Sulla Luna una stazione stampata in 3D con cuore italiano

L'Agenzia Spaziale Europea progetta di usare rocce lunari come elemento base per costruire una stazione lunare. È possibile grazie a un'incredibile tecnica di stampa 3D ideata e realizzata da un italiano.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

L'Agenzia Spaziale Europa (ESA) sta prendendo in considerazione la possibilità di realizzare una stazione lunare stampata con l'ormai nota tecnologia di stampa 3D. L'idea è di sfruttare i materiali presenti sulla Luna per realizzare la struttura, invece di spedirli sul satellite dalla Terra - con un evidente risparmio economico.

Le stampanti 3D dovrebbero realizzare una sorta di guscio protettivo, un "igloo di pietra lunare", all'interno del quale si potrebbero realizzare gli alloggi degli astronauti. Tale struttura esterna proteggerebbe dai molti piccoli asteroidi che colpiscono la luna, e consentirebbe di realizzare le unità abitative con strutture gonfiabili all'interno del guscio.

Stazione lunare in costruzione, concept (ESA)

Il guscio offrirebbe protezione anche dai raggi gamma e dalle temperature estreme, e l'uso delle soluzioni gonfiabili avrebbe evidenti vantaggi economici – basta pensare a quanto costerebbe spedirli sulla Luna, rispetto a portarci acciaio e altri materiali da costruzione, nonché le macchine necessarie.

Quanto al lavoro delle stampanti 3D, l'idea è di usarle per trasformare le rocce lunari (regolith), come base per il cemento necessario alla costruzione. I ricercatori hanno dovuto trovare il modo di evitare che la parte liquida della mescola evaporasse nel vuoto: ciò è possibile grazie alle forze capillari all'interno delle microscopiche stampe.

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Quello di eseguire la stampa nel vuoto è quindi il vero centro di questo progetto, e fa piacere scoprire che a realizzarlo è stata l'Alta S.p.A, azienda nata in seno all'Università di Pisa nel 1999. Tra i partner del progetto troviamo anche il Laboratorio Percro della Scuola Superiore Sant'anna, di cui abbiamo parlato anche in un'altra notizia pubblicata oggi.

Del gruppo fanno poi parte anche lo studio di archiettetura Foster + Partners, che ha già manifestato interesse nella realizzazione di interi edifici usando le moderne tecniche di stampa 3D. Se i ricercatori hanno messo a punto il processo di stampa, infine, sarà la britannica Monolite UK a fornire la stampante vera e propria.

Fondatore e dirigente di quest'ultima società è tuttavia un altro italiano, Enrico Dini, un pioniere di questa innovativa tecnica di stampa, e l'inventore della stampante D-Shape che l'ESA ha collocato al centro di questo incredibile progetto. Il lavoro di Dini è stato ripreso anche dal Discovery Channel, e c'è chi sta già lavorando a un documentario.