P2P: attenti alla privacy, non solo al copyright

Il P2P non solo è un problema per il copyright, ma se usato con leggerezza diventa anche un problema per la privacy.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Abbiamo già parlato dei problemi legati alla condivisione difile tramite software di Peer-to-Peer, che ledono leggi sui diritti di autore epossono implicare denunce o, più in generale, l'insorgere di scomode situazionicome quella del caso Peppermint.

Chi fa uso di questi programmi, e mette a disposizione adaltri utenti file protetti da copyright, deve essere consapevole del suooperato e delle implicite conseguenze. Tuttavia un utente medio potrebbe nonrendersi conto di essere in una condizione a breve termine molto più rischiosache potrebbe mettere a repentaglio la sua privacy.

Una recente ricerca ha mostrato che la natura di alcuniprogrammi P2P, che seguono il concetto di "Do Ut Des", cioè di dareper avere, se male utilizzati potrebbero aprire le porte a malintenzionati chevogliono impadronirsi delle informazioni private degli appartenenti a questacerchia. Cerchiamo di capire meglio: se volete scaricare molti filevelocemente, dovrete sottostare a una gerarchia, delineata in base a quanto nelcorso del tempo avete contribuito alla comunità, cioè quanti file avete messo adisposizione e in quale misura. Il sistema P2P Direct Connect ne è forsel'esempio più semplice da capire, dato che per collegarsi a determinati HUB,dovrete mettere a disposizione una certa quantità di file, requisito che arrivaanche a decine di Gigabyte.

Gli utenti che vogliono collegarsi agli HUB più forniti,specialmente i neofiti che non hanno un'approfondita conoscenza del programma,tendono a condividere indiscriminatamente un'ampia porzione dell'hard disk, inalcuni casi intere unità, dove sono memorizzati qualsiasi sorta di file. Lastessa regola vale in generale anche per gli altri sistemi di P2P.

Effettuando ricerche tramite i motori interni dei software,utilizzando determinate parole chiave, sarà quindi possibile trovare documenticome fatture, file di testo in cui l'utente ha memorizzato i dati di accessoalla banca on-line, rubriche telefoniche, e così via. Pare chiara la semplicitàcon cui un altro utente P2P possa scaricare i suddetti file e venire aconoscenza di informazioni private.

Insomma, il nostro suggerimento, rivolto specialmente a chiha qualche difficoltà a destreggiarsi con i computer, è di stare sempre moltoattenti alla configurazione dei software P2P, e di non condividere mai l'interohard disk, ma di prendere le giuste precauzioni e di limitarsi a una singolacartella. Ovviamente vi invitiamo a desistere dall'utilizzo dei programmi P2Pin maniera impropria, e vi ricordiamo che condividere materiale protetto daCopyright è illegale e perseguibile per termini di legge.