-
Pro
- Ottima costruzione.
- Xbox app è una rivoluzione software da non sottovalutare.
- Lo Z1 Extreme AI è un processore che guarda al futuro.
-
Contro
- Prezzo ancora impegnativo.
- Tanti compromessi ancora necessari.
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
ROG Xbox Ally X è uno di quei prodotti che nascono per stupire e, immancabilmente, per dividere pubblico e critica. Presentato da ASUS in collaborazione con Microsoft come la “Xbox portatile” che molti sognavano, questo nuovo handheld racchiude al suo interno un cuore tecnico di assoluto valore, ma presenta anche alcuni ovvi limiti e una serie di compromessi necessari per mantenere il prezzo di listino il più basso possibile.
Non fraintendeteci, la promessa fatta da Microsoft e ASUS di portare l’esperienza Xbox nel mondo dei PC handheld, mescolando la totale compatibilità di Windows con la comodità delle console da gaming, è stata pienamente rispettata, ma è l'attuale segmento dei PC handheld che ci ha messo tra le mani un device che punta più all’affinamento che alla rivoluzione. Potente, solido e tecnicamente curato, sì, ma non rivoluzionario a tutto tondo.
Un design razionale
Dal punto di vista costruttivo, ROG Xbox Ally X si presenta come un’evoluzione incrementale ma sostanziale del precedente Ally X.
Lo chassis è stato ridisegnato per migliorare l’ergonomia complessiva, con impugnature laterali più pronunciate e un baricentro spostato verso il centro per rendere la presa più stabile. Il peso complessivo sale a 715 grammi, ma la distribuzione delle masse è stata ottimizzata per ridurre la fatica nelle sessioni più lunghe.
Il design mantiene l’impronta stilistica ROG, con linee tese, inserti RGB e un’estetica che comunica solidità e performance. I materiali impiegati sono policarbonati di alta qualità con trattamento soft-touch, che garantiscono un buon compromesso tra robustezza e comfort termico.
Dal punto di vista tecnico, la costruzione è eccellente: non si rilevano flessioni del telaio, i pulsanti offrono una risposta tattile precisa e lo stick analogico ha una resistenza ben calibrata, anche se ASUS ha scelto di non utilizzare ancora sensori Hall Effect, una scelta conservativa che lascia spazio a un leggero drift nel lungo periodo.
Il pannello frontale ospita un display IPS LCD da 7 pollici, con rapporto 16:9, risoluzione Full HD (1920×1080) e refresh rate a 120 Hz. Il pannello è protetto da vetro Gorilla Glass Victus con trattamento DXC anti-riflesso.
Pur trattandosi di un LCD e non di un OLED, la resa cromatica è di ottimo livello: copertura sRGB superiore al 100%, buon contrasto statico e tempi di risposta contenuti. Tuttavia, la luminosità massima di 500 nits risulta inferiore rispetto ai pannelli OLED di alcuni concorrenti (come Legion Go 2), limitando la leggibilità in ambienti molto luminosi.
Le cornici rimangono piuttosto marcate, soprattutto quella superiore, e il posizionamento del display, leggermente decentrato rispetto allo chassis, è una scelta che lascia perplessi sul piano estetico. Tuttavia, da un punto di vista termico, questa soluzione consente un migliore isolamento delle zone calde generate dai moduli VRM e dalla GPU integrata.
Sul fronte audio troviamo due speaker stereo ad alta potenza, capaci di una pressione sonora che supera i 90 dB senza distorsioni evidenti. Il suono è chiaro, con una discreta presenza di bassi e un bilanciamento tonale convincente.
Completano il quadro un SSD M.2 2280 da 1 TB, facilmente sostituibile, e 24 GB di RAM LPDDR5X-8000, configurata in dual-channel, che assicura ampia banda passante per le APU AMD di ultima generazione.
La nuova Xbox Experience su Windows 11
Uno degli aspetti più innovativi di Xbox Ally X non è puramente hardware, bensì software. ASUS e Microsoft hanno collaborato per introdurre una versione ottimizzata della Xbox App per Windows, pensata per offrire un’interfaccia semplificata e un’esperienza d’uso più vicina a quella di una console.
Il sistema operativo rimane Windows 11 Home, ma tutti i processi superflui vengono disattivati all’avvio, e l’interfaccia Xbox si sovrappone come “shell primaria”, replicando la rapidità e la coerenza visiva di un sistema dedicato.
Durante la configurazione iniziale, il dispositivo si comporta in maniera più simile a una console: connessione di rete, accesso con account Microsoft, impostazione del PIN, o dell’impronta digitale, e si viene subito proiettati nella dashboard Xbox senza troppe lungaggini.
Lo swipe verso l’alto consente di accedere al desktop Windows tradizionale, così come ai programmi in esecuzione. Il tasto Xbox fisico (esclusivo di questo modello) richiama una mini Game Bar che permette di muoversi rapidamente tra i launcher (Steam, Epic, GOG) o avviare gli ultimi giochi avviati.
L’app Xbox funge da aggregatore di librerie, integrando i giochi provenienti da diversi store e permettendo un avvio diretto senza dover interagire con Windows 11.
È un approccio che migliora enormemente l’usabilità dei dispositivi handheld basati su Windows, storicamente penalizzati da un’interfaccia non pensata per schermi piccoli e controlli touch. Inoltre l'annientamento dei processi in background superflui non aumenta considerevolmente le performance ma rende più stabile l'esperienza complessiva.
Nei primi test svolti, i giochi si avviavano più rapidamente e non presentavano impunitamenti di sorta quando abbiamo utilizzato la nuova interfaccia rispetto al farli partire da Windows 11.
La nuova esperienza non è esente, comunque, da qualche bug minore: il riconoscimento dell’impronta digitale ha mostrato occasionali errori, la modalità sospensione ha interferito sporadicamente con Armoury Crate SE (l’app ASUS che gestisce profili energetici e mappatura dei controlli) e abbiamo assistito a sporadici episodi nei quali i controlli non rispondevano o il touch si rifiutava di recepire i nostri tocchi. Tuttavia, si tratta di imperfezioni marginali, destinate a essere risolte tramite aggiornamenti OTA a ridosso del lancio.
Armoury Crate SE, invece, rimane comunque parte integrante dell’esperienza: consente di regolare il TDP, impostare profili personalizzati, monitorare temperature e frequenze, e creare layout di controllo specifici per ciascun titolo. La sinergia tra Xbox App e Armoury Crate rappresenta uno dei punti di forza di questo ecosistema, offrendo all’utente un controllo di "livello enthusiast" ma incapsulato in un’interfaccia user-friendly.
Il cuore del sistema: AMD Ryzen Z2 Extreme AI
Il cuore di ROG Xbox Ally X è il nuovo SoC AMD Ryzen Z2 Extreme AI. A differenza della versione base Z2 Extreme, il modello AI dispone di una NPU dedicata (Neural Processing Unit), capace di eseguire fino a 50 TOPS di calcolo per l’intelligenza artificiale, ponendo le basi per future funzionalità di Super Resolution, ottimizzazione predittiva del frame pacing e gestione intelligente dei consumi.
Sul piano teorico, il salto rispetto allo Z1 Extreme è rilevante: circa il 30% in più di prestazioni CPU e il 25% di efficienza energetica. In pratica, l’aumento varia sensibilmente a seconda del carico e della configurazione energetica, ma resta tangibile in quasi tutti gli scenari.
Il Ryzen Z2 Extreme AI è realizzato con processo produttivo TSMC N4P a 4 nm, utilizza 8 core Zen 5 con 16 MB di cache L3 e una GPU integrata con 16 Compute Unit a frequenze fino a 3,0 GHz, per un totale di 2048 stream processor.
Supporta LPDDR5X-8000 dual-channel, interfaccia PCIe 4.0 e AV1 hardware decoding, oltre a un completo set di istruzioni AI XDNA di seconda generazione.
La NPU, pur non avendo ancora applicazioni dirette nel gaming, rappresenta un investimento per il futuro, in vista dell’integrazione di tecnologie AI-assisted scaling e frame interpolation a livello di sistema operativo.
Nei primi test interni condotti (nei prossimi giorni ne effettueremo di più completi con i giochi più disparati), il Ryzen Z2 Extreme AI ha mostrato un comportamento molto solido. A un TDP di 25W, in Cyberpunk 2077 (1080p, preset medio), si registrano 40-45 FPS, contro i 30-32 della generazione precedente. Aumentando il TDP a 35W, le prestazioni salgono a circa 50 FPS medi.
Titoli meno esigenti, come Destiny 2 o Hitman: World of Assassination, raggiungono tranquillamente i 60-70 FPS, contro i 50-58 raggiungibili dallo Z1 Extreme.
La GPU integrata Radeon 890M è il principale fattore limitante: basata su RDNA 3.5, non introduce cambiamenti sostanziali rispetto a RDNA 3, e non supporta nativamente FSR 4, costringendo a ricorrere a strumenti di terze parti come OptiScaler per ottenere benefici simili. L’assenza di RDNA 4 e di core dedicati alla gestione dei carichi IA, riduce il potenziale nel medio termine, soprattutto in confronto alla concorrenza Intel con Lunar Lake, che mostra un’efficienza superiore del 20% a parità di potenza assorbita.
Tuttavia, il bilanciamento termico del SoC è eccellente. Anche sotto carico prolungato, le temperature restano attorno ai 70-72°C, con picchi massimi di 80°C in scenari anomali (ovvero con quei titoli rinomati per essere mal ottimizzati su PC).
Il sistema di raffreddamento dual-fan adotta una camera di vapore compatta e ventole da 0,1 mm, che mantengono la rumorosità media sotto i 45 dB, rendendo Xbox Ally X uno dei dispositivi più silenziosi della sua categoria.
Il miglioramento più consistente si nota, però, nei consumi. La batteria da 80 Wh è la stessa del precedente modello, ma la nuova architettura Zen 5 e l’ottimizzazione firmware consentono un incremento medio del 25-30% nell’efficienza energetica.
Sempre in Cyberpunk 2077 (25W, 1080p, medio), si ottengono circa 2 ore di gioco continuativo; abbassando il TDP a 17W, l’autonomia sale a 2 ore e 45 minuti, con un calo di soli 8-10 FPS.
Titoli meno esigenti, invece, garantiscono autonomie che si aggirano sulle 3 ore, mentre negli scenari leggeri, o durante lo streaming in cloud, il dispositivo supera tranquillamente le 4 ore e mezza.
È chiaro, quindi, che il punto di equilibrio ottimale per questo processore si colloca con un TDP impostato a 17W, un sfot-spot dove prestazioni e durata si bilanciano in modo eccellente.
Esperienza d’uso reale
Nell’utilizzo quotidiano, ROG Xbox Ally X si comporta come uno dei migliori handheld Windows attualmente in circolazione. L’avvio è rapido, l’interfaccia Xbox è fluida e coerente, e la commistione tra controlli fisici e touch screen funziona senza incertezze.
Il passaggio tra launcher, l’accesso alle impostazioni o la ripresa di un gioco sospeso sono operazioni intuitive, con tempi di risposta paragonabili a quelli di una console o, più banalmente, di Steam Deck.
Sul piano ergonomico, le nuove impugnature migliorano la stabilità, ma il peso concentrato nella parte inferiore tende a rendere il dispositivo leggermente sbilanciato nelle sessioni lunghe, risultando pesante.
L’esperienza resta comunque superiore a quella offerta dai modelli precedenti, con una riduzione percepibile delle vibrazioni e un feedback tattile più consistente e ben spalmato.
Dal punto di vista termico, il sistema mantiene un profilo eccellente: il calore viene concentrato sulla cornice superiore e mai sulle aree di contatto con le mani. Le ventole sono udibili solo in modalità Turbo (35W), con una rumorosità massima di 50 dB e il comportamento resta stabile anche sotto carico prolungato.
Sul fronte software, l’esperienza Xbox riduce drasticamente la necessità di interagire con Windows. Tuttavia, quando l’accesso occasionale al desktop resta necessario per la gestione di qualsivoglia software, l’ottimizzazione si riduce drasticamente, con un aumento mastodontico dei processi in background e l'applicazione Xbox che suggerisce un riavvio per ottimizzare nuovamente il sistema operativo.
Con dimensioni più generose e un peso superiore rispetto ai precedenti modelli Ally, la portabilità non è più il punto forte dell'offerta di ASUS. Il nuovo handheld, difatti, raggiunge le stesse dimensioni di una Switch 2 ma con più profondità e un peso maggiore.
Se si aggiunge una custodia per trasportarla senza pensieri, lo spazio richiesto diventa considerevole, inoltre la mancanza di una custodia inclusa è una scelta che, per quanto oramai comune per la linea Ally, resta discutibile per un prodotto di questa fascia di prezzo.
Lo schermo da 7 pollici, sebbene eccellente per reattività e fluidità, mostra i suoi limiti nei titoli con HUD complessi o testi molto piccoli. In giochi come Cyberpunk 2077, Destiny 2 o Expedition 33 la leggibilità non è sempre ottimale, e lo scaling di Windows non risolve completamente il problema. Anche la UI della Xbox App appare talvolta troppo sacrificata su un pannello di queste dimensioni.
Al netto di tutto ROG Xbox Ally X resta il miglior esempio di come sia possibile avvicinare il mondo PC a quello console senza snaturare l’essenza di entrambi e gettando le basi per un futuro indubbiamente interessante.
Conclusioni
Giunti alla fine di questa analisi il posizionamento di Xbox Ally X è chiaro. Per i giocatori console che desiderano un ingresso nel mondo del PC gaming, senza affrontare la complessità di un desktop tradizionale, questo handheld rappresenta il milgior punto di contatto fra i due mondi.
La Xbox App, il supporto a Game Pass e la crescente compatibilità del programma Play Anywhere ne fanno una macchina straordinariamente versatile, capace di portare la propria libreria Xbox in mobilità con un’esperienza coerente e semplificata.
Per i PC gamer più hardcore, invece, Xbox Ally X potrebbe risultare come un prodotto più controverso. Pur offrendo un’eccellente costruzione e buone performance, i compromessi legati al display e alla GPU rendono il dispositivo meno attraente a questa tipologia di utenti.
In altre parole, è un handheld che vuole essere spiccatamente mainstream, offrendo compromessi digeribili per i giocatori console per mantenere il prezzo di listino più basso tra gli handheld di nuova generazione.
ASUS poteva inserire un display più grande, magari OLED e ridisegnare l'intero device, ma sarebbe finita per immettere sul mercato l'ennesimo handheld "sopra i 1000€" che non avrebbe avuto la stessa diffusione di un prodotto come questo.
ROG Xbox Ally X è, nel complesso, un dispositivo tecnicamente eccellente e ingegnerizzato con grande cura. La costruzione solida, l’ottima gestione termica, il design ergonomico e il processore AMD Ryzen Z2 Extreme AI ne fanno uno degli handheld Windows più equilibrati sul mercato. La nuova Xbox Experience segna un passo avanti decisivo nella semplificazione dell’interfaccia su Windows 11, trasformando radicalmente la percezione dei PC handheld.
Ma chi si aspetta un handheld in grado di garantire 1080p a 60 FPS costanti sui titoli più pesanti dovrà attendere ancora: lo Z2 Extreme AI rappresenta un passo avanti significativo, ma non ancora la rivoluzione definitiva.
Per tutti gli altri, però, ROG Xbox Ally X resta il miglior esempio di come Microsoft e ASUS abbiano saputo avvicinare il mondo PC a quello console senza snaturare l’essenza di entrambi.