Stallman spara contro i DRM nell'HTML5: sono un pericolo

Richard Stallman ha voluto spiegare perché lo sviluppo di DRM direttamente nelle specifiche HTML sia pericoloso, per quanto possa accelerare la comparsa di software chiusi. Una posizione sulla quale non tutti sono d'accordo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

I DRM (Digital Rights Management) in HTML5 sono una minaccia, secondo Richard Stallman. L'evangelista del software libero è tornato all'inizio di questo mese su una questione emersa lo scorso febbraio, cioè sull'introduzione di protezione e blocco dei contenuti direttamente nei browser e nei sistemi operativi.

Questa novità ridurrebbe la diffusione sistemi chiusi come Flash o Silverlight, ma a lungo termine sarebbe deleteria per la libertà degli utenti. In particolare "se il DRM facesse parte del sistema operativo, questo potrebbe portare a opere impossibili da riprodurre su sistemi operativi liberi come GNU/Linux", scrive Stallman.

Intanto YouTube (Google) ha aperto i primi canali a pagamento, quindi l'interesse per un DRM nel browser è evidente - ma anche uno dei problemi: "il W3C (il consorzio che determina gli standard) deve obbedire ai desideri di queste aziende per restare rilevante", dice Stallman. O, in altre parole, a comandare sono Google, Microsoft e altri pesci grossi.

Secondo Stallman il W3C dovrebbe opporsi, mettere gli interessi degli utenti prima di quelli delle aziende. Conclude chiedendo di partecipare a una petizione, e facendoci sapere di essere al lavoro su un nuovo browser sviluppato per contrastare questo tipo di problema.

Stallman non è l'unico, e come lui la pensa per esempio la Electronic Frontier Foundation, ma non mancano anche posizioni diametralmente opposte, come quella espressa da Peter Bright su Ars Technica: se anche la petizione avesse successo, sarebbe al massimo una vittoria morale, perché le aziende interessante svilupperebbero comunque i propri sistemi. Senza il beneplacito del W3C.

Se ai produttori si levano i DRM, afferma Bright, questi semplicemente lasciano la Rete. Da Google a Mediaset, passando per Hulu e Netflix, queste aziende hanno semplicemente bisogno di DRM, e non hanno il benché minimo interesse nel lavorare senza. Per Bright poi i DRM in HTML potrebbero persino rappresentare una vittoria per il Web aperto, non una minaccia. La distanza da Stallman non potrebbe essere più grande.