La censura di internet in Cina è notoriamente tra le più severe al mondo. Il cosiddetto Great Firewall (letteralmente “Grande Firewall”, in assonanza con la Grande Muraglia) blocca migliaia di siti web e app popolari – da Google a Facebook, da Instagram a YouTube – impedendo agli utenti in Cina di accedere liberamente all’informazione globale. Questa barriera digitale opera tramite tecniche sofisticate: filtraggio di parole chiave, blocco di indirizzi IP, manomissione DNS e ispezione approfondita dei pacchetti di dati. In un simile contesto, riuscire a comunicare su servizi occidentali o consultare liberamente news estere può diventare un’impresa.
Trovare una VPN funzionante in Cina è difficile perché le autorità cinesi aggiornano costantemente i sistemi di blocco per rilevare e interrompere le VPN non autorizzate. Molti servizi VPN che altrove funzionano benissimo in Cina risultano completamente bloccati o instabili, con connessioni che cadono di continuo. La Grande Muraglia Digitale è in grado di distinguere il traffico VPN da quello ordinario e di tagliare la connessione se ne rileva uno. Inoltre, dal 2017 la Cina ha reso illegali le VPN non approvate dal governo, spingendo Apple a rimuovere le app VPN dall’App Store locale e ordinando ai provider cinesi di rete di bloccare le connessioni VPN. In pratica quindi solo pochi servizi VPN investono nelle tecnologie necessarie per eludere il Great Firewall e riescono a mantenere l’accesso aperto a internet dall’interno della Cina.
Scegliere un servizio affidabile è di importanza cruciale. Non basta una VPN qualsiasi: servono funzionalità specifiche (come server offuscati e protocolli stealth) per mascherare il traffico, oltre a velocità stabili e un’eccellente sicurezza. Bisogna affidarsi a VPN con una comprovata esperienza sul campo in Cina, capaci di adattarsi rapidamente ai blocchi del governo. Nei paragrafi seguenti presentiamo una guida approfondita alle migliori VPN per la Cina, con cui potrai navigare liberamente e in sicurezza.
Prodotti
NordVPN

La più supportata
NordVPN è un fornitore di VPN affidabile, ideale per lo streaming di alta qualità e per bypassare le restrizioni geografiche.
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Server offuscati efficaci, Prestazioni eccellenti, Sicurezza ai massimi livelli
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Necessario abilitare i server offuscati manualmente
Lato privacy, ha sede a Panama e non è soggetta a obblighi di data retention. La compatibilità è ampia: app per Windows, macOS, Linux, Android, iOS, con possibilità di fino a 6 dispositivi contemporaneamente. Va notato che su iOS, a causa delle restrizioni Apple, l’uso in Cina richiede una configurazione manuale (profilo IKEv2) in quanto l’app potrebbe non funzionare dietro il Firewall. NordVPN offre assistenza 24/7 in chat ed è nota per rispondere prontamente.
Express VPN

Velocità ai massimi livelli
ExpressVPN è una delle top VPN per sicurezza e velocità, con capacità di bypassare restrizioni geografiche e garantire streaming di alta qualità.
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Affidabilità comprovata in Cina, Velocità elevate e server globali, Sicurezza top
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Fino a 8 dispositivi, Poche opzioni avanzate personalizzabili
Surfshark VPN

Con connessioni illimitate
Surfshark è un servizio VPN user-friendly e sicuro, con eccellenti capacità di superare restrizioni geografiche nei servizi di streaming.
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Offuscamento integrato (NoBorders), Connessioni illimitate, Ottimo rapporto qualità/prezzo
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Rete server meno estesa rispetto ad alcuni concorrenti, Mancano alcune funzionalità extra avanzate
Pure VPN

Opzione economica e completa
Un'ottima scelta per chi cerca la massima sicurezza online e vuole navigare in anonimato.
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Prezzo accessibile, Server offuscati per la Cina, Multi-piattaforma e login su 10 dispositivi
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Prestazioni variabili, Interfaccia migliorabile
Vypr VPN

Con protocollo Chameleon
VyprVPN si distingue per le sue elevate velocità, un servizio DNS proprietario e il protocollo unico Chameleon.
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Protocollo Chameleon efficace, Server proprietari, Sede in Svizzera e no-log
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App da migliorare, Meno funzioni extra
Le VPN sono legali in Cina?
In Cina l’uso di VPN non approvate dal governo è tecnicamente illegale, in quanto visto come un mezzo per aggirare la censura imposta dallo Stato. Il governo cinese permette solo VPN “ufficiali” registrate, le quali però devono fornire backdoor e log alle autorità (cosa che vanifica lo scopo di privacy). Dunque, utilizzare servizi VPN esterni e non autorizzati – come quelli elencati in questa guida – viola le normative locali. Detto ciò, in pratica l’applicazione della legge è piuttosto selettiva: le repressioni più severe hanno colpito le aziende cinesi che offrivano VPN senza licenza e i cittadini cinesi che ne hanno fatto un uso politico. Non risulta ad oggi nessun caso di un turista o espatriato straniero punito per aver usato una VPN in Cina per accedere a Gmail o Facebook. Le imprese internazionali in Cina usano comunemente VPN per motivi di lavoro e le autorità tendono a chiudere un occhio, purché l’uso personale sia discreto.
Detto questo, “legale” non significa “privo di conseguenze”. La censura cinese cerca attivamente di bloccare le VPN tecnicamente, al di là dell’aspetto legale. Se la tua connessione VPN viene individuata, solitamente il risultato è che viene interrotta (bloccata), costringendoti a provare un altro server o un altro metodo. In scenari estremi, soprattutto per gli utenti cinesi, ci sono state sanzioni: alcuni sono stati multati o hanno affrontato conseguenze legali per aver fornito servizi VPN o per un uso ritenuto pericoloso dalle autorità. In definitiva, per uno straniero l’uso di una VPN affidabile rientra in una zona grigia tollerata: milioni di persone usano VPN quotidianamente in Cina per necessità pratiche. È però importante restare prudenti – evitare di diffondere materiali sensibili o farsi pubblicità – e scegliere VPN con un’infrastruttura sicura (no-log, cifratura forte) per non lasciare tracce. Così facendo, il rischio concreto per un utente comune che usa una VPN per accedere ai propri servizi è molto basso, se non nullo, a fronte dell’enorme beneficio in termini di libertà online.
Quali funzionalità deve avere una VPN per aggirare il Great Firewall?
Il Great Firewall (GFW) impiega tecniche sofisticate per rilevare e bloccare il traffico delle VPN, quindi una VPN adatta alla Cina deve adottare contromisure altrettanto avanzate. La caratteristica più importante è l’offuscamento (obfuscation): i migliori servizi dispongono di “server offuscati” o protocolli stealth che camuffano i dati VPN rendendoli simili a normale traffico HTTPS. In pratica, l’offuscamento nasconde le firme riconoscibili della VPN (ad esempio la stretta di mano OpenVPN) così che i filtri cinesi non se ne accorgano. Senza offuscamento, il Firewall può identificare e bloccare la connessione VPN in pochi secondi. Tecniche di offuscamento includono protocolli proprietari (es. Chameleon di VyprVPN), layer addizionali come Stunnel/SSL o SSH tunneling, e l’uso di porte standard (443) per confondersi con il traffico web sicuro.
Un’altra funzione chiave è la capacità di cambiare velocemente server/IP. La Cina talvolta blocca specifici indirizzi IP associati alle VPN: i provider migliori reagiscono rapidamente aggiungendo nuovi server o IP non ancora noti al GFW. Avere a disposizione un gran numero di server in più paesi aumenta le probabilità di trovare una via di uscita anche durante blocchi intensi. Inoltre, la varietà di protocolli supportati è utile: OpenVPN (TCP) con offuscamento è lo standard più collaudato, ma anche protocolli come WireGuard o Lightway possono offrire maggiore velocità – l’importante è che la VPN permetta di scegliere e provare protocolli diversi per vedere quale “buca” meglio il muro in un dato momento. Alcune VPN includono modalità automatiche che selezionano l’opzione ottimale (ad esempio, ExpressVPN abilita in automatico l’offuscamento sui suoi server quando rileva connessioni dalla Cina. In sintesi, per battere il GFW una VPN deve essere “furba” (offuscamento), “agile” (molti server/protocolli) e costantemente aggiornata. Senza queste doti, la VPN rischia di smettere di funzionare da un giorno all’altro in Cina.
È sicuro usare una VPN in Cina?
Se per “sicuro” intendiamo la sicurezza informatica, sì: utilizzare una VPN affidabile in Cina è altamente consigliabile per proteggere i tuoi dati e la tua privacy. Le VPN create per la Cina impiegano cifrature forti (AES-256 bit) che impediscono a chiunque – inclusi hacker sulla rete Wi-Fi dell’hotel o lo stesso provider internet cinese – di spiare il contenuto del tuo traffico. Questo è particolarmente importante se ti connetti a reti pubbliche (alberghi, bar) o devi accedere a servizi sensibili come l’home banking mentre sei in Cina. Una VPN instaurerà un tunnel criptato tra il tuo dispositivo e un server sicuro fuori dalla Cina, rendendo indecifrabili i dati in transito. Inoltre, camuffando il traffico, riduce il rischio che le tue attività internet attirino l’attenzione dei sistemi di sorveglianza automatizzati. Ovviamente, devi affidarti a un fornitore serio: evita VPN sconosciute o versioni pirata, perché potrebbero contenere malware. Attieniti ai servizi collaudati elencati in questa guida e scaricali solo dalle fonti ufficiali (siti web dei provider, link verificati).
Se invece per “sicuro” intendiamo la sicurezza legale/personale, la risposta è più sfumata ma comunque rassicurante per un utente comune. Come spiegato sopra, l’uso di VPN non autorizzate viola le normative cinesi, tuttavia milioni di persone (inclusi professionisti cinesi, studenti e turisti) ne fanno uso quotidianamente. La tattica del governo è di bloccarne tecnicamente l’utilizzo più che perseguitare l’individuo. Ciò detto, bisogna usare buon senso: utilizzare la VPN per scopi ordinari (social media, informazione, lavoro) comporta un rischio quasi nullo. Diverso sarebbe se la si usasse per attività apertamente illegali o politicamente sensibili all’interno della Cina – in tali casi si entrerebbe in un territorio pericoloso. Per la stragrande maggioranza degli utenti, usare una VPN in Cina è sicuro purché si resti discreti. In anni recenti, alcuni utenti cinesi sorpresi ad usare VPN sono stati ammoniti o multati simbolicamente, ma generalmente la polizia non si interessa degli stranieri che controllano Gmail o guardano Netflix. L’importante è attivare sempre la VPN prima di utilizzare siti bloccati e, in pubblico, non attirare attenzione su ciò che stai facendo online. Così facendo, puoi considerare la VPN uno strumento sicuro per riguadagnare la tua libertà digitale in Cina.
Le VPN gratuite funzionano in Cina?
In quasi tutti i casi no, le VPN gratuite non funzionano in Cina (o smettono di funzionare dopo poco). Il Grande Firewall è molto efficace nel identificare e bloccare i servizi VPN più deboli, e le VPN gratuite rientrano proprio in questa categoria: mancano delle risorse e tecnologie avanzate necessarie a eludere la censura. Ad esempio, la maggior parte delle VPN gratuite non dispone di server offuscati o protocolli stealth; utilizzano configurazioni standard facilmente intercettabili dai filtri cinesi. Risultato: appena provi a connetterti, vieni tagliato fuori. Le autorità cinesi bloccano quasi istantaneamente gli IP noti delle VPN gratis e i relativi server non hanno la capacità di aggiornarli di continuo come fanno i servizi a pagamento. Un provider gratuito inoltre non investe in ricerca & sviluppo per contrastare il GFW, perché il suo modello di business di solito non lo consente. Come nota la stessa Surfshark, “nessun servizio VPN gratuito funziona in Cina — le autorità rilevano facilmente le VPN gratuite. Connettersi in Cina richiede server offuscati e protocolli avanzati ben oltre la cifratura basica usata dai servizi gratis”.
Oltre al problema del funzionamento, c’è un tema di sicurezza: molte VPN gratuite comportano rischi per la privacy. Alcune guadagnano tracciando e vendendo i dati di navigazione degli utenti (ironia della sorte, in Cina finiresti per essere spiato dalla VPN stessa oltre che dalla censura!). Altre addirittura contengono malware o inseriscono pubblicità invasive. Considerando l’ambiente già restrittivo, affidarsi a una VPN non affidabile in Cina può peggiorare la situazione invece di migliorarla. Se il budget è un problema, molto meglio optare per VPN a pagamento economiche ma collaudate – ad esempio Surfshark o PureVPN costano pochi euro al mese e offrono tutt’altra garanzia di funzionamento e protezione. Alcune VPN premium offrono anche prove gratuite di pochi giorni o garanzie di rimborso 30 giorni: puoi sfruttarle durante un breve viaggio. In sintesi, in Cina evitare come la peste le VPN 100% gratuite; la probabilità che ti lascino a piedi (o peggio, che compromettano i tuoi dati) è altissima.
Posso installare/configurare la VPN una volta arrivato in Cina?
La soluzione ideale sarebbe installare e configurare la VPN prima di entrare in territorio cinese, in quanto una volta arrivati nel paese risulta complicato accedere ai siti ufficiali o agli store per scaricare applicazioni VPN, a causa del blocco imposto dal Great Firewall. Se però non avete avuto modo di prepararvi anticipatamente, esistono comunque metodi alternativi per installare una VPN una volta che siete già in Cina.
Una delle soluzioni più immediate è utilizzare temporaneamente una connessione non censurata, come la rete dati della vostra SIM straniera in roaming. Infatti, il traffico generato in roaming internazionale spesso non viene filtrato dal Firewall cinese, consentendovi di accedere agli store online o ai siti web delle VPN. In alternativa, potreste sfruttare il Wi-Fi di un hotel internazionale o di un’azienda multinazionale, reti che talvolta dispongono di connessioni dedicate non soggette alle stesse restrizioni del comune accesso internet domestico o pubblico.
Nel caso in cui nessuna di queste opzioni fosse praticabile, potete chiedere assistenza ad amici o conoscenti all’estero che vi inviino i file necessari (ad esempio APK per Android o configurazioni VPN manuali per iPhone) tramite email o altre piattaforme che funzionano anche in Cina, come Outlook o Yahoo Mail. In situazioni estreme, alcuni utenti decidono di effettuare una breve visita fuori dalla Cina continentale, per esempio a Hong Kong, Macao o Taiwan, per scaricare liberamente le app e configurarle prima di tornare indietro.
Meglio usare il protocollo OpenVPN, WireGuard o altri per la Cina?
In contesti di censura come la Cina, il protocollo spesso più affidabile si è rivelato OpenVPN in modalità TCP sulla porta 443, specialmente se combinato con offuscamento. Questo perché OpenVPN-TCP/443 imita il traffico HTTPS standard (quello usato per i normali siti web sicuri): alla vista del Great Firewall la tua connessione appare come una comunissima sessione SSL, confondendosi con milioni di altre. Inoltre OpenVPN è molto configurabile: molti provider implementano tecniche anti-DPI (Deep Packet Inspection) proprio su OpenVPN (ad esempio XOR scrambling, pacchetti di ping, frammentazione adattiva) per aggirare i controlli. WireGuard, dal canto suo, è un protocollo più recente e performante, ma utilizza di base UDP e una struttura fissa di pacchetto che il Firewall può individuare più facilmente. Alcune VPN hanno trovato soluzioni: ad esempio NordVPN ha sviluppato NordLynx (un adattamento di WireGuard) che funziona discretamente in Cina, e ExpressVPN con Lightway offre velocità superiori a OpenVPN talvolta. Tuttavia, in generale, se il tuo obiettivo primario è passare inosservato, OpenVPN resta la scelta più collaudata.
Il consiglio pratico è: prova diversi protocolli se la tua VPN lo consente. Inizia con OpenVPN (magari abilitando l’opzione “Protocollo Stealth” o “Offuscamento” se presente nelle impostazioni). Se non riesci a connetterti, prova la variante UDP (più veloce ma meno furtiva) o protocolli proprietari/moderni come Lightway, NordLynx, Shadowsocks (alcune VPN offrono anche proxy Shadowsocks integrati). Spesso le app scelgono automaticamente, ma manualmente potresti trovare combinazioni migliori. Ad esempio, qualcuno trova che WireGuard su porta 443 funzioni con un dato ISP, mentre altri devono tornare a OpenVPN. In contesti mobili, IKEv2/IPSec a volte passa attraverso i firewall aziendali più facilmente di OpenVPN. Non c’è un vincitore assoluto: OpenVPN-TCP è la scommessa più sicura all’inizio, ma vale la pena sperimentare. Fortunatamente le VPN qui recensite semplificano il cambio protocollo e in caso di dubbi il supporto clienti saprà indirizzarti verso la scelta migliore per la Cina.
Le app VPN sono disponibili negli app store in Cina?
No, purtroppo non troverai le app VPN internazionali sugli store ufficiali cinesi. Dal 2017 il governo ha imposto la rimozione di tutte le VPN non autorizzate dagli app store locali: Apple ha dovuto eliminare le app VPN dall’App Store cinese, e allo stesso modo sui vari store Android cinesi (come quelli di Huawei, Xiaomi, Tencent, etc.) non è permesso pubblicare app di questo tipo. Ciò significa che se il tuo account Apple è registrato con regione Cina, non vedrai comparire app come ExpressVPN o NordVPN nell’App Store; sul Play Store di Google il problema non si pone solo perché Google Play è esso stesso bloccato in Cina. Quindi, ufficialmente, non c’è modo di scaricare o aggiornare le app VPN quando sei in Cina attraverso i canali tradizionali.
Come ovviare? Prima di tutto, se usi un iPhone/iPad, crea un account Apple alternativo con regione diversa (ad esempio Italia o USA): con quello potrai accedere all’App Store “internazionale” e scaricare le VPN (dovrai eventualmente scollegarti dal tuo ID Apple cinese e accedere con quello nuovo). In alternativa, molte VPN iOS offrono profili di configurazione scaricabili dal browser, senza passare per l’App Store. Su Android, puoi installare gli APK come detto nella risposta precedente. Alcune VPN hanno anche app su store alternativi accessibili in Cina: ad esempio l’Amazon Appstore o F-Droid potrebbero ospitare client VPN open-source (come Shadowsocks). Tuttavia, il metodo più semplice è ottenere tutto prima di trovarsi dietro il Firewall. Ricorda che anche i siti web dei provider VPN sono spesso bloccati in Cina, quindi non potrai neanche visitare le pagine di download: procurati gli indirizzi mirror o salva i file di installazione offline. In sintesi, gli app store ufficiali in Cina non aiutano con le VPN – devi prepararti in anticipo o ingegnarti con account esteri e store alternativi.
Come configurare manualmente una VPN per la Cina?
Configurare manualmente una VPN può risultare molto utile quando l’applicazione ufficiale del provider non funziona correttamente in Cina o quando si desidera utilizzare la VPN su dispositivi particolari, come router o Smart TV, che non supportano direttamente le applicazioni. La maggior parte dei servizi VPN consente di scaricare file di configurazione manuale direttamente dal proprio sito web; questi file, solitamente in formato .ovpn per OpenVPN o specifiche credenziali per protocolli come IKEv2 e L2TP/IPSec, possono essere utilizzati con software generici come OpenVPN Connect, Tunnelblick o le opzioni VPN integrate nei sistemi operativi.
Dopo aver ottenuto questi file o le credenziali di connessione, potrete importare le configurazioni nel software appropriato o nelle impostazioni del sistema operativo. Questa operazione, oltre a garantirvi una connessione più flessibile e meno soggetta a blocchi, può essere particolarmente utile perché il Great Firewall potrebbe non riconoscere subito il traffico generato da applicazioni VPN generiche rispetto alle app ufficiali dei servizi più noti, già prese di mira dalle autorità cinesi. Se avete difficoltà a reperire questi file perché vi trovate già in Cina, potete contattare direttamente il servizio clienti del provider VPN tramite email e richiedere che vi vengano inviati file e istruzioni via posta elettronica.
In alternativa, alcuni utenti più esperti optano per configurare un router VPN o un hotspot condiviso da un computer portatile. Questo metodo è molto utile perché consente a tutti i dispositivi collegati alla stessa rete di beneficiare automaticamente della connessione protetta, senza dover installare e configurare singolarmente la VPN su ciascun dispositivo. Sebbene richieda un minimo di competenze tecniche aggiuntive, configurare un router VPN può essere un’efficace soluzione per aggirare i blocchi del Firewall cinese e proteggere dispositivi che non supportano facilmente l’installazione diretta delle VPN.
È necessario un kill switch quando si usa una VPN in Cina?
Sì, il kill switch è altamente raccomandato quando si utilizza una VPN in Cina (come anche altrove, ma in Cina ancor di più data la sensibilità della connessione). Un kill switch è quella funzione che, in caso la VPN si disconnetta improvvisamente, blocca immediatamente tutto il traffico internet del dispositivo onde evitare che i dati escano sulla rete non protetti. Perché è così importante in Cina? Immagina di star leggendo il New York Times o scrollando Twitter tramite VPN e, per un problema temporaneo, la VPN cade: se non c’è un kill switch, il tuo dispositivo potrebbe automaticamente ricollegarsi a internet senza VPN e fare quella stessa richiesta direttamente – il che rivelerebbe al Great Firewall che stavi accedendo a un sito bloccato. Questo potrebbe portare dal semplice blocco della connessione, fino (in teoria) a segnalazioni. Con il kill switch attivo, invece, alla caduta della VPN la navigazione si interrompe e nessun dato esce finché la VPN non è ristabilita. In pratica ti protegge da “sviste” involontarie che potrebbero tradirti.
La maggior parte delle VPN consigliate ha il kill switch integrato (a volte chiamato “blocco di rete”). Su alcuni dispositivi però va abilitato manualmente dalle impostazioni. Ad esempio, ExpressVPN su iOS chiama il kill switch “Blocco di rete” e, per via di limitazioni di sistema, non può funzionare come su desktop, dunque gli utenti iPhone devono stare attenti perché non possono sfruttare al 100% questa protezione. Altri servizi come NordVPN, Surfshark, etc. hanno kill switch automatici su desktop e Android, ma magari disattivati di default: attivali sempre. È consigliato anche utilizzare le opzioni aggiuntive se presenti – ad esempio Astrill offre App Guard per chiudere solo certe app selezionate. In ogni caso, un kill switch generico attivo è sufficiente. Così avrai la certezza che nemmeno un byte di traffico “in chiaro” uscirà se la VPN cade. Molti esperti suggeriscono di testare il kill switch in un ambiente sicuro (es. casa) per capire come si comporta: disconnetti volontariamente la VPN e verifica che la rete cada. Se vedi che senza VPN non navighi (errore di timeout), allora il kill switch sta funzionando a dovere.
Qual è la differenza tra proxy e VPN per navigare in Cina?
Un proxy è un server intermediario che inoltra le tue richieste web verso la destinazione finale, mentre una VPN (Virtual Private Network) crea un tunnel cifrato che convoglia tutto il tuo traffico internet attraverso un server remoto. In termini pratici, usare un proxy (ad esempio configurando un proxy HTTP/SOCKS nel browser) può nascondere il tuo IP reale ai siti che visiti e farti apparire come se navigassi da un altro paese, similmente a una VPN. Tuttavia, ci sono differenze cruciali: la VPN cifra tutto il traffico a livello di sistema, proteggendo ogni applicazione e servizio, mentre un proxy di solito non cifra nulla (eccetto eventuale cifratura già presente nelle singole connessioni, come HTTPS) e funziona su base applicazione (devi configurare ogni app separatamente per usarlo, e alcune app potrebbero ignorarlo). Questo significa che, dal punto di vista del Great Firewall, un proxy è molto più facile da individuare e bloccare. Ad esempio, se usi un semplice proxy HTTP per accedere a Gmail, la richiesta iniziale andrà comunque in chiaro a un server identificabile, che potrà essere filtrato. La VPN invece nasconde subito tutto il tuo traffico dentro un tunnel cifrato diretto a un singolo server VPN; il GFW non può vedere quali siti stai contattando, mentre con un proxy avrebbe visibilità su DNS e indirizzi web richiesti.
Inoltre, i proxy non offrono la stessa affidabilità e sicurezza. Molti proxy pubblici (specie quelli gratuiti) sono lenti, instabili o addirittura malevoli: immagina di connetterti a un proxy sconosciuto, gli stai consegnando in mano tutto il tuo traffico non cifrato! Una VPN di fiducia, invece, protegge la tua privacy con crittografia forte e politiche no-log. In Cina, alcuni provano ad usare proxy Shadowsocks (che è una forma di proxy cifrato, simile a una VPN leggera) – Shadowsocks è stato sviluppato proprio per eludere la censura e in effetti funziona tuttora abbastanza bene. Ma Shadowsocks non è user-friendly come una VPN: richiede configurazioni manuali e copre solo il traffico delle app che supportano i proxy SOCKS5. Per un uso generale e semplice, la VPN è preferibile perché copre l’intero dispositivo (dal browser alle app di chat, tutto passa nel tunnel) e include meccanismi per ri-connettersi, scegliere server, etc. In sintesi, un proxy può essere utile per casi molto specifici e se sai quello che fai, ma non offre il livello di protezione né la versatilità di una VPN. Se l’obiettivo è bucare il Great Firewall e navigare senza pensieri, una buona VPN è la soluzione decisamente più completa e sicura rispetto a un proxy.