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a cura di Roberto Buonanno

CEO

Esperienza appena vissuta che vi ripropongo. Sono al lavoro nel classico appartamento in un condominio. Sento del chiasso sulle scale, e presto arriva una vigorosa squillata al campanello.

Ovviamente immaginando scocciatori, non rispondo. Seconda squillata e un urlo: “TELEFONO, siamo del telefono”. Immagino che si tratti di qualcuno che lavora per Telecom, con qualche problema di comunicazione interpersonale.

Essendo abbonato Telecom apro, seppur con qualche esitazione.

Appare un giovanotto in cravatta con una cartelletta in mano “Salve, lei è abbonato Telecom?”

Un ulteriore attimo di esitazione, poi la risposta affermativa e questo attacca “sono di Wind, abbiamo appena aperto una centralina qui vicino, mi dia la sua ultima bolletta telefonica”.

Ovviamente ho risposto “naturalmente solo se ho voglia e tempo vero?” – “Naturale” risponde il giovanotto.

Espresso il mio disinteresse, se non altro perché non è il modo che più mi aggrada di ricevere offerte, mi sento anche chiedere “conosce qualcuno che ha bisogno di lavoro?”.

Immaginando che si tratti di un lavoro come quello che fa il mio interlocutore, lascio perdere e saluto…

Ovviamente Wind rimbalzerà alle agenzie alle quali appalta il lavoro la colpa di un comportamento del genere, ai limiti della legalità – chi sono questi signori per venire porta a porta a farsi gli affari nostri? La legge sulla privacy tutela anche il diritto di far sapere se si ha o meno un abbonamento telefonico e soprattutto, immaginate quante privatissime bollette sono state mostrate da utenti sprovveduti.

Vi garantisco solo una cosa, mentre rimuginavo ho visto il ragazzo scrivere appunti. Se si è segnato il fatto che io ho un abbonamento telefonico e di conseguenza a questo domicilio arriverà via posta materiale pubblicitario Wind, metterò la questione all’attenzione del mio legale di fiducia.

Nel frattempo, aspettatevi a breve un approfondimento legale sui fatti raccontati.