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a cura di Dario D'Elia

Planet-Tolkien.com è una delle più importanti risorse informative sul mondo della Terra di Mezzo, ovvero sulla nota epopea del "Signore degli Anelli". Si tratta di una delle comunità online più importanti, dedicate agli scritti di J.R.R. Tolkien. Il sito, di proprietà di Tarrant Costelloe, è comparso fra le aste di eBay.co.uk . In pochi giorni ha raggiunto quota 5.300 sterline (quasi 7.600 euro), ma la competizione è ancora aperta, dato che la chiusura dell’asta è prevista per le 18.33 del 15 febbraio.

Non si tratta di un semplice sito Web realizzato da un ragazzetto, ma di un vero e proprio portale super-aggiornato, con forum, chat e servizi giornalistici. Il fortunato che riuscirà ad accaparrarsi il noto sito, almeno considerato tale nell’ambiente, avrà a disposizione una macchina collaudata, dalla grande popolarità. Il problema che si pone, però, è un altro: basterà acquistare la piattaforma per consolidarne ulteriormente il successo fra gli appassionati?

In un mercato dove più o meno tutti sperano che un giorno il proprio sito specializzato possa destare interesse ed acquisire un valore commerciale, che senso hanno queste vendite? La passione, il know-how e la dedizione che un "webmaster" – perdonate il termine riduttivo – ha nei confronti della propria creatura possono essere veramente assorbiti e riutilizzati? Non si tratta di acquistare un brevetto, o un oggetto da riprodurre in serie, ma l’espressione artistica, l’amore per un argomento e la capacità di aggregazione che ha saputo stimolare una persona, in questo caso un tal Tarrant Costelloe.

Partendo da questa piccola considerazione non si può che riconoscere la totale mancanza di qualità dei portali in genere. Anonimi come solo un contenitore televisivo di terz’ordine è in grado di fare. Probabilmente non si è ancora sviluppata questo tipo di sensibilità, eppure i fenomeni trash della televisione vengono identificati istantaneamente. I siti come “Planet-Tolkien”, a prescindere dall’argomento, nella maggior parte dei casi sono destinati a scomparire proprio per questo motivo. La pubblicità non paga, così come i contenuti a sottoscrizione. Ebbene forse sarebbe il caso di riconsiderare questa ultima voce se non vogliamo ritrovarci fra qualche anno con stupidi portaloni poco aggiornati e ricchi di filmati che la televisione propone già ampiamente.

Salvate Planet-Tolkien.com se potete, e lasciatelo a chi potrebbe essere veramente in grado di coltivare le creature altrui, che in fondo tali rimangono per tutta la loro vita, a meno che non si decida di snaturarle e trasformarle in Blob virtuale.