Il mercato dei sistemi operativi leggeri per l'istruzione sta per perdere un altro concorrente, ma questa volta potrebbe essere più un sollievo che una vera perdita. Microsoft ha annunciato che Windows 11 SE raggiungerà la fine del supporto nell'ottobre 2026, chiudendo così un capitolo breve e travagliato nella strategia educativa dell'azienda di Redmond. La decisione arriva dopo appena cinque anni di vita per un sistema operativo che non è mai riuscito a conquistare né gli studenti né i tecnici informatici delle scuole.
Un sistema troppo rigido per essere pratico
Lanciato quattro anni fa come alternativa ai Chromebook nelle aule scolastiche, Windows 11 SE nasceva con l'ambizione di offrire un'esperienza "web-first" pensata specificamente per l'ambiente educativo. Tuttavia, le severe limitazioni imposte dal sistema operativo si sono rivelate un'arma a doppio taglio. Mentre le applicazioni web funzionavano senza problemi, qualsiasi software diverso da quello educativo o da strumenti specifici veniva sistematicamente bloccato.
Questa rigidità, che sulla carta poteva sembrare ideale per mantenere la concentrazione degli studenti, nella pratica ha creato enormi grattacapi ai responsabili IT degli istituti scolastici. La necessità di aggirare continuamente le limitazioni del sistema ha trasformato quello che doveva essere uno strumento semplice in una fonte costante di frustrazioni tecniche.
ChromeOS: il gigante che Microsoft non è riuscita a scalfire
Il vero problema di Windows 11 SE non erano solo le restrizioni, ma la competizione spietata con ChromeOS di Google. Nonostante il supporto di produttori importanti come Acer, Asus, Dell, HP e Lenovo, il sistema Microsoft si è trovato a combattere una battaglia impari. ChromeOS, pur essendo altrettanto restrittivo nella sua natura web-based, offre un'esperienza utente decisamente più fluida e gestibile.
La differenza fondamentale risiedeva nell'architettura: mentre ChromeOS nasce leggero e ottimizzato per laptop economici, Windows 11 SE portava con sé tutto il bagaglio del sistema operativo completo, risultando inevitabilmente più lento e resource-intensive. Chi ha avuto modo di utilizzare entrambi i sistemi non ha dubbi: l'esperienza con ChromeOS è semplicemente superiore, nonostante requisiti hardware teoricamente simili.
Il dilemma dei tecnici informatici scolastici
L'annuncio della dismissione di Windows 11 SE pone i responsabili IT delle scuole di fronte a scelte difficili. Continuare a utilizzare i dispositivi attuali dopo ottobre 2026 comporterebbe rischi di sicurezza inaccettabili, dato che Microsoft non fornirà più aggiornamenti o patch per vulnerabilità future. L'upgrade al Windows 11 completo potrebbe non essere sostenibile dall'hardware esistente, e molti contratti di licenza scolastici potrebbero non coprire questa transizione.
La situazione costringe molte istituzioni a considerare due opzioni: tentare l'installazione di ChromeOS sui dispositivi esistenti o procedere alla sostituzione completa del parco macchine. Entrambe le soluzioni comportano costi e complessità che le scuole spesso faticano a sostenere.
Un pattern che si ripete nella strategia Microsoft
La rapida dismissione di Windows 11 SE non rappresenta un caso isolato nella storia recente di Microsoft. L'azienda ha già abbandonato progetti simili come Windows RT e Windows 10 S, dimostrando una preoccupante tendenza a lanciare sistemi operativi leggeri per poi ritirarli dopo pochi anni di supporto tiepido.
Questo comportamento ha inevitabilmente minato la fiducia del settore educativo verso le soluzioni Microsoft. Mentre Google ha mantenuto un impegno costante verso ChromeOS fin dal lancio, Microsoft sembra approcciarsi a questi progetti con scarsa convinzione a lungo termine. Il risultato è che ogni nuovo tentativo dell'azienda di Redmond in questo segmento viene accolto con crescente scetticismo da parte di chi deve prendere decisioni di investimento tecnologico nelle scuole.
La lezione che emerge da questa vicenda è chiara: nel mercato dei sistemi operativi educativi, la continuità del supporto vale quanto le prestazioni tecniche. E su questo fronte, Microsoft ha ancora molta strada da fare per recuperare credibilità.