Via i cavi, la ricarica diventa wireless

Presso il MIT di Boston un gruppo di ricercatori ha individuato una nuova tecnica di ricarica per gadget e dispositivi mobili che sfrutta la risonanza elettromagnetica

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a cura di Dario D'Elia

Domani cavi e cavetti per ricaricare la piccola elettronica portatile potrebbero finalmente scomparire. I ricercatori del mitico Massachusetts Institute of Technology sono convinti che l'era "wired" sia destinata a tramontare, almeno nell'alimentazione. "Vi sono così tanti nuovi aggeggi sul mercato che ci siamo resi conto che sarebbe stata comoda una soluzione di ricarica senza fili", ha dichiarato il professor Marin Soljacic del MIT che si sta occupando del progetto. "E dato che siano fisici abbiamo pensato ai fenomeni della Fisica che sono in grado di farlo".

La risposta è nella "risonanza", un fenomeno che causa la vibrazione di un oggetto quando viene applicata un'energia con una specifica frequenza. "Quando hai due oggetti risonanti alla stessa frequenza tendono a vibrare insieme", ha spiegato Solajacic. "Basta pensare agli strumenti musicali. Quando suoni una nota su uno, l'atro con la stessa acustica produce la stessa nota e inizia a vibrare".

Ovviamente, invece di utilizzare le vibrazioni acustiche il team di ricerca ha pensato bene di sfruttare la risonanza delle onde elettromagnetiche. Le radiazioni elettromagnetiche includono le onde radio, i raggi infrarossi e i raggi X. Di solito i sistemi di questo tipo, però, non sono particolarmente efficienti nel trasferimento energetico perché diffondono in tutte le direzioni, sprecando la maggior parte dell'energia nello spazio aperto.

Per risolvere questo problema al MIT hanno pensato di approfondire gli studi su una classe di oggetti particolari, detti "non-radiative" (a radiazione nulla), capaci di mantenere lunghe gli effetti di risonanza. Quando l'energia viene applicata a questi oggetti, questa rimane circoscritta e non dissipata. "Code" di energia, che possono essere molto lunghe, praticamente pulsano sulla superficie.

"Se prendi un altro oggetto risonante con la stessa frequenza e lo avvicini abbastanza, le code energetiche si trasferiscono dal primo al secondo", ha sottolineato Soljacic.

Per questo motivo, un'antenna in rame realizzata in modo che disponga di una "lunga risonanza" è in grado di trasferire energia ad un laptop dotato di un'altra antenna con medesima frequenza. "Funzionerà comprendo distante comprese fra i tre e i cinque metri. E non escludo che le stesse dinamiche possano essere applicate alla dimensione microscopica e nanoscopica", ha sostenuto il professore del MIT.

L'intero progetto del MIT è stato presentato il 14 novembre all'American Institute of Physics Industrial Physics Forum in San Francisco. Al momento, però, non è ancora chiaro quando sarà pronto il primo prototipo. Secondo indiscrezioni i laboratori di Boston nasconderebbero già una prima versione non ufficiale.