Western Digital vuole le memorie Toshiba, con ogni mezzo

Prosegue la telenovela sulla vendita della divisione chip di Toshiba. Western Digital avrebbe offerto 18 miliardi di dollari, forte della joint venture e del pericolo arbitrato.

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a cura di Manolo De Agostini

Western Digital avrebbe offerto 17,8 miliardi di dollari per l'acquisto della divisione chip di Toshiba. A riportarlo è il Japan Times, che parla di una chiacchierata tra il CEO di WD Steve Milligan e il presidente dell'azienda nipponica Satoshi Tsunakawa in merito alla potenziale operazione. Il piano però non avrebbe riscontrato i favori di Toshiba, almeno non nell'immediato.

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L'offerta di WD rappresenterebbe un netto aumento rispetto ai circa 14 miliardi che, secondo indiscrezioni, l'azienda statunitense avrebbe avanzato in passato, e sarebbe al livello di altre realtà interessate come Broadcom, SK Hynix e i due fondi di private equity Kohlberg Kravis Roberts (KKR) e Innovation Network Corp. of Japan (INCJ).

Hon Hai Precision Co. Ltd., meglio nota come Foxconn, avrebbe messo sul piatto  27 miliardi di dollari per acquistare la divisione chip, al cui interno c'è il business delle memorie NAND, il secondo al mondo dietro a Samsung.

I rapporti tra Western Digital e Toshiba, che collaborano nello sviluppo della memoria NAND flash presso l'impianto giapponese di Yokkaichi, si sono fatti più tesi nelle ultime settimane.

La possibile vendita del business delle memorie preoccupa WD, che non vorrebbe avere a che fare con altre realtà. Così l'azienda ha annunciato che alcune sue sussidiarie hanno avanzato una richiesta di arbitrato presso l'ICC International Court of Arbitration.

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WD ritiene che l'attuale processo di cessione stia violando gli accordi presi alla costituzione della joint venture. Secondo l'azienda, Toshiba non può vendere la propria quota nella joint venture a una terza parte senza il suo consenso.

Per il colosso giapponese l'arbitrato potrebbe rappresentare un grosso problema, dato che potrebbe prolungarsi per oltre un anno, bloccando la cessione dell'unità e impedendole di rientrare parzialmente dalle maxi perdite degli ultimi anni, legate a scandali di natura fiscale e forti svalutazioni delle sue operazioni nel nucleare.

La vendita a Western Digital potrebbe sembrare la scelta più comoda e saggia da fare in questo momento, ma potrebbe sollevare qualche problema con le autorità: si ritiene infatti che sia il governo giapponese che Toshiba stessa preferiscano lasciare la tecnologia e i prodotti di memoria in mani nipponiche, oppure - in seconda battuta - ad aziende dell'area asiatica.

La proposta di WD - che non è la più alta, ma assume maggiore peso grazie allo spauracchio dell'arbitrato - sarebbe però sostenuta dal fondo pubblico/privato giapponese INCJ, e quindi le diffidenze statali potrebbero sciogliersi come neve al sole. In ogni caso un accordo tra le due aziende richiederebbe l'approvazione da parte di altri enti, Commissione Europea inclusa.


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