Microsoft e iPhone ti aiutano a rimorchiare le straniere

Microsoft ha mostrato un progetto di traduzione elettronica che traduce testi e li riproduce con la nostra voce. Nello stesso momento veniamo a sapere di Vocre 2.0, un'applicazione iPhone per tradurre le chiamate vocali.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft è al lavoro su un software per farci parlare una lingua straniera. O meglio per farlo usando la nostra voce. Simile a strumenti esistenti, questo progetto punta a trasformare il testo in parlato, e usa la voce di una specifica persona.

Secondo Microsoft ci vuole circa un'ora per "addestrare" il programma a riconoscere toni di voce e inflessioni. Dopodiché potremo usarlo per parlare cinese, inglese, spagnolo e altre lingue, ventisei in totale. I ricercatori – che lavorano presso il centro ricerche Microsoft di Pechino – hanno in programma di aggiungere il riconoscimento vocale.

In caso d'imbarazzo, incolpare la macchina

Tra qualche anno quindi questa tecnologia potrebbe stare dentro a uno smartphone, e permetterci di comunicare facilmente con persone di tutto il mondo anche se non ne abbiamo studiato la lingua. "Con l'aiuto di questo sistema, ora posso parlare mandarino", ha detto Craig Mundie, dirigente del settore ricerca Microsoft.

Le potenzialità sono molto grandi e facilmente intuibili: basta pensare a un turista che visita la Cina, la Bolivia o l'India e che non deve preoccuparsi dell'ostacolo linguistico; oppure ai dipendenti di una multinazionale, non più costretti a usare l'inglese come lingua franca (con risultati a volte imbarazzanti).  

Durante un viaggio poi può capitare spesso di fare nuove amicizie, ma raramente si tiene fede alla promessa di tenersi in contatto. In quelle poche occasioni di certo fa comodo un "aiutino" linguistico come Vocre 2.0. È un'applicazione iOS sviluppata da MyLanguage, per la conversazione video e la chat testuale con traduzione simultanea – un'idea simile a quella di Microsoft, ma applicata a un contesto più delimitato.

Addetto alle comunicazioni: una volta era difficile

Vocre 2.0, attualmente in beta, sarà distribuita gratuitamente. MyLanguage offrirà servizi aggiuntivi a pagamento, come la traduzione fatta da persone su richiesta.

Guardando a questi e altri progetti si potrebbe persino pensare che in quattro e quattr'otto avremo a disposizione traduttori universali come quelli montati sull'Enterprise o sul Tardis. Purtroppo però dovremo attendere ancora: sappiamo poco, pochissimo, sul funzionamento delle lingue e della comunicazione umana in generale, e ancora meno su come trasformare ciò che conosciamo in dati comprensibili da una macchina.

Questi primi esperimenti in ogni caso sono entusiasmanti, e se tra un paio d'anni potremo andare a Okinawa e comunicare con l'albergatore o il ristoratore con qualcosa in più oltre ai gesti, ne saremo più che felici e soddisfatti. L'importante è che nel sushi non ci finisca anche il Pesce Babele.

In effetti è piuttosto curioso

Una prospettiva che ci piace molto, naturalmente. Speriamo però che non diventi una scusa per accantonare lo studio delle lingue, un'attività piacevole, e una delle poche che davvero può aprire la mente, renderci capaci di vedere le cose da diversi punti di vista, stimolare il pensiero laterale, attivare la creatività, arricchirci come individui.

Si dice sempre che i bilingui di nascita sono fortunati, e si sa che i regimi totalitari tendono ad assorbire o  disfarsi di chi parla più lingue, ma poche volte ci si è chiesti il perché. L'avvento di queste tecnologie può essere anche una buona occasione per riflettere su questo tema.