La nuova ricerca dell’Università del Texas ad Austin ribalta l’immagine dei dinosauri erbivori come semplici tosatori del Giurassico. Analizzando lo smalto dentale fossilizzato, gli scienziati hanno scoperto che questi giganti selezionavano con cura cosa mangiare: foglie tenere, germogli, cortecce o tessuti legnosi. Una dieta sorprendentemente raffinata che spiega come specie enormi riuscissero a convivere nello stesso ecosistema senza entrare in conflitto diretto per il cibo.
L’archivio segreto dello smalto dentale
Il team guidato da Liam Norris ha studiato fossili risalenti a 150 milioni di anni fa, provenienti dalla Carnegie Quarry nello Utah, un sito formatosi durante una lunga siccità che ha conservato resti di numerose specie. Lo smalto, il tessuto più resistente del corpo animale, trattiene isotopi di calcio che rivelano le firme chimiche degli ultimi pasti, permettendo di distinguere le diverse diete.
Per decenni i paleontologi si sono chiesti come erbivori colossali potessero condividere lo stesso ambiente. L’analisi di 17 denti appartenenti a cinque specie ha fornito indizi cruciali. Tra gli erbivori figuravano Camarasaurus, Camptosaurus e Diplodocus; tra i carnivori, l’Allosaurus e l’Eutretauranosuchus, simile a un coccodrillo.
Palati raffinati nel Mesozoico
Le firme chimiche hanno rivelato gusti ben distinti: il Camptosaurus prediligeva germogli e foglie giovani, il Camarasaurus era specializzato in conifere e tessuti più duri, mentre il Diplodocus seguiva una dieta mista, alternando felci ed equiseti a vegetali resistenti. Queste abitudini alimentari si riflettono perfettamente nelle loro morfologie: muso più stretto o largo, denti diversificati, altezze variabili che permettevano di accedere a zone diverse della vegetazione.
Nemmeno i carnivori erano generalisti: l’Allosaurus si nutriva principalmente di grandi erbivori, mentre l’Eutretauranosuchus sembrava specializzato in pesci, approfittando degli ambienti acquatici. La flessibilità del collo nei sauropodi convaliderebbe inoltre l’idea che potessero raggiungere livelli differenti della chioma senza spostare il corpo, riducendo il consumo energetico.
Questo studio dipinge un ecosistema giurassico molto più ricco e complesso di quanto ipotizzato: non un’arena di competizione sfrenata, ma un delicato equilibrio alimentare che ha permesso a creature gigantesche di prosperare fianco a fianco per milioni di anni.