Pirateria software italiana in calo

Secondo Business Software Alliance nel 2007 la diffusione di software pirata è scesa del 2%

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

La Pirateria software in Italia è in leggero calo, secondo gli ultimi dati di Business Software Alliance, ma il fenomeno comunque continua a farci distinguere negativamente a livello mondiale. Nel 2007 l'uso di software pirata è stato infatti del 49%, due punti percentuali in meno rispetto al 2006. Rispetto al trend internazionale si tratta di una buona notizia; solo in Francia si è riusciti a ridimensionare il fenomeno di 6 punti percentuali.

Fondamentalmente negli ultimi due anni, secondo il Global Software Piracy Study di BSA e IDC, sono state avviate campagne di sensibilizzazione, e aggiornamenti normativi che hanno favorito la lotta alla pirateria. Per software pirata, BSA intende la quantità di software istallato senza licenza.

"Purtroppo, la cattiva notizia è che rimangono tuttavia molto elevate le perdite subite dall’industria del software commerciale a seguito del grave problema dell’illecita duplicazione, diffusione e utilizzo del software al di fuori dei regolari contratti di licenza: anzi, avendo il comparto del software registrato positivi indici di sviluppo nell’anno passato, in realtà le perdite risultano crescenti in valore assoluto: dai 907 milioni circa del 2006 si passa infatti ai 1.150 milioni di euro nel 2007", si legge sul comunicato ufficiale BSA.

BSA è comunque convinta che lo scoglio più difficile, in Italia, sia quello culturale: la solita tesi del paese dei furbi, quelli che vogliono risparmiare o anche non pagare. Come sostiene però IDC l'acquisto legale produrrebbe solo benefici.

"Come illustrava lo studio IDC sull’impatto economico della pirateria diffuso lo scorso febbraio, una riduzione del 10% in un arco di 4 anni genererebbe oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, più di 700.000.000 euro di nuove entrate per l’Erario e di 2.000.000.000 di euro in termini di ulteriore volume d’affari per il settore ICT italiano", continua BSA.

"La nostra ricerca dimostra anche che la pirateria si riesce a ridurre sensibilmente nei Paesi in cui le pubbliche istituzioni collaborano attivamente con le organizzazioni di categoria nella tutela della proprietà intellettuale", ha commnetato Antonio Romano, Direttore Generale di IDC Italia e Iberia. "Se queste forme di collaborazione verranno potenziate anche a livello di organi di enforcement e su scala sovranazionale, potremo presto conseguire significativi risultati di riduzione dei tassi di pirateria anche nelle economie emergenti, equilibrando parallelamente i rapporti di competizione economica fra i rispettivi operatori".