I pannelli solari cinesi sono ovunque, ma forse sono anche illegali in Europa

La Commissione Europea sta indagando sui produttori cinesi di pannelli solari per sospetti sussidi statali distortivi e vantaggi sleali.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La Commissione Europea ha avviato due indagini approfondite su alcuni produttori cinesi di pannelli solari. Questi ultimi sono sospettati di ricevere sovvenzioni statali distorsive, ottenendo così vantaggi ingiusti sul mercato. Le investigazioni sono concentrate su un progetto in Romania, finalizzato alla progettazione, costruzione e gestione di un parco fotovoltaico da 110 megawatt (MW), parzialmente finanziato con fondi dell'UE.

Due società cinesi hanno presentato offerte per la realizzazione di questo impianto. La prima è LONGi Solar Technologie GmbH, filiale di LONGi Green Energy Technology, principale fornitore di moduli solari con sede a Xi'an. La seconda è un consorzio guidato da Shanghai Electric Group, impresa di proprietà statale specializzata in servizi legati all'eolico, al solare e all'idrogeno. Shanghai Electric, in particolare, è considerata sotto il controllo diretto del governo centrale cinese.

Non sono stati resi noti i dettagli sul volume di sovvenzioni oggetto di indagine. La Commissione Europea ha un termine di 110 giorni lavorativi per concludere l'analisi e decidere eventuali provvedimenti, che potrebbero includere la proibizione all'assegnazione del contratto in questione.

Un problema esteso che coinvolge anche il settore delle auto elettriche
Le indagini si basano sul Regolamento sulle Sovvenzioni Estere, che si applica a imprese beneficiarie di sovvenzioni non UE per almeno 4 milioni di euro e che partecipano a gare d'appalto superiori ai 250 milioni di euro. Introdotto per la prima volta nel maggio del 2021, questo regolamento mira ad aumentare il controllo sulle sovvenzioni estere, precedentemente non soggette alla vigilanza della Commissione, a differenza degli aiuti di stato forniti dai paesi membri, che necessitano di approvazione.

L'obiettivo principale della normativa è di assicurare una concorrenza equa all'interno del mercato unico dei 27 paesi dell'Unione, prevenire distorsioni del mercato e impedire che governi stranieri possano acquisire marchi europei attraverso pratiche non eque. Di recente, CRRC Qingdao Sifang Locomotive, un'azienda cinese di proprietà statale, ha ritirato la sua offerta per l'acquisto di 20 treni elettrici in Bulgaria a seguito di un'indagine in base al suddetto regolamento.

Questa iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di riflessione, sia da parte di Bruxelles che di Washington, sull’impatto delle generose sovvenzioni statali cinesi. Queste ultime permettono alle imprese del Paese asiatico di produrre in massa e a basso costo beni fondamentali per la transizione ecologica, come veicoli elettrici, batterie, pannelli solari e turbine eoliche. "I pannelli solari hanno acquisito un'importanza strategica per l'Europa: per la nostra produzione di energia pulita, per i posti di lavoro in Europa e per la sicurezza dell'approvvigionamento", ha dichiarato Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato interno.

L'industria solare europea ha espresso preoccupazioni per le competizioni con i produttori cinesi, definendole una minaccia esistenziale. Senza interventi tempestivi, avvertono, potrebbe crollare nel giro di pochi mesi. Le due nuove indagini sui sussidi esteri nel settore dei pannelli solari mirano a preservare la sicurezza economica e la competitività dell'Europa. Assicurando che le imprese operanti nel mercato unico siano competitivamente solide e agiscano in maniera leale, si intende garantire un campo di gioco equo per tutti gli attori coinvolti.