Le tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti stanno mettendo alla prova una delle partnership più strategiche nel settore dell'intelligenza artificiale. Mentre l'amministrazione Trump punta a rafforzare la leadership americana nell'AI attraverso accordi internazionali miliardari, gli Emirati sembrano temporeggiare sui propri impegni di investimento, creando un blocco diplomatico che coinvolge direttamente NVIDIA e i suoi chip per l'intelligenza artificiale. La questione non riguarda soltanto una transazione commerciale, ma il futuro degli equilibri geopolitici nel settore tecnologico più strategico del momento.
Un accordo da un miliardo bloccato dalle garanzie
Il nodo della controversia risiede in un meccanismo di reciprocità che doveva caratterizzare l'intesa annunciata durante la visita presidenziale negli Emirati. Gli Emirati si erano impegnati a investire fino a un miliardo di dollari sul territorio americano in cambio dell'autorizzazione ad acquistare chip NVIDIA per lo stesso valore. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, questa condizione preliminare non è ancora stata soddisfatta, impedendo al Segretario al Commercio Howard Lutnick di rilasciare le necessarie licenze di esportazione.
La frustrazione serpeggia sia negli uffici di Jensen Huang, CEO di NVIDIA, sia tra i funzionari dell'amministrazione che vedono negli Emirati un partner fondamentale per mantenere il primato americano nell'intelligenza artificiale. Il ritardo sta complicando i piani di espansione globale delle tecnologie AI statunitensi, proprio nel momento in cui la competizione internazionale si fa più intensa.
Gli Emirati Arabi tra ambizioni AI e partnership strategiche
Dal loro canto, gli Emirati Arabi Uniti non hanno mai nascosto le proprie ambizioni nel campo dell'intelligenza artificiale. G42, la società emiratina specializzata in data center per l'AI, rappresenta uno dei clienti più appetibili per i chip di ultima generazione di NVIDIA. La nazione del Golfo Persico si è inoltre distinta come primo partner di OpenAI nell'iniziativa globale "OpenAI for Countries", lanciando il progetto Stargate UAE che testimonia la serietà degli investimenti locali nel settore.
La portavoce della Casa Bianca Kush Desai ha voluto rassicurare sull'impegno dell'amministrazione: "Sacks e il segretario Lutnick sono elementi integranti dell'agenda presidenziale sull'AI e stanno lavorando con determinazione per concludere accordi a beneficio del popolo americano". David Sacks, consigliere speciale della Casa Bianca per l'intelligenza artificiale e le criptovalute, soprannominato lo "zar dell'AI", ha già dimostrato la propria efficacia eliminando diverse normative considerate "onerose" per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale.
Una partnership cruciale per il futuro tecnologico
Nonostante le difficoltà attuali, dirigenti industriali e funzionari governativi continuano a considerare gli Emirati Arabi Uniti un alleato imprescindibile per preservare il vantaggio competitivo americano nell'intelligenza artificiale. La disponibilità emiratina a investire miliardi di dollari in infrastrutture rappresenterebbe un'opportunità unica per far crescere l'hardware AI americano oltre i confini degli Stati Uniti e dei tradizionali alleati occidentali. Questa partnership non si limiterebbe agli aspetti commerciali, ma servirebbe a consolidare l'influenza statunitense nelle tecnologie avanzate in una regione geograficamente strategica come il Medio Oriente.
Il successo o il fallimento di questo accordo potrebbe stabilire un precedente importante per future collaborazioni internazionali nel settore dell'intelligenza artificiale, settore in cui la posta in gioco va ben oltre i profitti economici e tocca questioni di sicurezza nazionale e supremazia tecnologica globale.