Il Maxtor DiamondMax 10 non è particolarmente nuovo, ma è un drive popolare. Dopo aver recensito il Seagate Barracuda 7200.8 e il Western Digital WD3200, i nostri lettori ci hanno chiesto i risultati dei benchmark del DiamondMax 10. Dal punto di vista tecnico, il drive è lo stesso del MaXLine III, presentato nella seconda metà del 2004; le uniche differenze stanno nel processo di validazione e in un periodo di garanzia ampliato. Siccome però il MaXLine III da noi provato era una campione di pre produzione, era il caso di provare un modello attuale.
DiamondMax 10 e MaXLine III sono stati i primi drive per desktop equipaggiati con 16 MB di memoria cache. Questo buffer aggiuntivo può aumentare le prestazioni in certe circostanze, per la maggior parte dei casi in ambienti multitasking. L'utente medio comunque non noterà molte differenze tra un disco con 2, 8 o 16 MB di cache.
Ci sono però altri modi per spremere prestazioni da un disco, uno si chiama command queuing (NCQ), divenuto parte integrale di quasi tutti i drive Serial ATA nativi. Ricordiamo infatti che i dischi delle prime generazioni SATA erano equipaggiati con un chip convertitore, il cosiddetto bridge, che consentiva di collegare periferiche UltraATA a controller SATA. I dischi gestiti da controller con NCQ attivato sono in grado di riordinare i comandi in attesa in modo da eseguirli con la massima efficienza. Di conseguenza, una memoria cache più ampia dovrebbe consentire di migliorare gli algoritmi di caching grazie alle condizioni migliorate.
Sfortunatamente Maxtor non produce versioni sia da 8 che da 16 MB, a parità di capacità, quindi non ci è possibile confrontare "le mele con le mele".