iAPX 432 e 386

Intel è il più importante produttore di microprocessori al mondo. Architettura dopo architettura, ecco la storia delle sue CPU.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

iAPX 432

iAPX 432 fu il primo tentativo di Intel di separarsi dall'x86. Da questa soluzione l'azienda si aspettava prestazioni diverse volte maggiori rispetto alle soluzioni x86. Il processore però non ebbe fortuna a causa di grandi problemi dell'architettura. I processori x86 erano relativamente complessi, ma iAPX 432 portò CISC a un nuovo livello di complessità.

Intel dovette creare due die separati. Il processore, inoltre, era piuttosto affamato di dati e non offriva buone prestazioni senza un bandwidth estremamente alto. iAPX 432 riuscì a superare l'8080 e 8086 quanto a prestazioni, ma bastò poco all'x86 per ritornare davanti.

i960

Intel creò il suo primo processore RISC nel 1984. Non era pensato come concorrente dei processori x86, bensì era un microcontrollore per applicazioni embedded. Internamente era un'architettura superscalare a 32 bit che usava i concetti del progetto Berkeley RISC.

intel i960

I primi processori i960 avevano una frequenza relativamente bassa, con il modello più lento che funzionava a 10 MHz, ma negli anni migliorò e passò a processi più avanzati che permisero di toccare i 100 MHz. Supportava 4 GB di memoria protetta. L'i960 venne usato nei sistemi militari così come nei sistemi business.

80386

L'Intel 80386 fu il primo processore x86 con architettura a 32 bit. Debuttò nel 1985. Uno dei vantaggi principali di questa soluzione era l'address bus a 32 bit che gli consentiva di supportare fino a 4 GB di memoria. Sebbene si trattasse di molta più memoria di quella usata in quel periodo, non va dimenticato che la RAM limitata spesso frenava le prestazioni dei precedenti processori x86.

intel 80386

A differenza delle CPU moderne, in quel periodo più RAM quasi sempre si traduceva in un aumento delle prestazioni. Intel implementò inoltre diversi miglioramenti all'architettura che permisero di superare le prestazioni dell'80286, anche con la stessa quantità di RAM. Il chip supportava anche il virtual mode processing, cosa che migliorava il supporto multitasking.

Arrivarono sul mercato diverse versioni, come il famoso 80386SL, che aveva un bus dati a 16 bit. Supportava comunque 4 GB di RAM, ma il minor bandwidth impattava sulle prestazioni.

i860

Nel 1989 Intel tentò nuovamente di abbandonare l'x86. Creò una nuova CPU RISC nota con il nome i860. A differenza dell'i960, questo progetto nasceva per essere una soluzione ad alta prestazioni in grado di competere nel settore desktop. Dato che ancora oggi Intel realizza chip x86, sapete già come è andata a finire.

Il problema più grande è che il processore basava le sue prestazioni interamente sul compilatore, deputato al posizionamento delle istruzioni nell'ordine in cui si sarebbe dovuto eseguirle alla prima creazione del codice. In questo modo Intel voleva contenere la dimensione del die e la complessità, ma era quasi impossibile elencare correttamente ogni istruzione dall'inizio alla fine alla compilazione del programma. Di conseguenza la CPU entrava in stallo costantemente provando ad aggirare il problema.