazie al tinkering, la pratica secondo cui è possibile donare una vita nuova agli oggetti, così come il Geppetto di Collodi fa con il ciocco di legno.

Certo, oggi gli strumenti hanno nomi diversi - si chiamano Arduino, stampanti 3d, droni, Raspberry PI - ma ripropongono l'approccio da maniscalco curioso con cui si inventano gli oggetti che avranno vita domani.

Stampante 3D Sharebot Pro

Il secondo: l'umiltà genera conoscenza e voglia di imparare insieme. Una delle cose che appaiono subito chiare a chi entra in una vecchia bottega artigiana o in un laboratorio di maker è chi ha il ruolo del "mastro", perchè si tratta di una figura quasi mistica; gli apprendisti ne osservano avidamente ogni gesto, cercando di catturare l'alchimia che permette all'ingegno di creare attraverso la manualità.

È la dimostrazione del fatto che il vero capitale è quello umano, e coltivare le competenze gioca un ruolo determinante nel permettere al talento di generare un impatto significativo. Non basta "fare": la vera sfida è imparare a "saper fare", combinando tradizione e innovazione, storia e futuro. Come racconta Paolo Rosa, il recentemente scomparso fondatore di Studio Azzurro nella sua ultima intervista, il capobottega e le nuove generazioni hanno finalmente imparato a rapportarsi in una dimensione di reciproco apprendimento.

E fortunatamente le opportunità per imparare insieme si stanno moltiplicando. Non solo luoghi di incontro e di collaborazione come gli ormai famosi Fablab (Fabrication Lab), ma anche eventi e iniziative. Come la Maker Faire Europe, portata eroicamente a Roma da Massimo Banzi e Riccardo Luna lo scorso ottobre, che ha visto una partecipazione mai registrata, a testimoniare una straordinaria voglia di "fare insieme"; o come i Laboratori dal Basso, che hanno come prerogativa l'apprendimento collaborativo per imprese ad alto contenuto di innovazione e conoscenza. Tutto questo fa pensare che l'Italia sia davvero pronta a realizzare il proprio "Futuro artigiano", come raccontato nell'omonimo libro di Stefano Micelli.

Il terzo: le persone giocano un ruolo determinante. Certo, oltre a connettere gli individui, Internet crea un non-luogo in cui oggetti distribuiti diventano tangibili, a portata di mano; dove magazzini come Thingiverse o 3d Warehouse offrono scaffali pieni di modelli 3d da scaricare, modificare e realizzare con stampanti 3d; dove le installazioni fisiche di un museo diventano interattive e controllabili dal proprio browser, come nell'esperimento Chrome Web Lab dove è possibile interagire con un playground-laboratorio in cui reti di smart sensors acquisiscono informazioni rilasciate in forma di Open Data e permettono di effettuare analisi e ricerche.

Quello che viviamo è il cyberspazio diventato realtà: non quello prefigurato dai romanzi distopici, ma la manifestazione di un'intelligenza collettiva capace di generare idee, di finanziarle grazie il crowdfunding e di realizzarle. Il tutto in una logica peer-to-peer, solo grazie al contributo delle persone, in rete. Roba da perdere l'equilibrio al solo pensiero.

Esempi di oggetti stampati in 3D

Il quarto, il più importante: che gli Italiani hanno le carte vincenti per giocare un ruolo determinante; perchè senza saperlo hanno una lunga tradizione da maker. Il libro "Testa, Mani e Cuore" di Vincenzo Moretti ricorda in tanti spaccati di italianità il leitmotiv del film Metropolis di Fritz Lang: "La testa e le mani hanno bisogno di un mediatore: il cuore".

In fondo, gli artigiani che innovano, come insegna il Geppetto di Collodi, sono capaci di creare oggetti che hanno un'anima. E gli oggetti fatti col cuore a loro volta conquistano il cuore, vanno lontano, vengono raccontati in tutte le lingue del mondo, e diventano l'esempio. Questa non è solo la partita di un ragazzo appassionato di elettronica che lavora in una bottega insieme a un vecchio falegname. Questa è la terza rivoluzione industriale, una nuova forma di concepire l'innovazione, e di fare dell'artigianato nuove forme di impresa. Come testimonia UDOO, una piattaforma hardware tutta italiana che combina Arduino, Linux e Android in una sola scheda elettronica. Grazie al crowdfunding, il progetto è stato finanziato con oltre 640mila dollari, superando l'obiettivo iniziale (27mila dollari). Mica male, no? Geppetto ne sarebbe contento.

Questa è l'Italia che Tom's Hardware vuole contribuire a far crescere. Da oggi inizia il racconto della rivoluzione dei maker, un percorso di condivisione di storie, progetti, idee, e iniziative per rendere il mondo un posto migliore. Scriveteci delle vostre realizzazioni, illustrateci passo-passo come costruite gli strumenti che utilizzate per creare, descriveteci le vostre ispirazioni. Vogliamo che questa sezione sia una risorsa per l'intera comunità dei maker, dove attingere notizie e dove trovare guide utili per trasformare un semplice ciocco in un burattino che, come Pinocchio, prende vita. Insieme, si può FARE!

Nicholas Caporusso