Convertire i dati in luce, la crittografia che non teme neanche i computer quantistici

Convertire i dati in particelle di luce e trasmetterli tramite migliaia di satelliti potrebbe essere la soluzione definitiva per la crittografia.

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a cura di Marco Silvestri

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Nell'era digitale odierna, la sicurezza delle comunicazioni assume un ruolo sempre più cruciale. I crittografi e gli scienziati lavorano ininterrottamente per proteggere dati sensibili da potenziali minacce, compresa la prospettiva futura di computer quantistici dotati di capacità di calcolo straordinariamente avanzate. La mossa verso tecnologie innovative mira a blindare le comunicazioni in modo che nemmeno le future macchine super potenti possano intaccare.

La crittografia, fino ad oggi, si affida alla matematica per la sicurezza dei messaggi, da quelli scambiati su piattaforme come WhatsApp, fino ai dati governativi e militari. L'attuale sistema di cifratura, che elabora testi e dati trasformandoli in sequenze apparentemente senza senso, potrebbe però non essere in grado di affrontare le minacce del futuro. La complessità degli algoritmi usati, progettati in modo da richiedere millenni per essere decifrati, potrebbe non scoraggiare i computer quantistici una volta che saranno pienamente sviluppati.

I supercomputer, grazie alla loro abilità di eseguire calcoli complessi in parallelo, potrebbero, teoricamente, rompere gli attuali schemi di crittografia molto più rapidamente rispetto ai sistemi classici. Questa eventualità ha spinto gli scienziati a valutare nuove forme di sicurezza delle comunicazioni, tra cui la crittografia quantistica.

La crittografia quantistica sfrutta le particolarità della meccanica quantistica per garantire la sicurezza delle informazioni. Gli studiosi hanno proposto l'uso di fotoni, particelle di luce, per trasmettere dati attraverso grandi reti di satelliti, sostenendo che questa metodologia può offrire una protezione efficace contro l'intercettazione da parte di futuri computer quantistici.

Il progetto denominato "Quick3 prevede la creazione di un sistema satellitare in grado di implementare una nuova forma di crittografia basata sulla luce.

 L'aspetto fondamentale di questo sistema risiede nella sua capacità di rilevare immediatamente qualsiasi tentativo di intercettazione, grazie al principio secondo cui la misurazione stessa di un sistema quantistico ne altera lo stato.

La sfida principale della crittografia quantistica basata a terra, tuttavia, si manifesta nella limitata distanza su cui è possibile trasmettere dati, a causa della dispersione della luce nei cavi in fibra ottica. In contrasto, le trasmissioni di fotoni ad altitudini superiori a 6 miglia (circa 10 chilometri) beneficiano dell'atmosfera rarefatta, permettendo una trasmissione efficace su distanze maggiori.

Quick3 rappresenta un passo avanti verso la realizzazione di un sistema di comunicazione quantistico globale, con una serie di test già programmati per il 2025. Sebbene siano necessari centinaia, se non migliaia, di satelliti perchè funzioni correttamente, il team di ricerca è ottimista riguardo il potenziale rivoluzionario di questa tecnologia.

La ricerca in questo campo continua a offrire scenari affascinanti sul futuro dell'informatica e della crittografia. Se la promessa della crittografia quantistica dovesse concretizzarsi, potremmo assistere a un nuovo paradigma nella sicurezza delle comunicazioni, capace di resistere persino alle avanzate capacità dei computer quantistici. L'impegno globale per lo sviluppo di tecnologie sicure e affidabili non ha mai avuto un'importanza così cruciale come in questo periodo di rapidi cambiamenti tecnologici.