Recensione Witbox Go, la stampante 3D con Android

Witbox Go è una stampante 3D intelligente, che grazie ad Android vi permette di stampare oggetti senza dover sapere nulla della stampa 3D. La facilità d'uso in questo caso si paga un prezzo superiore alla media delle altre stampanti.

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a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Witbox Go

 

La stampante 3D per i novizi che arriva dalla Spagna.

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CONTRO: prezzo, bobine PLA proprietarie, limitate possibilità di configurazione.

VERDETTO: è la stampante 3D perfetta per chiunque voglia realizzare oggetti, senza sapere nulla di come funziona una stampante 3D.

L'azienda spagnola BQ è conosciuta principalmente per i suoi smartphone, e qui su Tom's abbiamo recensito praticamente tutti gli ultimi modelli disponibili (Recensioni Smartphone BQ). Se date un'occhiata al sito istituzionale scoprirete anche un'area dedicata alla robotica e alla stampa 3D.

Conosco bene lo scetticismo che accomuna tutti gli appassionati quando un produttore diversifica in questo modo il suo business, soprattutto se non porta il nome di Samsung o di qualche altro mastodonte dell'industria. Ma la Witbox Go, la stampate 3D che abbiamo provato per alcune settimane, non è affatto un prodotto cattivo o abbozzato, tutt'altro, è in grado di offrire un'ottima esperienza d'uso, soprattutto a coloro che di stampa 3D non sanno nulla o quasi.

Non è esente da difetti, e il prezzo sarà per molti troppo alto, per questo vi dico subito che se già conoscete come muovervi nel mondo delle stampanti 3D, non è questo il modello che fa per voi. Potrete acquistare stampanti più economiche, in alcuni casi anche con prestazioni superiori, a patto che sappiate affrontare le possibili problematiche e necessità di manutenzione che altri modelli vi richiederanno.

Com'è fatta

La Witbox Go è una versione compatta e più economica della Witbox (senza il "go"), il design è curato, nulla a che vedere con i modelli economici o "fai da te"; ha anche ricevuto un premio Red Dot Design. Le dimensioni sono compatte (30 x 25 x 48 cm) e il peso è di circa 5 Kg. Potrete installarla e spostarla senza problemi da una parte all'altra della casa, e senza paura di rompere qualcosa.

È senza fronzoli, avrete un solo pulsante posizionato sopra e affiancato da un LED di stato, l'unico modo in cui la stampante vi comunicherà quello che sta facendo. L'alimentatore è integrato, e infatti dovrete unicamente srotolare e collegare alla presa elettrica l'apposito cavo. Dopodiché c'è una sola porta MicroUSB, che userete per collegarla al PC. Tuttavia le comunicazioni avverranno principalmente tramite Wi-Fi.

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È un modello con estrusore fisso sull'asse verticale, quindi sarà il piatto a salire e scendere per permettere la stampa. La base di deposito del filamento è rimovibile, a stampa ultimata potrete toglierla dalla stampante con sopra il vostro oggetto così da essere più comodi nella fase di rimozione. È dotata di alcuni contatti a caldo, così la stampante saprà sempre quando il piatto è posizionato correttamente.

Nella confezione è presente una bobina di PLA, che s'installerà sul retro della stampante, e rimarrà perfettamente inserita nella scocca, senza aumentarne l'ingombro. Non manca una spatola che vi aiuterà nella rimozione dell'oggetto appena stampato e pulizia del piatto.

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Una menzione va fatta all'imballaggio, che rimarca la volontà di BQ di rendere questa stampante facile da usare, fin dal primo momento. Basterà rimuovere due ganci e la scatola si sfilerà dall'alto, in tre secondi avrete la vostra stampante pronta per la prima accensione.

Prima accensione e configurazione

Inserite il cavo di alimentazione in una presa elettrica e scaricate l'applicazione "Zetup" sul PC, o su uno smartphone Android. Noi abbiamo usato uno smartphone. 

Appena avvierete l'App una procedura guidata vi dirà, passo passo, quello che dovrete fare, e il primo passaggio consiste nel collegare la Witbox Go a una rete Wi-Fi (questo è un requisito necessario sia per la prima accensione sia per il funzionamento). 

Durante i minuti successivi la stampante farà una serie di controlli, e tutto quello che dovrete fare è attendere. Poi dovrete inserire il piatto di stampa nella base e caricare il filamento. Quest'ultima operazione è anch'essa molto semplice dato che dovrete solo inserire il filamento in un piccolo foro in prossimità dell'alloggiamento della bobina, e spingerlo finché non verrà tirato (caricato) dalla stampante, e poi posizionare la bobina sull'apposito perno. 

In questa zona è presente un chip NFC, che permette alla bobina di filamento di comunicare alla stampante di cosa si tratta, quindi materiale e colore.

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Nel caso in cui ci sia un firmware più aggiornato, allora verrà effettuato il download e l'aggiornamento automatico.

La procedura non dura poco, impiegherete almeno una quindicina di minuti per impostare il tutto, e la maggior parte di questo tempo la passerete controllando lo stato dallo schermo dello smartphone, finché la stampante non vi dirà che sarà pronta per iniziare a stampare.

Specifiche tecniche

Tutti questi automatismi, intelligenza e facilità di comunicazione e controllo della stampante, sono da ricercare nel suo cuore tecnologico, e cioè un processore Qualcomm Snapdragon 410 e Android (Marshmallow). Una scelta più che sensata per un'azienda il cui business principale è realizzare smartphone Android.

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Il processore Snapdragon 410 non è un mostro di potenza, ma considerando che è in grado di gestire le attività di uno smartphone, è più che sufficiente per pilotare le funzioni di stampa 3D. 8 GB di memoria interna ospitano il sistema operativo, e circa la metà sarà disponibile per memorizzare i progetti 3D, in maniera tale che si potrà avviare la stampa anche a PC spento.

La testina di stampa è composta da un estrusore DDG con sistema bowden, e un riscaldatore assiale. Il materiale di stampa è il PLA, con uno spessore di 1,75 mm.