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Antartide: il disgelo che preoccupa gli scienziati

L'estensione del ghiaccio marino antartico è crollata: riscaldamento degli oceani, perdita delle calotte glaciali e gravi impatti sulla fauna selvatica

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 02/07/2025 alle 13:00

La notizia in un minuto

  • Il riscaldamento degli oceani causato dalla perdita di ghiaccio marino antartico persiste per almeno tre anni consecutivi, creando un effetto di accumulo termico che minaccia l'intero ecosistema dell'Oceano Australe
  • Nel 2023 è scomparsa un'area di ghiaccio marino grande sei volte il Regno Unito, causando la frammentazione accelerata delle piattaforme glaciali e il raddoppio del numero di iceberg
  • L'ecosistema antartico subisce conseguenze severe: pinguini imperatore e foche perdono siti di riproduzione e alimentazione, mentre la ricerca scientifica diventa sempre più difficoltosa

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Il continente antartico sta attraversando una trasformazione drammatica che va ben oltre la semplice riduzione della copertura di ghiaccio marino estivo. Gli scienziati hanno scoperto che il riscaldamento degli oceani causato dalla perdita di ghiaccio marino persiste per almeno tre anni consecutivi, creando un effetto di accumulo termico che minaccia l'intero ecosistema dell'Oceano Australe. Questa scoperta ribalta le aspettative sui tempi di recupero del sistema antartico e rivela meccanismi di feedback climatico più complessi del previsto.

Un'area grande sei volte il Regno Unito scompare ogni anno

I numeri della crisi antartica sono impressionanti: nel 2023, l'estensione del ghiaccio marino invernale è stata inferiore di 1,55 milioni di chilometri quadrati rispetto alla media storica. Per dare un'idea delle proporzioni, si tratta di una superficie equivalente a 6,5 volte l'estensione del Regno Unito che semplicemente non si è formata. Edward Doddridge dell'Università della Tasmania ha guidato un team di ricerca per comprendere le conseguenze a lungo termine di questa drastica riduzione della barriera protettiva di ghiaccio marino.

L'analisi ha rivelato che durante le estati con ridotta copertura di ghiaccio dal 2016, la temperatura media dell'Oceano Australe tra i 65° e gli 80° di latitudine sud è aumentata di 0,3°C. Questo incremento termico non rappresenta un fenomeno temporaneo, ma si accumula anno dopo anno, trasformando eventi apparentemente isolati in una spirale di riscaldamento progressivo.

La memoria termica dell'oceano cambia tutto

La scoperta più allarmante riguarda la persistenza del calore nell'oceano. "Sapevamo da tempo che perdere ghiaccio marino in estate dovrebbe riscaldare l'oceano, essenzialmente perché il ghiaccio marino e la neve che si accumula sopra sono molto riflettenti", spiega Doddridge. Tuttavia, il fatto che la memoria termica dell'oceano duri tre anni interi offre l'opportunità per un effetto moltiplicatore del riscaldamento nell'Oceano Australe.

Questo meccanismo funziona come una pentola che si scalda gradualmente: ogni stagione di ridotto ghiaccio marino aggiunge calore che non si dissipa completamente, creando le condizioni per un riscaldamento ancora maggiore l'anno successivo. "Ora si sta solo accumulando, accumulando e accumulando", avverte il ricercatore australiano.

In tre anni di memoria termica oceanica si nasconde il futuro dell'Antartide

Il duplice effetto sulle piattaforme glaciali

La perdita del ghiaccio marino protettivo ha innescato un effetto domino sulle piattaforme glaciali dell'entroterra antartico. Quando la superficie oceanica è ghiacciata, attenua le onde dell'Oceano Australe, impedendo loro di colpire i bordi delle piattaforme glaciali che ricoprono il continente antartico. Una volta scomparsa questa "gonna protettiva" di ghiaccio marino, le piattaforme glaciali sui margini costieri iniziano a frammentarsi più facilmente.

I dati sono eloquenti: per ogni riduzione di 100.000 chilometri quadrati di ghiaccio marino, si sono staccati sei iceberg aggiuntivi di dimensioni superiori a 1 chilometro quadrato. "Negli anni con poco ghiaccio marino, abbiamo osservato il doppio degli iceberg", conferma Doddridge. Questo fenomeno non solo accelera la perdita di massa glaciale, ma altera anche le correnti oceaniche e la distribuzione dei nutrienti negli ecosistemi marini.

L'ecosistema antartico sotto pressione

Le conseguenze per la fauna antartica sono particolarmente severe. Specie come i pinguini imperatore e le foche mangiaranchi dipendono dalla possibilità di issarsi fuori dall'oceano su piattaforme solide per la loro sopravvivenza. La riduzione del ghiaccio marino compromette siti di riproduzione, aree di riposo e zone di alimentazione che queste specie hanno utilizzato per millenni.

Anche la ricerca scientifica antartica subisce pesanti ripercussioni, poiché il ghiaccio marino svolge un ruolo critico nel permettere alle navi di rifornire in sicurezza le stazioni di ricerca. Come sottolinea Nerilie Abram dell'Università Nazionale Australiana, "ci sono pochissimi vincitori in questa analisi di come la perdita di ghiaccio marino influenzerà l'ambiente laggiù".

L'effetto cumulativo di questi cambiamenti rappresenta una sfida senza precedenti per uno degli ecosistemi più remoti e apparentemente stabili del pianeta. Quando si verifica un anno di ghiaccio marino estremamente ridotto, l'impatto che il sistema antartico continuerà a sentire per molti anni trasforma eventi climatici apparentemente isolati in trasformazioni ecosistemiche durature e potenzialmente irreversibili.

Fonte dell'articolo: www.newscientist.com

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