Mobilegeddon: Google penalizza i siti che snobbano gli smartphone

Il nuovo aggiornamento di Google cambia la ricerca online e dà precedenza ai siti che hanno una versione dedicata a smartphone e tablet. Molti temono danni economici anche rilevanti, tanto che si sta parlando di mobilegeddon, citando addirittura l'apocalisse biblica.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Da oggi Google cambia, e potrebbero cambiare anche i risultati delle vostre ricerche. Il motore più usato al mondo infatti comincia a dare priorità ai siti ben ottimizzati per smartphone e tablet, penalizzando quelli che invece non hanno una versione dedicata ai dispositivi mobile - quando la si fa una ricerca da uno di essi. 

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La novità riguarda soprattutto gli sviluppatori, gli amministratori e chi in generale lavora sul web. Chi non è pronto - in Italia sono ancora molti - si vedrà infatti penalizzato. Se fino a ieri una certa pagina appariva tra i risultati più rilevanti, nelle ricerche fatte da smartphone, oggi potrebbe non essere più così.

È il cambiamento più grande nel motore di ricerca negli ultimi due anni, una scelta che avrà "un impatto significativo sui risultati", come fu spiegato qualche tempo fa sul blog di Google dedicato ai webmaster. L'azienda prevede che questa novità avrà un impatto diretto sul traffico e sul fatturato dei siti web di tutto il mondo - che hanno avuto molto tempo per prepararsi.

Questa novità certifica gli sforzi di Google e di altre aziende, tesi a creare un web più compatibile con i dispositivi mobile. Non solo però, Google con questo aggiornamento spezza una tradizione che si era diffusa negli ultimi anni, e che ha spinto molti a sviluppare un'applicazione dedicata "snobbando" lo sviluppo di un sito mobile.

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Per chi crea l'app il vantaggio è facile da capire: si tiene il lettore all'interno del "recinto" dell'applicazione, mentre con la lettura via Web è probabile che l'internauta si sposti da un sito all'altro. Da parte del lettore però questa costrizione può risultare un fastidio, a meno che non si decida di leggere una solta testata - ma non è una cosa che capita più tanto spesso.

La tendenza comunque è inequivocabile: le persone in tutto il mondo usano sempre più smartphone e tablet per accedere al Web. Il tradizionale desktop è ancora la piattaforma più usata (64,4%) per navigare in Internet, forse perché è vero che su mobile si prediligono le singole app. Un predominio che tuttavia è sempre meno pronunciato, e tra qualche tempo saranno gli smartphone a dominare anche in quest'area.

Chi ha un sito web quindi farà meglio ad adeguarsi, se non l'ha già fatto. Non avere una versione mobile oggigiorno può diventare un problema davvero molto serio, perché significa essere penalizzati da Google, non essere trovati dai propri lettori e in ultima analisi perdere denaro.

Sono molti a temere danni ingenti, e infatti nelle ultime ore si è diffuso il termine "mobilegeddon". Google si può forse accusare di aver dato poco tempo per adeguarsi, meno di due mesi, ma l'Economist fa notare che l'azienda ha anche scelto un momento poco opportuno.

L'aggiornamento in effetti arriva proprio mentre si sta avviando un'indagine antitrust nei confronti di Google per abuso di posizione dominante nel settore della ricerca online. Tutti i siti che subiranno danni da oggi potrebbero quindi alimentare artificiosamente il dibattito, con un argomento che tutto sommato c'entra poco. Questa novità è un bene per tutti i consumatori, e chi non ha ancora aggiornato il proprio sito dovrebbe darsi da fare - ma forse è vero che almeno qualcuno si rivolgerà agli avvocati invece che ai webmaster. Voi avete aggiornato il vostro sito?

Nota: l'articolo è stato modificato per specificare che gli effetti dell'aggiornamento si applicano solo alle ricerche effettuate da smartphone e tablet.